2 Agosto 2024
18:35

La pugile Imane Khelif non è “contro natura”: cosa dice davvero la biologia sul suo caso

Quello della pugile Imane Khelif non è un caso "contro natura". Al contrario, dovrebbe essere usato per illustrare ciò che è davvero "naturale". Un’opportunità per riconoscere che due soli sessi non sono più sufficienti per descrivere la complessità della biologia.

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Negli ultimi giorni, si è parlato molto di Imane Khelif, una pugile iper-androgina che partecipa alle Olimpiadi di Parigi nella categoria 66 chili dei pesi welter. Tuttavia, la discussione intorno alla sua situazione non tiene conto di un fatto fondamentale: questo non è un caso "contro natura". Al contrario, dovrebbe essere usato per illustrare ciò che è davvero "naturale". È un’opportunità per riconoscere che due soli sessi non sono più sufficienti per descrivere la complessità della biologia.

Prima di addentrarci nel caso di Imane, è essenziale chiarire una distinzione importante: "sesso" e "genere" sono concetti differenti. Il sesso (maschio/femmina) è un aspetto biologico, mentre il genere (uomo/donna) è un costrutto sociale creato dagli esseri umani per classificare come un individuo deve essere trattato e considerato, all’interno di un contesto sociale. Il genere, quindi, non ha radici biologiche, ma è “socialmente costruito” come diceva Simone de Beauvoir nel suo famoso scritto "Il secondo sesso".

Il caso di Imane Khelif

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Imane Khelif è stata esclusa dagli ultimi Mondiali per i suoi elevati livelli di testosterone e per la presenza di cromosomi XY, tipicamente associati al sesso maschile. Tuttavia, Imane non ha mai cambiato sesso, quindi definirla transgender è scorretto. Circa l'1,7% della popolazione mondiale presenta caratteristiche sessuali intermedie, non rientrando nella classificazione dicotomica maschio/femmina. Questo significa che circa 136 milioni di persone – una persona ogni 60 circa – hanno un sesso "alternativo". Questi dati suggeriscono che la condizione di cui parliamo è considerata anomala solo dal pensiero umano, mentre nel regno animale è quasi una regola.

La variabilità del sesso in natura

La biologia dimostra chiaramente che la divisione in "maschio" e "femmina" non è sempre netta. Secondo alcuni studi in etologia, molti animali cambiano il proprio sesso nel corso della loro vita. L’ermafroditismo, cioè la presenza di caratteristiche di entrambi i sessi in un singolo individuo, è ampiamente diffuso tra pesci e invertebrati, come lumache e lombrichi.

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Nel regno animale, se un individuo rimane isolato con poche opportunità di incontrare un partner del sesso opposto, può ricorrere all'auto-fecondazione, permettendo così la riproduzione senza bisogno di un partner. In altre specie, si osserva l'inversione sessuale, in cui un individuo acquisisce le caratteristiche e le capacità riproduttive del sesso opposto in un momento della sua vita. Questa condizione è comune nei pesci, che possono vivere una parte della loro vita come maschi e un'altra come femmine, o alternare periodi in cui sono maschi e periodi in cui sono femmine.

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Ad esempio, c'è lo sciranno (Serranus scriba), che rilascia contemporaneamente sia uova sia sperma. I serranidi (una famiglia di pesci ossei) possono essere sia maschi che femmine durante l'accoppiamento. Un altro esempio è l'orata, che nasce maschio e diventa femmina dopo due anni. Ma spostandoci dai pesci: ci sono stati esperimenti in laboratorio che hanno coinvolto anfibi e polli. I rospi maschi, per esempio, presentano oltre ai testicoli anche una forma accennata di ovaia.

Quando questi esemplari vengono castrati, la rudimentale forma di ovaia si sviluppa fino a diventare un ovaia matura e, poco dopo l’asportazione dei testicoli, i maschi castrati diventano femmine fertili in grado di generare girini. Un fenomeno inverso è stato testato sui polli: se vengono asportate le ovaie, la femmina sviluppa testicoli perfettamente funzionali e la gallina diventa gallo.

Dunque, non è naturale che un organismo vivente debba essere necessariamente femmina o maschio e che non possa essere anche entrambi. La letteratura in merito mostra che queste “forma ambigue di sesso”, ambigue non sono. E, a seconda della specie, il fenomeno può coinvolgere l’intera popolazione o limitarsi ad alcuni suoi esemplari.

Il ruolo degli ormoni

Gli ormoni sessuali come androgeni ed estrogeni sono presenti in entrambi i sessi in percentuali diverse e hanno gli stessi precursori. Ad esempio, l'androstenedione può essere convertito sia in testosterone (un androgeno) che in estrogeni. Questo dimostra che basare la classificazione del sesso esclusivamente sugli ormoni può essere fuorviante.

Uno dei casi più eclatanti è stato quello di Marìa Josè Martìnez Patiño, specialista di corsa ad ostacoli alla quale venne impedito di partecipare ai Mondiali Universitari di Kobe nel 1985. Fu squalificata per le stesse ragioni che ora riguardano Imane. Martínez Patiño non superò il test di “femminilità”, che all'epoca era basato sui cromosomi. Essenzialmente, se un individuo aveva cromosomi XX veniva considerato femmina, mentre con cromosomi XY veniva considerato maschio. Maria Jose apprese, solo dopo il test, di essere dotata di cromosoma XY (quello che dovrebbe determinare il sesso maschile).

Questa scoperta sconvolse l’atleta, la quale si era sempre “sentita” femmina e come tale, fino ad allora, era stata riconosciuta dagli altri. Tale rivelazione ebbe conseguenze drammatiche sulla sua vita: fu squalificata, spogliata di alcune medaglie, le fu proibito gareggiare con la squadra femminile, le fu revocata la borsa di studio per praticare la sua disciplina ed ebbe fine la relazione con il suo compagno.

Però quella di Martinez Patiño è chiamata “sindrome da insensibilità agli androgeni”, non è una malattia, ma una condizione in cui una persona con organi genitali femminili (e quindi di fatto una femmina) può avere cromosomi XY e testicoli interni che producono ormoni maschili. Tuttavia, questi ormoni non causano lo sviluppo delle caratteristiche maschili, quindi non c’è dubbio che si tratti di una femmina. Gli organi genitali esterni si sviluppano come quelli femminili.

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Ci sono voluti anni di lunghe battaglie legali e l’intervento di diverse autorità mediche, prima che Martinez Patiño potesse essere reintegrata nella squadra femminile ed atletica e reidentificata come atleta di sesso femminile. La storia dello sport è ricca di storie simili a questa. Un caso più recente è quello di Caster Semenya. Nel 2000 il comitato olimpico abbandonò il criterio cromosomico per stabilire se un atleta fosse maschio o femmina. Nonostante la scienza abbia già chiarito la questione, stiamo ancora rischiando di rovinare la vita di un'altra persona, ignorando i suoi sforzi, la fatica e l'impegno che ha dedicato per arrivare dove è – proprio come tutte le altre atlete.

Verso un riconoscimento di più sessi

Per alcune culture ci sono solamente due possibilità: maschio o femmina e si vuole stare talmente dentro queste etichette, che si compiono operazioni molto invasive sui neonati. I bambini che nascono con forme alternative di sesso, non patologiche, subiscono in alcuni luoghi ancora interventi che possono avere varie conseguenze in età adulta, come ad esempio l’impossibilità di provare piacere sessuale. Negli ultimi anni sono state fondate associazioni che rivendicano i diritti delle persone intersessuali e chiedono che sia lasciata loro la libertà di scelta quando diventeranno adulte.

Data la presenza di diverse forme sessuali nel mondo, è stata avanzata la proposta di riconoscere non solo due, ma cinque sessi. Questo significherebbe aggiungere tre categorie: un ermafrodita “standard”, uno più vicino al femminile e uno più vicino al maschile. In questo modo, non si imporrebbe una scelta tra soli due sessi, che non è universale. Ma non tutte le culture accettano diverse possibilità sessuali, per via delle tradizioni, delle norme sociali e delle abitudini locali. Tuttavia, questo non non dovrebbe giustificare la negazione dei diritti e delle opportunità per un sesso rispetto all'altro.

In Italia, purtroppo, ancora una volta, non si sono volute abbracciare le svariate possibilità della biologia. Anzi, il dibattito si è scatenato proprio nel momento in cui Imane ha combattuto contro una pugile italiana. Qualche politico ha fatto leva proprio sulle convenzioni che ci siamo imposti con affermazioni alquanto opinabili, dicendo che Imane avrebbe potuto avere, per questa sua condizione, un vantaggio sulle altre concorrenti e rendere la gara "non equa". Tuttavia, la scienza, anche a livello olimpico, ha già dimostrato che così non è.

È essenziale superare le convenzioni limitate che ci siamo imposti e riconoscere la varietà delle forme sessuali presenti in natura. Dobbiamo rispettare le differenze e garantire pari diritti e opportunità a tutti, riconoscendo che la diversità è una parte intrinseca della biologia. Solo così potremo costruire una società più inclusiva e rispettosa. Alla fine, si tratta di rispetto reciproco, riconoscendo che non è necessario essere identici per essere uguali. Questo vale anche per le ingiustizie che subiscono tutti gli esseri viventi.

Sono una ragazza che dopo qualche anno di veterinaria ha scoperto la sua passione: lo studio del comportamento degli animali, incluso l'uomo, in un'ottica comparata. Questa scienza, ancora sconosciuta, si chiama "Etologia" e mi aiuta a non smettere mai di conoscere cose sulla natura, sugli animali, su di noi e sulla nostra storia.
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