Basta cattura, si proceda con l’abbattimento. È la linea che ha deciso di adottare la provincia autonoma di Trento per gestire gli orsi definiti “problematici”, quelli cioè che «mettono a rischio la sicurezza pubblica», come chiarito dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che ha parlato di «rimozione mediante abbattimento».
Nei mesi in cui infuria la battaglia sulle linee guida proposte dalla Provincia sulle gestione degli orsi – che prevedono l’uccisione immediata in caso di aggressioni con contatto fisico, senza chiedere il permesso delle autorità, e che sono state bocciate dal Tar a settembre – Fugatti è tornato a parlare del centro di Casteller, finito nel mirino per presunti maltrattamenti ai danni degli orsi presenti all’interno.
E tramite l'assessora Zanotelli ha chiarito, in risposta a un’interrogazione di un consigliere di opposizione, che «non è prevista la collocazione di altri esemplari al Casteller ai fini della loro captivazione permanente. Ciò in quanto, avuto anche riguardo a quanto contenuto nelle “linee guida per l’attuazione della legge provinciale 9/18 e dell’articolo 16 della Direttiva habitat in relazione all’orso bruno” e nello studio Ispra-Muse del gennaio 2021 sugli orsi problematici, eventuali ulteriori esemplari che mettano a rischio la sicurezza pubblica saranno rimossi mediante abbattimento».
M49, M57, DJ3 e JJ4: quei codici per identificare gli "orsi problematici"
A Casteller sono stati portati in passato gli orsi M49 ed M57, collocati nel centro insieme con l’orsa Dj3, che è stata trasferita in un’area faunistica della Foresta Nera, mentre M57 – l’orso che nell’agosto 2020 aveva aggredito un carabiniere a Molveno – è stato portato in un’area faunistica ungherese. Al centro resta dunque M49, che potrebbe a sua volta essere trasferito e che a questo punto potrebbe essere anche l’ultimo orso a finire a Castellet. Gli altri esemplari che per la Provincia dovessero rappresentare un pericolo per la sicurezza pubblica, seguendo la linea di Fugatti, verrebbero quindi abbattuti..
M49, meglio noto come Papillon (così lo aveva ribattezzato l’allora ministro all’Ambiente, Sergio Costa), era finito al centro delle cronache per essere fuggito due volte da Casteller in modo rocambolesco, superando grate e recinti e diventando il simbolo del desiderio di libertà degli orsi trentini. La prima volta nel luglio 2019 iniziando un pellegrinaggio tra Trentino, Alto Adige e Veneto: catturato a luglio, era nuovamente fuggito nel luglio del 2020, per essere poi nuovamente catturato a settembre e riportato a Castellet.
Le fughe non avevano fatto altro che rinfocolare le polemiche sulla gestione degli orsi in Trentino, soprattutto alla luce di un altro caso, quello dell’orsa JJ4, catturata dopo che, insieme con due cuccioli, aveva ferito due escursionisti. Per lei era stata emessa un’ordinanza di abbattimento, stesso iter seguito nel 2017 per l’orsa KJ2, che era stata appunto abbattuta dopo un’aggressione a una persona. Nel caso di JJ4, il tribunale amministrativo di Trento aveva invece accolto il ricorso delle associazioni e l’orsa è stata rimessa in libertà, pur con radicolare e stretto monitoraggio da parte della Provincia.
Abbattimento per gli "orsi problematici", associazioni sulle barricate: «Non lo consentiremo»
Il tema delle misure di contenimento e gestione degli orsi in Trentino continua insomma a essere un tema molto dibattuto e territorio di scontro tra autorità e associazioni animaliste, e l’ultimo annuncio di Fugatti relativo al ricorso agli abbattimenti ha rinfocolato la polemica, soprattutto per il futuro di JJ4, che secondo la Provincia andrebbe ancora abbattuta.
L’Enpa è intervenuta puntato il dito contro quello che ritiene sia un modo per aggirare uno dei problemi principali, e cioè l’inadeguatezza del Casteller:«Dunque ora che è stato dimostrato che la detenzione al Casteller è intollerabile e foriera di possibile ulteriori denunce, gli amministratori risolvono la questione con i fucili? – tuona Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa – Non lasceremo che continuino a portare avanti questa campagna elettorale sulla pelle degli orsi. È gravissimo che le istituzioni si abbandonino a proclami che servono solo ad alzare il livello dello scontro».
Anche l’associazione Earth è intervenuta: «Pericolosi per chi? Viene da chiedere, per la vita delle persone che ( guarda caso sono cacciatori) si inoltrano incautamente nel fitto dei boschi – ha detto la presidente Valentina Coppola – Pericolosi per l' impossibilità di costruire impianti sciistici nei luoghi habitat degli orsi. Fugatti sappia che non lo lasceremo fare e che Earth presenterà denunce per animalicidio arrivando anche alla Corte Europea se anche solo un orso verrà ucciso».
«Questa dichiarazione di intenti della Provincia di Trento va ostacolata con tutte le nostre forze – ha aggiunto Piera Rosati, presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane – Non è pensabile che le Istituzioni non intervengano e non prendano posizione di fronte a una situazione del genere, che va del tutto contro i nuovi principi costituzionali di tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità. Dovrebbe essere nell’interesse della collettività promuovere il benessere e il ripopolamento di questi animali per cui di fatto il Trentino è casa da sempre. Invece di promuovere una politica di inclusione e salvaguardia, la Provincia pensa così di risolvere la situazione e conquistare l’opinione pubblica? Uccidendo?».
«Noi continueremo a lottare perché una decisione come questa non può essere né accettata né condivisa – prisegue la Lndc – Se verranno adottati provvedimenti in tal senso, faremo ricorso e dobbiamo agire al più presto perché non vogliamo che il futuro di JJ4, l’orso femmina che il 22 giugno 2020 aveva aggredito due cacciatori sul monte Peller perché sorpresa con i propri cuccioli, resti incerto. Ribadiamo che JJ4 non è pericolosa al contrario di ciò che dice la Provincia. Non è finita qui, continuiamo a lottare per questi magnifici animali e perché le persone possano comprendere appieno il loro valore».
Un nuovo parere dovrebbe arrivare il prossimo 3 marzo, quando verrà discussa davanti al Consiglio di Stato l’impugnazione promossa dalla Provincia Autonoma di Trento contro la recente sentenza del Tar di Trento che ha annullato le linee guida dell’amministrazione trentina, proprio quelle che prevedevano l’abbattimento sistematico dei cosiddetti “orsi problematici”.Lndc si è già costituita in giudizio per opporsi all’impugnazione.