La Provincia autonoma di Trento vuole abbattere anche l'orsa F36. Il presidente Maurizio Fugatti ha fatto sapere di avere già avviato l'iter per chiedere all'Ispra il parere necessario per procedere con l'uccisione. «L’obiettivo – ha spiegato – è che determinati comportamenti problematici vengano prontamente affrontati con la rimozione tempestiva degli esemplari pericolosi».
F36 è l'orsa che lo scorso 30 luglio, mentre si trovava in compagnia del suo cucciolo, ha eseguito un falso attacco nei confronti di due escursionisti sopra la città di Roncone, nel Trentino occidentale. L'orsa e il piccolo dormivano sul sentiero Mandrel, molto distante dall'abitato, quando si è trovata davanti i due giovani. Uno è tornato indietro lungo il sentiero, mentre l'altro si è arrampicato su una pianta, dove è stato raggiunto dall'animale, che «lo ha agganciato ad una ghetta [gambale n.d.r.] facendolo cadere al suolo», secondo la ricostruzione fornita dalla Provincia. Sia l'orsa che il cucciolo si sono poi immediatamente allontanati, senza più interagire con le due persone. L'escursionista però cadendo dall'albero su cui si era rifugiato è caduto, riportando contusioni.
Il falso attacco è un comportamento tipico degli orsi. Viene messo in atto quando si sentono in pericolo, senza però la volontà di arrivare allo scontro immediato. Durante un falso attacco l'orso esegue una carica nei confronti del soggetto che ritiene una minaccia, per poi allontanarsi, questo è quello che è successo anche ai giovani di Roncone. Quest'azione è molto frequente nelle madri accompagnate dai propri cuccioli, come riporta anche il Pacobace, il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali.
In particolare, il documento stabilisce che nel caso di un orso colto di sorpresa con i propri piccoli che si lancia in un falso attacco, le azioni da seguire sono di controllo:
- Intensificazione del monitoraggio (nel caso di orso radiocollarato);
- Informazione: ai proprietari e/o custodi del bestiame domestico ai proprietari e/o frequentatori abituali di baite isolate ai possibili frequentatori dell’area (turisti, cercatori di funghi, ecc.);
Questo è anche il caso di F36 raggiunta da due uomini mentre dormiva in compagnia del suo piccolo in «una zona lontana dal paese», come ammette la Provincia stessa. Alla luce di questi dati, l'abbattimento è in contrasto con quanto stabilito dal Pacobace.
L'Ispra, quindi, difficilmente potrebbe adottare un parere di abbattimento che va in contrasto con quanto riportato nel Piano che lo stesso Istituto ha contribuito a realizzare. La richiesta di Fugatti è destinata a non andare a buon fine, come il presidente sa bene. L'annuncio però è tutt'altro che inutile, soprattutto in vista della campagna elettorale per l'elezione della nuova amministrazione della Provincia autonoma di Trento.