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18 Maggio 2022
16:21

La rinascita di Cati, la lupa ferita da un branco e trovata in fin di vita nei boschi del Piemonte

La giovane lupa era stata trovata lo scorso 29 aprile nei boschi del torinese, in condizioni di salute molto precarie e con un profondo morso alla testa. La sua riabilitazione è stata difficile, ma si è conclusa nel migliore dei modi.

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L’hanno trovata in condizioni critiche nel bosco, con una profonda ferita da morso alla testa già infetta, magrissima e disidratata. Sembrava in condizioni disperate, ma Cati, così è stata ribattezzata la giovane lupa salvata a Pragelato, in alta Val Chisone, nel torinese, ha lottato per la vita e si è ripresa. Talmente bene da poter essere trasferita al Centro Uomini e Lupi di Entraque, dove vivrà insieme con gli altri lupi che come lei non possono vivere in libertà poiché vittime di gravi incidenti o nati in cattività.

La storia di Cati è iniziata lo scorso 29 aprile, quando il responsabile della vigilanza di un’azienda faunistica che sorge nel territorio del Parco naturale della Val Troncea l’ha vista accucciata in una zona impervia del bosco. A quel punto è partita una segnalazione ai veterinari del Canc, il centro animali non convenzionali di Grugliasco, impegnati nel progetto "Salviamoli insieme" portato avanti in collaborazione con la Città metropolitana, che l’hanno recuperata e trasferita nella sede del centro. Qui la lupa è stata visitata dagli operatori del centro veterinario universitario di Grugliasco, convenzionato con il centro: gli esami hanno confermato la gravità della ferita alla testa e hanno spinto i veterinari a sottoporla a un intervento chirurgico per medicarla.

L'intervento chirurgico e la riabilitazione

L’ipotesi degli esperti, vista la ferita e il precario stato di salute di Cati – al ritrovamento pesava appena 15 kg e non riusciva a camminare – è che la lupa sia stata ferita dal branco durante un combattimento per il territorio o per un pasto: così giovane, è possibile che stesse esplorando nuovi areali per costituire il suo branco e sia incappata in uno stanziale con cui è entrata in conflitto.

L’intervento è riuscito, e Cati è stata trasferita in un box dove ha iniziato il lento percorso di riabilitazione. Con il passare dei giorni le sue condizioni sono migliorate, ha ricominciato a mangiare con appetito e a muoversi, e lo scorso 16 maggio gli operatori del Canc hanno deciso di trasferirla in quella che è diventata la sua nuova casa: il Centro Uomini e Lupi di Entracque, in provincia di Cuneo.

«Cati è arrivata da noi lunedì sera – hanno confermato dalla struttura – è uscita dalla cassa utilizzata per il trasporto timorosa, ma dimostrando una sorprendente vitalità. Il suo rilascio nell’ambiente naturale sarebbe stato problematico. La lupa per le cure e il recupero funzionale è stata a lungo a contatto con l'uomo, fattore che ne può influenzare il comportamento, e perché le gravi ferite alla testa provocate da morsi, che presentava al momento del recupero, fanno ritenere che fosse stata allontanata da un branco. Per questi motivi Cati è stata trasferita nel Centro di Entracque dove attualmente è ospite di una recinzione video controllata per il suo monitoraggio».

lupa cati
La lupa rilasciata nell’area protetta del Centro Uomini e Lupi di Entracque | G. Bernardi.

Non appena possibile, la lupa verrà liberata in un altro recinto, un’ampia area di bosco misto, radure e acqua in cui vengono fatte le visite guidate di approfondimento su biologia, etologia e gestione del predatore nel Centro a cura degli accompagnatori naturalistici della cooperativa Montagne del Mare che gestisce Uomini e Lupi. Con lei diventano otto i lupi presenti nell’area faunistica del Parco delle Marittime. Il centro si compone di due sezioni complementari, la parte aperta alle visite, in Entracque paese, che propone un percorso di scoperta dedicato al mito del lupo, e la zona in località Casermette in cui sono ospitati gli animali non più in grado di vivere in natura, che è possibile osservare dalle torrette d'avvistamento. Il Centro e l’area faunistica, a maggio, sono aperte la domenica, mentre in estate è aperto ogni giorno.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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