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22 Dicembre 2023
17:02

La rinascita di Diana, la Pitbull sfruttata per i combattimenti tra cani

Diana, la Pitbull sfruttata per i combattimenti clandestini tra cani oggi vive la sua occasione di rinascita. Dopo un percorso di riabilitazione psicofisica con la Fondazione Cave Canem cerca una famiglia che possa darle amore e rispetto.

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Articolo scritto dalle Studentesse Della III ASU Dell’Istituto Gentileschi Di Napoli
Nell'ambito del progetto Generazione 4C della Fondazione Cave Canem
Diana pit
Diana oggi con l’educatrice Martina Panzironi

Diana, la Pitbull sfruttata per i combattimenti clandestini tra cani e abbandonata senza identità, oggi vive la sua occasione di rinascita, finalmente pronta a cominciare una nuova esistenza grazie a un percorso di recupero psicofisico.

Ricoperta di graffi e ferite, a marzo 2022 Diana è stata trovata sul ciglio di una strada a Torre del Greco, in provincia di Napoli, dai volontari del Corpo Gav. Dopo aver trascorso un periodo di tempo sotto osservazione dei veterinari dell'Asl Napoli 3, la Pitbull è stata affidata alla Fondazione Cave Canem che ha iniziato con lei un percorso di recupero psicofisico all'interno del canile rifugio Valle Grande di Roma.

Immagine
Diana al momento del ritrovamento

Diana presentava evidenti segni di maltrattamento e aveva cicatrici su tutto il corpo. Nonostante i suoi trascorsi di cane sfruttato per i combattimenti si è dimostrata subito molto ricettiva nei confronti delle persone. Una volta arrivata al rifugio ha iniziato un percorso insieme al dog trainer manager della Fondazione, Mirko Zuccari, e  alle educatrici Martina Panzironi e Chiara Muzzini che l'hanno seguita durante tutto il periodo della riabilitazione, anche psicologica.

Federica Faiella, presidente della Fondazione, spiega a Kodami nel dettaglio come è avvenuto il percorso: «Siamo stati contattati dalle Forze di Polizia per prendere in carico Diana e accompagnarla nel recupero psicofisico fino alla futura adozione. Il dog trainer Zuccari ha pianificato un percorso perfetto per lei, che è iniziato con lo scopo di farle acquisire maggiore fiducia nell'uomo. Questo ci fa capire quanto sia importante il rapporto tra uomo e animali, anche se spesso viene sottovalutato».

Diana ha così alzato il suo indice di adottabilità. Oggi è in grado di vedere il mondo da una prospettiva diversa e di conseguenza di essere pronta per essere inserita in un contesto familiare.  Nonostante il rifugio si occupi di lei al meglio, il canile non è mai il luogo adatto a un cane. Questi animali, infatti hanno bisogno di socializzare con le persone e di stare in un ambiente dove possano sentire soddisfatte le proprie esigenze etologiche.

Diana è dunque in attesa di una seconda occasione, come sottolinea Faiella: «Diana oggi è rinata. Il suo pelo è lucido, ha acquistato peso ed è felice. Il suo sguardo è sereno ed è pronta per l'adozione». Dalla sua testimonianza emerge il ritratto di un cane adottabile, e per questo la Fondazione si sta occupando di raccogliere le richieste in modo da trovare il contesto migliore per lei.

Le persone interessate all'adozione possono scrivere a info@fondazionecavecanem.org per maggiori informazioni.

Le autrici dell'articolo

  • Alessia Arzano
  • Giorgia Boccia
  • Domitilla Cacciapuoti
  • Fiona Sofia Careri
  • Samantha Corrado
  • Marinella Di Natale
  • Carlotta Gallo
  • Federica Guarraccino
  • Miryam Illiano
  • Chiara Marigliano
  • Claudia Nannavecchia
  • Bruna Orfeo
  • Nunzia Papa
  • Ilaria Parente
  • Maria Ricci
  • Sara Pirozzi
  • Teresa Punziano
  • Maria Russo
  • Azzurra Schiano Moriello

*Generazione 4C ideato e realizzato dalla Fondazione Cave Canem nasce per offrire a giovani talentuosi l’opportunità, grazie a laboratori formativi e esperienze di training, di contribuire a nobili cause: la tutela degli animali e l’inclusione sociale.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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