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16 Luglio 2024
19:08

La Provincia di Trento vuole individuare l’orso che ha ferito il turista al più presto

La Provincia di Trento vuole individuare al più presto l'orso che ha ferito il turista francese. Il rischio è che si ripeta il modus operandi già osservato in casi analoghi e che l'animale sia raggiunto da un'ordinanza di abbattimento.

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La Provincia Autonoma di Trento, attraverso l'assessore con delega ai grandi carnivori, Roberto Failoni, ha fatto sapere di essere già al lavoro per «risalire velocissimamente» all'identità dell'orso che questa mattina ha ferito un turista di nazionalità francese nel territorio del Comune di Dro.

Secondo quanto ricostruito, l'uomo si trovava sul Sentiero delle Cavre, una ferrata, quando per motivi ancora non chiariti si è scontrato con l'orso. Versomilmente, si tratta di una femmina con i piccoli avvistata recentemente già diverse volte nel territorio tra Dro e Arco, come riporta anche la mappa con le segnalazioni di orse con i cuccioli nel territorio trentino, realizzata proprio dalla Provincia.

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Le segnalazioni delle orse con i cuccioli nel 2024 nella zona di Dro (Fonte: Pat)

Questo strumento è stato realizzato proprio per garantire la sicurezza degli escursionisti: «Sapere in anticipo se la zona in cui si intende effettuare un’escursione è nota, in un determinato periodo, per essere frequentata da femmine con cuccioli, può essere utile per avere maggiore consapevolezza su come comportarsi», avevano dichiarato dagli uffici provinciali.

Gli orsi come tutti i selvatici sono schivi nei confronti delle persone, se avvistano un uomo assumono un atteggiamento elusivo. Le cose cambiano però quando l'animale è colto di sorpresa, e soprattutto se si tratta di una femmina con prole. Questi casi sono potenzialmente i più pericolosi, perché come attestato dalla letteratura scientifica e dal caso del 26enne Andrea Papi, le orse tenderanno a reagire con l'intento di proteggere i propri piccoli.

Conoscere in anticipo se in una determinata zona sono stati avvistati i plantigradi, e soprattutto se si tratta di questa particolare categoria, può fare la differenza tra la vita e la morte. È stato questo il caso del giovane di Caldes che il 5 aprile 2023 si è trovato davanti JJ4 con i suoi cuccioli, divenendo così la prima vittima di orso nella storia italiana.

Al 43enne francese per fortuna è andata diversamente, come confermato dalla Provincia, l'uomo non è mai stato in pericolo di vita, e anche l'operazione condotta dai medici dell’Ospedale Santa Chiara di Trento per le ferite agli arti si è risolta positivamente con una prognosi di venti giorni.

Sulla testa del plantigardo responsabile pende invece l'ordinanza di abbattimento che potrebbe essere firmata da Fugatti appena le indagini genetiche della Fondazione Edmund Mach daranno riscontro. Un modus operandi già osservato in altre occasioni, come quello della stessa JJ4, o di M90, destinatario quest'ultimo di un abbattimento lampo che neanche i ricorsi delle associazioni di tutela animale sono riusciti a fermare.

Tra le organizzazioni che in queste ore hanno commentato l'episodio c'è il WWF che sottolinea sia «necessario investire risorse ed energie nel diffondere corrette informazioni sulle buone pratiche di comportamento nelle aree di presenza dell'orso. In questi ultimi 20 anni, dal termine del Progetto LIFE Ursus, su questo aspetto non è stato portato avanti un piano efficace dalle autorità competenti sul tema (Provincia Autonoma di Trento in primis)».

Lo scorso anno, in un tavolo convocato dal MASE con portatori di interesse ed organismi scientifici, in seguito alla tragedia della morte di Andrea Papi, il WWF aveva presentato alcune proposte operative concrete che hanno come obiettivo quello di migliorare la coesistenza uomo-orso in Trentino e sulle Alpi, partendo da un assunto imprescindibile: solo lavorando per una diffusa conoscenza la coesistenza tra uomo e grandi carnivori può diventare realtà. «Purtroppo – rilevano dall'associazione – dopo quell’incontro non sono state prese iniziative concrete e non si è più saputo nulla di quel tavolo di confronto che invece potrebbe facilitare l’adozione di misure efficaci».

Ad oggi «paura, emotività e strumentalizzazione politica» sono i fattori che secondo il WWF guidano le scelte della Pat. Un approccio che lavora in emergenza e mai in prevenzione e che per questo continua a dimostrarsi inefficace.

Sul sentiero percorso dal turista era adeguatamente segnalata la presenza di orsi? E se così non fosse, chi pagherà per i vuoti politici?

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Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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