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13 Marzo 2023
17:01

La Scozia ferma la caccia alla volpe dopo 252 anni

Grazie all'entrata in vigore a fine gennaio di una nuova legge, gli organizzatori della Lanarkshire and Renfrewshire Hunt, tradizionale battuta di caccia alla volpe scozzese, si sono visti costretti a rinunciare una volta per tutte a questa dibattuta pratica.

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La Scozia dice finalmente addio dopo 252 anni a una delle più popolari e crudeli tradizioni venatorie: la caccia alla volpe.

Grazie all'entrata in vigore a fine gennaio di una nuova legge, infatti, che proibisce di uccidere animali selvatici con l'uso di mute di cani, gli organizzatori della Lanarkshire and Renfrewshire Hunt che si teneva fra le due contee della scozia centro-occidentale si sono visti costretti a rinunciare una volta per tutte a questa pratica.

I membri del club hanno organizzato l’ultima battuta lo scorso 4 marzo nei boschi della città di Houston, come mostrano le immagini pubblicate sui social.

Una vittoria per gli animalisti, soprattutto quelli della Ong Glasgow Hunt Sabs che da anni lottano contro i cacciatori e portano avanti azioni di sabotaggio nei confronti dell’attività venatoria.

Una decisione che arriva peraltro dopo un'altra chiusura importante, quella del Fife Foxhound, allevamento di segugi della contea di Fife sulla costa del mare del Nord, impiegati per proteggere i terreni privati tutelandoli dalla predazione della volpe agli animali da cortile.

La speranza è che la legge possa davvero fermare la caccia nei confronti di questo animale. Infatti, sebbene la sanguinosa pratica sia stata bandita in Scozia nel 2003 e nel Regno Unito nel 2005 grazie all’Hunting Act che proibisce l'attività venatoria coi cani a volpi vive, lepri, cervi e visoni, la caccia alla volpe si tiene ancora.

Quella che i suoi seguaci definiscono uno “sport” e i suoi critici una crudeltà contro gli animali è sempre proseguita grazie a un sotterfugio: i cani inseguono uno straccio imbevuto dell’odore di volpe, seguiti a loro volta dai cacciatori a cavallo nelle loro giubbe rosse.

Se poi così facendo la muta scopre involontariamente una volpe in carne e ossa e la divora nessuno viene incriminato. La legge, infatti, vieta soltanto di dare “intenzionalmente” la caccia ed ecco che con quell'escamotage si era riusciti a continuare a farlo.

La legge Hunting with Dogs Bill, entrata in vigore a fine gennaio in Scozia, cercherà dunque di colmare le lacune che hanno permesso di continuare la pratica della caccia illegalmente, introducendo un nuovo sistema di licenze che consentirà di poter disporre di due cani a battuta e di un numero maggiore solo in circostanze limitate. E vietando la pratica legata al tampone impregnato dell’urina dell’animale.

Mentre così nel Regno Unito la guerra alla caccia alla volpe prosegue, in Italia, purtroppo, tale pratica è ancora possibile, pur seguendo i debiti dettami e limiti. Secondo le associazioni animaliste, nel corso degli anni, i cacciatori hanno voluto far credere che l’unica soluzione possibile per limitare i presunti danni causati da eventuali predazioni fosse l’uccisione di massa.

In particolare, le associazioni si sono scagliate contro la pratica della caccia in tana alla volpe, la più violenta forma di caccia e vero e proprio maltrattamento, ma ancora possibile nonostante i vari profili di illegittimità.

Infatti, la volpe adulta e i suoi cuccioli, vengono morsi e sbranati dai cani che li stanano. Ma, allo stesso tempo, vengono maltrattati anche i cani che il cacciatore fa entrare in tana, che pur di catturare la volpe, riportano le ferite del mammifero che tenta di salvarsi e di salvare i propri piccoli.

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Simona Sirianni
Giornalista
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