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6 Agosto 2021
11:00

La Regione Lazio ha deciso: nessun cane potrà essere tenuto più alla catena

La Regione Lazio ha deciso: nessun cane potrà essere tenuto più alla catena. Il Consiglio regionale è riuscito in quest’operazione con l’approvazione di un emendamento al collegato all'assestamento di bilancio. Chi trasgredirà dovrà pagare multe fino a 2.500 euro. Esiste una sola deroga, legata alla salute degli animali. Quindi, sarà il veterinario a dover fare un accertamento e a certificarlo.

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La Regione Lazio ha deciso: nessun cane potrà essere tenuto più alla catena. Il Consiglio regionale ha approvato un emendamento collegato all'assestamento di bilancio: chi trasgredirà dovrà pagare multe fino a 2.500 euro. Esiste una sola deroga, legata alla salute degli animali. Quindi, sarà il veterinario a dover fare un accertamento e certificarlo.

L’atto (presentato dal consigliere Eugenio Patanè, del Partito Democratico), modifica una norma del 1997 sulla tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo. A seguire il percorso che ha portato al provvedimento è stata Cristiana Avenali, responsabile dell’Ufficio di scopo piccoli Comuni e contratti di fiume della Regione Lazio.

«Questo emendamento nasce da un confronto con Oipa di Roma – spiega Avenali a Kodami – Non è la prima volta che l’associazione collabora con noi. Già nell’agosto 2017 avevamo introdotto un’altra modifica alla legge del 1997 per inasprire le sanzioni per chi omette di fare l’iscrizione all’anagrafe canina. All’inizio erano 150 euro di multa, poi sono diventati 1.540».

La delegata dell’amministrazione Zingaretti ha continuato a tenere i contatti con l’associazione animalista e ha così raggiunto il risultato. «È un intervento di civiltà – spiega – I cani in città sono ormai tanti. Secondo un rapporto di Legambiente la media italiana è di uno ogni 7,5 residenti. La crescita degli animali da compagnia e di affezione è importante. Oggi si richiede una normativa di settore che molto spesso non è adeguata. Aggiornarla vuol dire affermare il diritto-dovere alla salute degli animali».

E il garante dei diritti degli animali della Regione Lazio? Ancora non c'è, nonostante Nicola Zingaretti l'abbia inserito nel suo programma elettorale. Ma i tempi potrebbero essere maturi. «Se questa è la direzione – risponde Avenali parlando dell’impegno a tutela degli animali raggiunto con il provvedimento per evitare che i cani siano legati alla catena – possiamo cominciare a percorrere questa strada: potremmo arrivare anche lì».

Festeggia l’Oipa, l’Organizzazione internazionale per la protezione degli animali. «Finalmente anche la Regione Lazio ha introdotto questo divieto, come già fatto da Campania, Veneto, Puglia, Umbria, Lombardia ed Emilia Romagna», commenta Rita Corboli, delegata romana dell'associazione. «Quella dei cani legati a catena è una pratica crudele che, come abbiamo visto nei roghi di questa estate, ha causato la morte di molti animali arsi vivi, senza possibilità di sfuggire alle fiamme: una fine atroce – aggiunge – Le nostre guardie zoofile, dopo la pubblicazione del provvedimento sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio, con i loro controlli sul campo s’impegneranno affinché il divieto sia rispettato e i trasgressori sanzionati».

Nel collegato alla manovra di assestamento, anche l’obbligo di autorizzazione sanitaria per gli allevamenti di qualunque tipo di animale, il divieto di vendita di cani non iscritti all’anagrafe canina (pena una sanzione fino a 1500 euro) e il divieto di usare collari a strozzo.

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