Di solito immaginiamo i grandi squali bianchi (Carcharodon carcharias) come i super predatori degli oceani ma nuove osservazioni video mettono in dubbio questo primato mostrando come le orche (Orcinus orca) siano in grado di inseguirli, catturarli e persino ucciderli in gruppo.
Questa testimonianza è stata registrata in Sudafrica tramite un drone che sorvolava la scorsa primavera Mossel Bay, vicino Città del Capo, e sta facendo molto discutere i maggiori esperti di orche e di squali di tutto il mondo, ora che è stata resa disponibile.
Una clip del filmato era stata trasmessa a giugno su Discovery Channel, ma era solo una parte del video molto più lungo, che registrava quasi un'ora completa di caccia agli squali da parte delle orche.
Un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Ecology della Ecological Society of America presenta invece tutti i video e analizza la scoperta, inserendola all'interno del contesto ecologico di entrambe le specie e cercando di spiegare quali possano essere le ragioni che abbiano spinto le orche a ripiegare verso altri predatori, come fonte di cibo. Anche perché le orche sono state osservate spesso predare altre specie di squali, ma molto più piccoli rispetto al grande squalo bianco. La testimonianza di questo video potrebbe difatti aver reso concreta la teoria che vede i grandi predatori oceanici cadere vittime dell'industria della pesca intensiva, che li ha spinti ad optare per specie precedentemente non presenti all'interno della loro dieta a causa della mancanza di risorse e dell'eccessiva competizione con l'uomo.
Inoltre, come dice Alison Towner, coautore dello studio, sarebbe anche possibile credere che questo comportamento sia motivato per una competizione alimentare fra le due specie. Non sarebbe infatti la prima volta che un predatore ne aggredisce un altro, tentando così di garantirsi maggiori possibilità nella caccia. «Questo comportamento non è mai stato visto in dettaglio prima, e certamente mai dall'alto. Per questa ragione questo video è così importante»
«Le orche sono animali molto intelligenti e sociali. I loro metodi di caccia di gruppo li rendono predatori incredibilmente efficaci» ha affermato invece lo specialista di mammiferi marini e coautore dello studio Simon Elwen, durante l'intervista alla Rhodes University.
Nel filmato intero analizzato è stato osservato un unico esemplare di squalo bianco, braccato da quattro orche. Gli autori ritengono che il coinvolgimento di queste quattro balene e la descrizione di un altro incidente avvenuto sempre nelle medesime acque, ma di cui non abbiamo testimonianze video, possa effettivamente dimostrare come questo nuovo comportamento sia più comune del previsto, all'interno nella popolazione di orche, e che potrebbe perfino diffondersi, se le condizioni demografiche delle altre specie di pesci e mammiferi marini peggiori ulteriormente.
In queste due occasioni, le orche si sono avvicinate agli squali molto lentamente, mentre gli squali sono rimasti vicino alle orche, ignare di essere cadute vittima dell'attenzione predatorie dei rivali. Gli squali in pratica si sono dimostrati troppo fiduciosi nelle loro qualità nel combattimento. A differenza però degli squali, le orche sono predatori subdoli, estremamente socievoli e che cacciano in gruppo. Nel video le orche si avvicinano allo squalo bianco sembrando in apparenza disinteressate all'animale. Questo è il fattore che ha portato entrambi gli squali predati accertati a cadere vittima dei loro aguzzini, sostiene Elwen, considerando poi come queste si siano rivelate bravissime nel rendere inefficace la strategia di fuga del volteggio degli squali bianchi.
Su questo l'equipe tende a precisare: « Abbiamo visto le prime tracce di predazione degli squali attorno a False Bay (vicino al luogo in cui hanno registrato il video) durante il triennio 2015-2017. Solo ora però abbiamo collegato i primi sospetti con l'identikit finale delle orche. Gli squali alla fine sembrano aver abbandonato gli habitat chiave precedenti per spingersi di più verso largo e vicino Città del Capo, il che ha avuto effetti a catena significativi sia per l'ecosistema che per turismo legato agli squali».
Gli autori temono soprattutto che se più orche adotteranno la pratica di cacciare gli squali bianchi, allora la loro popolazione subirà pesanti impatti che si faranno risentire sia sul piano economico che in quello ecologico. Nell'articolo pubblicato su Ecology però affermano che precedenti studi hanno documentato come questi nuovi comportamenti si siano diffusi tra le orche attraverso una trasmissione culturale. Sarebbe dunque un fenomeno completamente naturale, insito nella specie, come il comportamento storicamente accertato delle popolazioni atlantiche che aggrediscono i capodogli. Non si sa se l'uomo dovrebbe interagire solo in caso in cui la minaccia di estinzione locale degli squali diventi troppo grande o se l'azione diventi strettamente necessaria prima che gli squali del Sudafrica possano essere messi in pericolo. Anche perché come potremmo aiutare gli squali, e insieme a loro la restante parte della biodiversità marina, se non limitando la pesca e aumentando l'estensione e il numero di aree marine protette in tutti i mari e gli oceani del mondo?