È sparita dal calendario degli ordini del giorno della Camera la proposta di legge n. 30 per inasprire i reati contro gli animali. La discussione è stata spostata al 22 aprile, rimandando così ancora una volta il confronto parlamentare.
A ritardare nuovamente l'iter legislativo sono pareri che dovrebbero arrivare dal Governo sugli emendamenti ma che stentano ad arrivare. Non sono stati fatti significativi passi avanti nonostante la proposta sia ferma in Commissione Giustizia alla Camera da quasi un anno.
Dopo l'ultimo slittamento dello scorso 21 marzo, il Parlamento è tornato a fare marcia indietro sulla proposta firmata dalla deputata di Noi Moderati Michela Vittoria Brambilla e appoggiata in maniera trasversale anche dagli altri partiti, ad eccezione della Lega, i cui deputati hanno da subito opposto un muro.
La pdl n. 30 è infatti frutto dell'accorpamento di diverse proposte analoghe accomunate dalla volontà di rendere più severe le pene contro chi commette reati nei confronti contro gli animali. Tra le proposte accorpate a quella di Brambilla c'è anche il testo del deputato di Alleanza Verdi Sinistra Devis Dori.
«Auspico che il tempo che il Governo sta prendendo per esprimere i pareri comporti una valutazione approfondita nel merito – spiega Dori a Kodami – anche rispetto agli emendamenti relativi alla pericolosità sociale di chi commette reati contro gli animali, il cosiddetto "link"».
La proposta di legge n. 468 aveva come scopo principale quello di intervenire a livello normativo su quel fenomeno che in letteratura scientifica è noto come “link”, cioè la stretta correlazione tra maltrattamento o uccisione di animali e le condotte devianti, antisociali o criminali. Non sempre, infatti, il semplice inasprimento delle pene si è dimostrato efficace nel limitare questo genere di violenza.
«Gli emendamenti – sottolinea il deputato – riproducono proprio la mia proposta di legge. Intervenire sulla pericolosità sociale di questi reati dovrebbe essere prioritario, soprattutto se i maltrattamenti sono agiti da minorenni».
Il rischio, però, è che di slittamento in slittamento la proposta possa finire nel dimenticatoio. «Auspico che il termine del 22 aprile possa essere rispettato e che già dalla prossima settimana si inizino a votare gli emendamenti su tutti gli articoli».