Sentendo nominare la parole "tequila" le prime immagini che ci saltano in mente hanno a che fare con spicchi di lime, sale e festeggiamenti. C'è da dire, però, che dietro a questa bevanda c'è un mondo e, come spesso accade, anche un impatto negativo sulla biodiversità.
Per questo motivo, un team di ricercatori ha condotto uno studio avente come fine quello di individuare un sistema che possa salvaguardare la biodiversità e in particolare i pipistrelli. Dai risultati, pubblicati su Environmental Research Communications,emerge che molte coltivazioni di agave con cui si produce la tequila non vengono gatte fiorire, togliendo nettare e nutrimento ai chirotteri.
La tequila è una bevanda alcolica conosciuta in tutto il mondo. Viene prodotta attraverso la fermentazione e la distillazione del succo di agave blu, nota anche come agave azul (Agave tequilana). Poiché ultimamente è aumentata vertiginosamente la richiesta globale di tequila, la maggior parte dei produttori utilizza una tecnica di riproduzione asessuata per moltiplicare le piante, cosa che però ne impedisce la fioritura. Tutto ciò è un problema per molti altri esseri viventi, tra cui i pipistrelli che si nutrono di nettare.
La riproduzione asessuata, in qualsiasi specie essa venga praticata, diminuisce la variabilità genetica della popolazione, comportando potenziali danni a lungo termine. Nel caso dell'agave blu, questa modalità di riproduzione contribuisce a una minore resistenza ai parassiti e ai cambiamenti climatici. Inoltre, i metodi di coltivazione intensiva hanno privato un’importante fonte di nutrimento diverse specie di pipistrelli che impollinano i fiori e si nutrono del nettare dell’agave.
Insomma, la produzione di tequila sta rendendo la vita difficile a tanti organismi viventi. Ecco perché un team di ricercatori ha condotto uno studio approfondito per comprendere quali incentivi potrebbero spingere i coltivatori di agave a adottare metodi che favoriscano una fioritura naturale e la produzione di semi.
Attualmente esistono programmi volontari, come il "Bat-Friendly", che consentono ai produttori di tequila di etichettare le loro bottiglie con un simbolo, qualora permettano alle piante di riprodursi per via sessuale e quindi fiorire. Questo comporta però un aumento del prezzo della bevanda. Tuttavia, poiché molti agricoltori coltivano l’agave solo per la vendita alle distillerie e non producono direttamente tequila, queste iniziative non sono ancora sufficienti. Per convincere gli agricoltori, bisogna offrire loro incentivi che giustifichino una coltivazione più sostenibile e amica della biodiversità.
In media, gli agricoltori hanno dichiarato che sarebbero disposti a permettere la fioritura di un numero limitato di piante (93 su circa 3.000) per ettaro, considerando possibili benefici futuri non specificati. Questo numero aumenterebbe a 129 piante se fosse garantito un sussidio pari al 20% del costo di investimento e a 180 piante con un sussidio del 50%. Secondo il programma "Bat-Friendly", tuttavia, bastano 150 piante per ettaro per preservare la biodiversità e fornire cibo sufficiente ai pipistrelli, il che sembra essere un ottimo punto d'incontro tra gli agricoltori ed i ricercatori. Inoltre, pare che siano molti gli agricoltori disposti ad investire una parte dei loro raccolti a beneficio delle piante stesse e dei pipistrelli in cambio di sufficienti incentivi finanziari e risorse educative.
Tutti gli elementi sembrano essere presenti per stabilire una collaborazione finalizzata alla salvaguardia della biodiversità e della variabilità genetica dell'agave blu. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che il successo di tale sforzo richiede una sinergia tra industria, consumatori, decisori e gruppi dedicati alla conservazione della natura. L'obiettivo può essere raggiunto solo attraverso una collaborazione attiva e coordinata di tutte queste parti interessate. In ogni caso, questa ricerca sottolinea che, mediante adeguati compromessi, è possibile instaurare una cooperazione che conduca a soluzioni ottimali per tutte le parti coinvolte. A volte basta solo un po' di spirito di collaborazione, no?