L'ocelot (Leopardus pardalis), conosciuto anche come gattopardo americano, è il terzo felino più grande della Colombia dopo il giaguaro e il puma e per aspetto e manto maculato somiglia molto al margay (Leopardus wiedii), che è pero più piccolo. È originario degli Stati Uniti sud-occidentali, del Messico, dell'America centrale e meridionale, nonché delle isole caraibiche di Trinidad e Margarita e predilige soprattutto le foreste tropicali nei pressi di corsi d'acqua e zone umide.
Come vive l'ocelot
L'ocelot è un predatore solitario e prevalentemente notturno, molto abile ad arrampicarsi ma che preda prevalentemente mammiferi terrestri, come armadilli, opossum, conigli e roditori. Sin dai tempi delle civiltà azteche e inca, gli ocelot sono stati venerati e rappresentati in gran parte dell'arte di questi popoli. Questo li ha resi purtroppo anche molto popolari come animali da compagnia: parecchio noto è infatti Babou, l'ocelot che ha accompagnato per diverso tempo Salvador Dalí.
Sebbene sia vietato oggi allevarli diversi paesi, il commercio illegale sopravvive purtroppo in diverse zone del Centro e Sud America, dove gli ocelot vengono strappati alle loro madri e venduti in alcuni mercati locali ai turisti. Fortunatamente però, la specie nel complesso non è minacciata di estinzione anche in virtù della sua ampia distribuzione, nonostante ciò, localmente pare stia diminuendo rapidamente soprattutto a causa della deforestazione, il vero flagello per gran parte della biodiversità del Sud America.
Dove vive la prima ocelot albina
Ora è arrivata anche la conferma dell'analisi del DNA: il felino albino ospite al Parque de la Conservación di Medellín, in Colombia, è un ocelot. Si tratta perciò del primo e unico esemplare al mondo di questa specie affetto da albinismo di cui si hanno notizie e ci è voluto circa un anno per confermarlo. Questo perché l'animale, una femmina trovata quando era solo una cucciola, era stata inizialmente scambiata per uno yaguarondi (Herpailurus yagouaround), un altro dei felidi selvatici che abitano le foreste della Colombia.
La femmina sta bene ma è purtroppo completamente cieca, condizione che, assieme all'albinismo, non le permetterebbe di sopravvivere libera in natura. Continuerà quindi a vivere in cattività al rifugio di Medellín, dove è accudita, nutrita e sorvegliata ogni giorno dagli esperti che hanno allestito per lei un recinto fatto su misura e dotato di uno speciale sistema di illuminazione adatto alla sua condizione.
La sua storia è iniziata nel 2021, quando fu trovata da un bambino nelle foreste nei dintorni della zona rurale di Amalfi, nell’area dell'Antioquia nord-orientale. All'epoca era solo un "gattino", pesava circa 400 g ed era purtroppo stata abbandonata dalla madre, molto probabilmente proprio a causa della sua colorazione anomala. Fu poi affidata alla Corporación Autónoma Regional del Centro de Antioquia, l'ente incaricato di tutelare la biodiversità.
Fin dal primo momento, però, gli esperti hanno notato che qualcosa in quel cucciolo non andava: era malnutrito, con problemi digestivi e respiratori, oltre che affetto da albinismo. L'albinismo è un'anomalia genetica che inibisce totalmente la produzione di melanina, il pigmento scuro responsabile della colorazione di pelle, peli, occhi e penne. In natura, solitamente, non è però una mutazione vantaggiosa per chi le porta e può causare diversi problemi di salute.
La mancanza di pigmento aumenta il rischio di tumori e ustioni della pelle e rende gli animali più facilmente visibili agli occhi dei predatori o delle prede. A tutto ciò, proprio come in questo caso, si aggiungono molto spesso anche problemi alla vista, come l'ipersensibilità alla luce, difficoltà nella visione stereoscopica o, in alcuni casi, cecità totale. Ora però l'ocelot albina è in salute, pesa circa 13 kg e si dimostra ogni giorno molto agile e a suo agio nell'esplorare gli spazi del rifugio, anche nelle simulazioni di caccia.