È nell’Agenda dei lavori Parlamentari la nuova proposta di legge, a firma dell’Onorevole Francesca Flati, per la revisione della Legge Quadro 281 del 1991 “in materia di animali d’affezione e di prevenzione del randagismo”. L’obiettivo dichiarato è quello di introdurre delle regole chiare e precise per rendere la Legge Quadro più completa e idonea a garantire e salvaguardare gli animali d’affezione, con particolare riferimento ai cani e ai gatti. A tale scopo, viene fissato il principio che riconosce a tutti gli animali lo status di esseri senzienti dotati di implicita dignità, con il conseguente obbligo da parte dello Stato di tutelare il loro diritto al benessere e le loro caratteristiche biologiche ed etologiche.
Quanto premesso, è il più alto auspicio perseguibile dallo Stato in materia di protezione animale ma, congiuntamente, le modalità devono essere dettate da una puntuale descrizione normativa e da un impeccabile applicazione delle stesse da parte di tutti gli attori competenti. I punti salienti della proposta normativa sono ampiamente descritti nell’intervista di Kodami all’On. Flati.
La sterilizzazione e identificazione mediante microchip. Strumenti base per la prevenzione del randagismo
Nella proposta di legge viene messo in evidenza il ruolo della sterilizzazione come strumento più importante per il controllo della popolazione animale e la prevenzione al randagismo. L’esperienza ci dice, però, come la sterilizzazione sia efficace solo in parte se la popolazione degli animali, che siano vaganti o sotto il controllo umano, non è nota. Se, da un lato, è stata finalmente evidenziata la necessità dell’istituzione dell’Anagrafe canina unica a livello nazionale, dove tutte le anagrafi regionali convergono le informazioni territoriali con il fine di delineare un profilo demografico nazionale della popolazione di cani e gatti, d’altro canto non viene evidenziata l’importanza di un censimento dei cani vaganti e dei gatti liberi sul territorio.
Tale censimento è essenziale e propedeutico per una corretta gestione della popolazione degli animali vaganti specialmente, nel caso dei cani, in quelle aree territoriali dove il randagismo e l’abbandono sono ancora spiccatamente presenti e costantemente un’emergenza, come nelle terre del Sud Italia. Nelle Regioni del Sud Italia esiste inoltre la possibilità della gestione del “cane di quartiere”, il che rende ancor più necessario il censimento. Ad oggi, il censimento dei cani e dei gatti vaganti non è più un’opzione remota. Ci sono delle realtà, del resto, che si occupano di questo tipo di attività e che, in collaborazione con le autorità competenti, possono contribuire nel descrivere la situazione territoriale in maniera puntuale e che sia d’aiuto nella pianificazione strategica degli interventi.
L'obbligatorietà della denuncia delle cucciolate
Importantissima è l’introduzione dell’obbligatorietà della denuncia delle cucciolate per gli allevatori autorizzati e per chiunque detenga uno o più cani o gatti non sterilizzati. Il limite temporale proposto è “entro i 30 giorni” dalla nascita. Un limite temporale più ristretto sarebbe però auspicabile per poter garantire al meglio la tracciabilità degli individui. Viene inoltre richiesto di dichiarare la razza e il numero di cuccioli, sarebbe però opportuno ampliare la tipologia delle informazioni raccolte, come data di nascita e caratteristiche individuali dei cuccioli come, ad esempio, il sesso.
La proposta di legge avanza l’obbligo per i proprietari, detentori e allevatori autorizzati, di dichiarare, tramite l'iscrizione all'anagrafe canina e felina nazionale, il possesso dell’animale entro trenta giorni dalla nascita o dall'inizio della detenzione. Facendo una riflessione, questo arco temporale sembra però essere ampio rispetto al principio del possesso responsabile e poco risolutivo come strumento di prevenzione all’abbandono. Sembra più che altro un incentivo a “fare una prova e abbandonare” l’animale non ancora identificato.
La vendita online di cuccioli
La proposta di legge si prepone anche l’obiettivo di regolamentare l’identificazione degli animali nel caso di vendita online. Il venditore deve quindi specificare nell'annuncio il codice identificativo del microchip dell'animale. La questione è però, oltre la legittima obbligatorietà dell’identificazione degli animali, siamo davvero convinti che le vendita online di animali non debba finalmente essere bandita o regolamentata in maniera stringente? Possibili frodi, assenza di comprovazione della qualità della vita dei riproduttori e dei cuccioli stessi, possibilità di sfuggire a controlli di tracciabilità documentale, trasporto e movimentazione a livello nazionale, sono alcuni dei fattori da considerare per garantire tanto la tutela dell’acquirente, come il benessere animale, ma anche la garanzia della salute pubblica.
Canili, gattili e adozioni
Nelle sezioni dedicate ai rifugi, appaiono ancora poco regolamentate le adozioni, intese come processo graduale e strutturato, necessariamente gestito da personale specializzato.
Viene richiesto ai gestori dei canili di garantire l’accesso al pubblico senza però aver stabilito un orario minimo e l’obbligatorietà dell’apertura nei fine settimana e nei giorni festivi, requisito indispensabile per l’incentivazione delle adozioni. Inoltre, viene proposto l’ingresso dei volontari in maniera continuativa per poter svolgere le loro mansioni. Resta, però, ancora non stabilita la necessaria obbligatorietà della formazione del volontariato, come anche di tutti gli operatori di canile.
Nella Legge Quadro vengono introdotti alcuni requisiti strutturali minimi per i canili ed i gattili, che risultano essere però un po' vaghi. Le dimensioni minime proposte per i box che ospitano i cani andrebbero ampliate nel caso di cani di taglia grande e gigante, e maggiormente dettagliate nel caso di box multipli. Andrebbe inoltre specificato nel dettaglio il numero di risorse disponibili per individuo, come ad esempio cucce e ciotole necessariamente individuali, e alcune procedure operative andrebbero esplicitate, come ad esempio le routine di pulizia e alimentazione. Tali disposizioni sono solitamente stabilite dalle leggi regionali, sarebbe però auspicabile che la Legge Quadro stabilisse degli standard minimi, che le Regioni possono arbitrariamente ampliare ma non gestire in difetto.
I requisiti per le gare pubbliche per la presa in gestione dei canili da parte di terzi dovrebbero essere ulteriormente dettagliate ed il focus dovrebbe essere spostato definitivamente, e inequivocabilmente, sulla garanzia di una buona qualità di vita degli individui.
L’argomento gattili rimane poco esplorato. Vige la necessità, al momento non descritta, di specificare a quali gatti è consentito il transito, nella piena tutela dei gatti in libertà che per nessun motivo, che non sia legato a motivi prettamente sanitari, possono essere prelevati dal territorio e introdotti nei gattili. I requisiti minimi proposti per i gattili risultano essere poco specifici e alcuni dettagli importanti per la garanzia del benessere dei gatti sono stati lasciati inesplorati, come l’obbligatorietà degli spazi verticali fruibili dai gatti o degli arricchimenti ambientali.