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20 Dicembre 2022
17:21

La Regione Marche dichiara guerra ai lupi: dopo Natale “piano operativo” con la collaborazione dei cacciatori

L'assessore alla Caccia conferma una serie di incontri finalizzati a mettere a punto "strategie di contenimento", due consiglieri regionali presentano una proposta di legge per procedere con gli abbattimenti.

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Lupi Trentino

La Regione Marche è pronta a procedere con un "piano operativo" per contenere il numero di lupi presenti sul territorio. Lo ha confermato l’assessore regionale alla Caccia e all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini, che in una nota ha fatto riferimento alle sempre più frequenti «aggressioni ai danni di ovini e altri animali da allevamento».

Il riferimento è ad alcuni episodi denunciati da abitanti delle aree più interne della Regione: oltre agli incontri ravvicinati con questi predatori nei pressi dei centri abitati, alcune pecore sono state attaccate e uccise «generando grande spavento e timore – ha sottolineato Antonini – La problematica della fauna selvatica in libera circolazione nelle Marche, così come in tutto il Paese, sta diventando una questione molto delicata e complessa che occorre affrontare con ancora più efficacia e programmazione tra tutti i soggetti territoriali competenti, con in testa la Regione».

Al tavolo di confronto anche i cacciatori

Antonini ha quindi annunciato l’intenzione di mettere a punto il "piano operativo”, che tenga conto «del quadro normativo nazionale», ovvero la legge sulla fauna selvatica, e di quello europeo, che ha competenza sui lupi in quanto animali protetti. Un piano che, pur non essendo esplicitato, prevede anche il ricorso agli abbattimenti, vista la decisione di coinvolgere i cacciatori nel tavolo di confronto: «Consapevoli che non esista un'unica e risolutiva soluzione, riteniamo che sia opportuno gettare le basi per un piano operativo e di concertazione tra tutti gli enti coinvolti (Regione, Province, Parchi nazionali e regionali, Comuni), con il coinvolgimento fattivo dei cacciatori, delle associazioni ambientaliste e degli agricoltori – ha detto l’assessore – Soltanto unendo le forze e condividendo le idee si potrà concretamente arginare gli effetti e le conseguenze negative sull’uomo di questa grave problematica che, dati alla mano, sta prendendo purtroppo sempre più spazio e piede nella nostra regione».

Le Marche guardano a Svizzera e Germania per chiedere una deroga sugli abbattimenti

Trascorso il periodo natalizio, dunque, l’assessorato organizzerà una serie di incontri finalizzato a «concertare politiche ancora più mirate e dirette a contenere il fenomeno della fauna selvatica», allargando il focus anche i cinghiali, anche alla luce dell'aumento della popolazione e della questione legata alla peste suina africana. Nella nota Antonini non fa esplicito riferimento al ricorso alle doppiette, ma al posto suo ci ha pensato il consigliere regionale Giacomo Rossi di Civici Marche, che ha deciso di presentare una proposta di legge alle Camere sottoscritta dal consigliere della Lega Mirko Bilò che chiede una deroga alla normativa europea sulla selezione dei lupi e degli ibridi, così come già accade in Svizzera e in Germania. Dove recentemente ha fatto discutere la notizia dell'uccisione di uno dei pony della presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, da parte di un lupo, che ha gettato benzina sul fuoco delle richieste di concedere appunto deroghe alla normativa europea per procedere con gli abbattimenti mirati di esemplari particolarmente problematici.

La Lac contro la proposta di legge dei consiglieri marchigani: «Priva di qualsiasi fondamento scientifico»

La proposta di legge ha suscitato la dura reazione della Lac, la Lega per l’Abolizione della Caccia: «La proposta attuale si ispirerebbe ad un “modello” di normativa recentemente introdotto in Germania, che permetterebbe l’abbattimento di determinati esemplari di lupi, rapportandola e graduandola, in relazione alle predazioni effettivamente compiute da quei particolari individui ed alla loro reiterazione su un determinato territorio – sottolineano dalla sezione marchigiana della Lac – Tutto ciò presuppone però che le vittime delle predazioni siano sottoposte ad accurate e costose indagini genetiche per risalire al dna del predatore, in modo tale che si possa dimostrare che ad uccidere sia stato proprio quel determinato lupo, piuttosto che un altro».

«Le giustificazioni addotte dai due consiglieri per far riaprire la caccia al lupo sono prive di qualsiasi fondamento scientifico e servono solo a fomentare un clima di odio e di paura nella popolazione, specie quando si afferma che il lupo entra nei giardini delle case, sbrana i cani e gli animali domestici nei cortili e rappresenta ormai un pericolo anche per l’uomo stesso – proseguono gli attivisti – Adottare misure di prevenzione e di custodia responsabile degli animali è l’unica soluzione valida ed efficace. Utilizzare adeguate recinzioni e difese, soprattutto con l’ausilio di cani pastori abruzzesi, una specie che per secoli è stata selezionata e quindi si è “specializzata” proprio nella difesa delle greggi dai lupi».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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