La salamandra di Lanza, anfibio urodelo endemico delle Alpi Cozie a cavallo tra Italia e Francia nota per il caratteristico colore nero, potrebbe essere estinta entro la fine del secolo a causa dei cambiamenti climatici.
Lo testimonia una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Herpetological Journal nata dalla collaborazione dell’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie con l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Monviso, la Città Metropolitana di Torino, il Parc Naturel Régional du Queyras – Réserve Naturelle Nationale de Ristolas Mont Viso, la cooperativa Eleade ed il CEFE-CNRS di Montpellier, nell’ambito del progetto PITEM Biodiv’Alp (Biodiv’Connect).
Da tempo gli esperti in rete monitorano le uniche popolazioni censite di questo anfibio, proprio in ottica di tutela della specie, e grazie alla condivisione dei numerosi dati a disposizione degli enti parco e degli erpetologi professionisti è stato possibile realizzare per la prima volta un modello di distribuzione ad alta risoluzione, considerando l’intero areale di presenza della specie, tra Italia e Francia. Questo modello consente di stimare con relativa precisione la superficie a oggi potenzialmente idonea per le salamandre dal punto di vista ambientale e bio-climatico, ma soprattutto permette di prevedere cosa potrebbe accadere in futuro in un contesto di cambiamento climatico. E dipinge uno scenario a tinte fosche, prevedendo una drammatica riduzione delle aree climaticamente idonee per la salamandra di Lanza già nei prossimi 20-40 anni, e una conseguente teorica estinzione della specie verso la fine del secolo.
«Per quanto riguarda gli scenari futuri, purtroppo i risultati non sono incoraggianti – spiega il guardiaparco Parchi Alpi Cozie Davide Giuliano, che ha contribuito alla ricerca e alla stesura dell'articolo scientifico – In parallelo, si prevede un significativo innalzamento della quota in cui saranno disponibili condizioni adatte alla sopravvivenza della salamandra, e una minore proporzione di zone idonee coperte da aree protette rispetto alla situazione attuale. Le risultanze dei modelli confermano l’urgente necessità di messa a punto di strategie efficaci per favorire una mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali sulla salamandra di Lanza, anche in seguito a ulteriori ricerche per approfondire gli aspetti ancora misteriosi della biologia ed ecologia della specie».
La presenza della salamandra di Lanza (Salamandra lanzai) è stata accertata unicamente nelle Valli Po, Pellice, Germanasca in Italia, e nell'adiacente Vallée du Guil, nel Queyras, in Francia. Un nucleo isolato è stato scoperto recentemente in Val Sangone. Si tratta di una specie "minacciata", inserita nell'Allegato 4 della Direttiva Habitat e valutata in Pericolo Critico dall'IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura).
«L’estensione delle aree protette dovrà essere adattata alle previsioni sulla futura distribuzione della salamandra di Lanza, di cui l’Unione Europea ci richiede una protezione rigorosa – conclude Giuliano – e tutti i fattori aggiuntivi di minaccia alla conservazione della specie, come per esempio la mortalità stradale, dovranno essere rimossi il prima possibile, onde evitare eventuali effetti combinati con gli impatti dati dal riscaldamento globale».