L'autorità governativa romena per la protezione dei monumenti naturali (Comisia pentru Ocrotirea Monumentelor Naturii), ovvero l'autorità scientifica della Commissione CITES della Romania, ha rilasciato l'autorizzazione necessaria per trasferire l’orsa JJ4 nel Libearty Bear Sanctuary di Zarnesti, in Romania.
Il progetto di trasferimento era stato reso pubblico lo scorso 19 giugno dalla Lav e, nel corso dell’udienza del Tar del 22 giugno, il Tribunale Regionale aveva dato indicazione alla Provincia Autonoma di valutare la soluzione ed esprimersi a riguardo entro il 13 luglio, data fino alla quale l’esecuzione di JJ4 e MJ5 è stata sospesa dal Consiglio di Stato.
Nella stessa occasione, però, il Tar ha anche rigettato il ricorso delle associazioni contro le ordinanze di abbattimento firmate dal presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti. «Nel corso dell’udienza non è stata provata la concreta percorribilità del trasferimento dell’animale in termini di sicurezza, fermo restando che le proposte non risultano vincolanti per l’Amministrazione», ha commentato Fugatti in una nota pubblicata al termine dell'udienza.
L'arrivo dell'autorizzazione da parte della commissione romena, però, restituisce ancora una volta la responsabilità alla Provincia di Trento che, nel frattempo, non si pronuncia, come ribadito anche dalla Lav, che ha diffuso la notizia delle conferme ricevute dalla Romania.
«Il Ministero dell'Ambiente italiano aveva chiesto che il luogo fosse adeguatamente attrezzato per assicurare benessere all'animale e anche questo aspetto è stato confermatao. Il pretesto burocratico usato per giustificare la volontà di uccidere l’orsa rinchiusa ormai da settimane nel recinto del Casteller è stato quindi cancellato – commenta Massimo Vitturi, responsabile del settore animali selvatici della Lav, raggiunto da Kodami – Ora confidiamo che il Consiglio di Stato previsto per il 13 luglio confermi la sospensione dell’uccisione dell'orsa e contribuisca a dare impulso all’avvio delle procedure per il trasferimento che, lo ricordiamo, sarà interamente a nostre spese».
Appena due settimane fa, infatti, la Lav aveva comunicato pubblicamente di avere l'intenzione di coprire i costi del trasferimento verso la Romania, considerata una soluzione più agevole rispetto agli altri rifugi proposti in precedenza, situati in Giordania e in Germania.
Durante la presentazione del progetto, in collegamento dal rifugio di Zarnesti, aveva preso la parola anche Cristina Lapis, presidentessa dell'associazione Millions of Friends, che gestisce il rifugio, la quale si era detta sorpresa per le strategie gestionali del Trentino in ambito faunistico: «Trovo assurdo che nel 2023 ci siano ancora orsi condannati a morte. Mi sembra di vedere una scena del Medioevo – e aveva aggiunto – Quando arriverà, ribattezzeremo JJ4 con il nome "Speranza", in ricordo di tutti gli orsi che subiscono persecuzioni da parte dell'uomo in tutto il mondo. Vogliamo che diventi un simbolo per il futuro».
Il giorno successivo alla presentazione del progetto, la Pat aveva invitato la Lav a verificare personalmente le condizioni di vita di JJ4 all'interno del recinto del Casteller ed era stato proprio Massimo Vitturi ad entrare per farsi un'idea della situazione. Mentre M49 – Papillon, rinchiuso ormai da quasi 4 anni, si è mostrato attivo e vigile, Gaia si trovava invece nascosta e le sue condizioni sono state quindi verificate grazie ad alcuni video forniti dal personale del centro faunistico. «In ogni caso il Casteller è come un'area cani e l'orsa non può certo stare lì – aveva commentato all'uscita il responsabile Lav – Questa condizione è completamente inadeguata e non è compatibile con le necessità di un orso».
In seguito alla risposta ricevuta dalla Romania, il parere del Consiglio di Stato del prossimo 13 luglio assume le forme di uno spartiacque per il futuro di JJ4 e non solo.
Le ordinanze di cattura di Fugatti, infatti, riguardano anche MJ5, l'orso di 18 anni che lo scorso marzo, un mese prima della tragica morte di Andrea Papi, aveva aggredito un uomo in Val di Rabbi. «Il nostro ufficio legale è già al lavoro per depositare, entro la prossima settimana, un ricorso in appello per insistere con l’annullamento dei documenti a fondamento dei provvedimenti di abbattimento degli orsi trentini – ha concluso Vitturi – Non possono restare ostaggio dell’accanimento della Provincia di Trento e di un Fugatti che, accecato dal desiderio di vendetta e dalla spasmodica ricerca di consenso elettorale, ha oramai pienamente dimostrato tutta la sua inconsistenza e incapacità nella gestione di una situazione per lui troppo complessa».