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6 Ottobre 2021
13:00

La scoperta di una nuova specie fossile conservata nell’ambra di 16 milioni di anni fa

È stato appena descritta una nuova specie di tardigrado fossile rimasto intrappolato nell'ambra dominicana del Miocene, circa 16 milioni di anni fa. Gli autori l'hanno chiamato Paradoryphoribius chronocaribbeus ed è appena il terzo orsetto d'acqua al mondo rivenuto nell'ambra. Questi microscopici e resistenti invertebrati si fossilizzano raramente e questo rende complicato ricostruire la loro lunga storia evolutiva.

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I tardigradi sono tra gli invertebrati più carismatici e bizzarri che esistono. Chiamati anche orsetti d'acqua per il loro aspetto paffuto, sono diventati famosi per la loro incredibile capacità di resistere praticamente a qualsiasi condizione estrema. Puoi portali nello spazio aperto, congelarli e persino spararli come proiettili, loro sopravviveranno (quasi) sempre. Vivono praticamente ovunque, anche se non li vediamo perché sono troppo piccoli. Sono animali molto antichi e hanno superato praticamente a tutte le estinzioni di massa mai avvenute sulla Terra.

Nonostante la loro lunga storia evolutiva è davvero difficile però trovare resti fossili di questi microscopici invertebrati. Tuttavia, in un recente articolo pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, un gruppo di ricercatori ha descritto una nuova specie fossile scoperta nell'ambra dominicana del Miocene (circa 16 milioni di anni fa). Si tratta appena del terzo tardigrado in ambra mai descritto, nonché il primo in assoluto dal Cenozoico, ed è stato chiamato Paradoryphoribius chronocaribbeus.

Come si studia un animale grande mezzo millimetro

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Immagine laterale (a sinistra) e ventrale (a destra) di Paradoryphoribius chronocaribbeus. In alto il campione osservato con stereomicroscopio, in basso con autofluorescenza al microscopio laser confocale. Mapalo et al., 2021

A causa delle loro dimensioni microscopiche trovare dei tardigradi fossili è quasi impossibile. Questi animali sono lunghi mediamente meno di un millimetro e anche Paradoryphoribius chronocaribbeus non fa eccezione. L'esemplare rimasto intrappolato nell'ambra misura infatti 559 micrometri, poco più di mezzo millimetro ed è quindi stato piuttosto complicato anche studiarlo. Gli scienziati hanno perciò utilizzato la microscopia laser confocale per ottenere delle immagini in alta risoluzione e così analizzare le caratteristiche anatomiche dell'animale.

Come per gli insetti e gli altri artropodi, anche la cuticola esterna dei tardigradi è costituita prevalentemente da chitina, un polisaccaride facilmente eccitabile dal laser, che rende possibile osservare in maniera piuttosto dettagliata la morfologia esterna degli animali. L'uso della microscopia laser confocale ha permesso di creare immagini con gradi di fluorescenza differenti, che hanno reso possibile evidenziare anche alcuni dettagli anatomici interni. Grazie a questa tecnica gli scienziati hanno potuto studiare alcuni caratteri microscopici fondamentali per poter analizzare il fossile e capire in quale gruppo tassonomico collocarlo, come gli artigli sulle zampe e il suo apparato boccale.

Una storia antica ma difficile da ricostruire

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Ecco come appare un microscopica tardigrado in vita osservato al microscopio

Anche se apparentemente possono sembrare tutti molto simili tra loro, anche tra i tardigradi esiste un'enorme variabilità, sviluppatasi in tanti milioni di anni di evoluzione. La nuova specie, infatti, possedeva delle caratteristiche uniche nella parte iniziale dell'apparato digerente che ha permesso di collocarlo in un genere del tutto nuovo. Confrontando inoltre queste e altre caratteristiche con le specie attualmente viventi è stato possibile anche stabilire i legami di parentela con gli altri tardigradi. Paradoryphoribius chronocaribbeus appartiene infatti alla superfamiglia Isohypsibioidea, di cui è l'unico rappresentate fossile conosciuto al mondo.

Considerando le difficoltà nello scovare fossili di tardigradi, questo ritrovamento diventa particolarmente importante per tentare di ricostruire l'albero genealogico e la storia evolutiva di questi bizzarri e resistenti invertebrati. Un solo fossile ovviamente non basta, ma secondo gli autori ci sono buone possibilità che anche altri depositi d'ambra già conosciuti possano custodire altri microscopici orsetti d'acqua in attesa di essere scovati. Trovarli non è certo un compito facile, ma i ricercatori sperano che grazie a questa scoperta e alla microscopia laser, si possa finalmente ampliare la documentazione fossile dei tardigradi e ricostruire la loro lunga e misteriosa storia.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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