Non potendo contare, purtroppo, su una sempre auspicata e mai avvenuta ad oggi estinzione dell’orribile piaga dell’abbandono degli animali domestici, il Comando di Polizia di Meda, Comune della Brianza, si è dotato di lettori per verificare la presenza del microchip sui cani ritrovati.
«Il lettore – spiega a Kodami il Comandante della Polizia Claudio Delpero – servirà a identificare l’animale senza dover più fare i passaggi intermedi tra Asl e canile e gli agenti saranno così in grado di accertare istantaneamente se i dati anagrafici sono registrati presso la banca dati di Regione Lombardia e nell’anagrafe canina nazionale e chiamare direttamente il pet mate».
Un’iniziativa particolarmente significativa che peraltro evita agli animali, qualora si fossero soltanto smarriti, le conseguenze dello stress da ricovero. «L’idea nasce nell’ottica di tutelare sempre meglio il benessere degli animali domestici, ma anche per essere un motivo in più per far rispettare le normative vigenti che vogliono che ognuno di loro sia registrato correttamente».
Non ci stancheremo mai di ripetere quanto sia fondamentale dotare gli animali di microchip, non soltanto per prevenire il fenomeno del randagismo, ma anche per riportare in famiglia gli amici che si smarriscono. Purtroppo, al momento, il dispositivo è obbligatorio solo per i cani, mentre per i gatti non lo è se non in due casi: che si debba acquisire il passaporto europeo per viaggiare con il micio, o se il felino è lombardo.
Dal 2020, infatti, la Regione Lombardia ha reso il microchip per i gatti obbligatorio, a differenza del resto del Paese dove applicare il dispositivo è discrezionale e facoltativo, motivo per cui i gattili, le oasi feline e i rifugi con gatti che magari una casa ce l’hanno continuano a intasarsi.
Per non dire poi, quanto sia molto più sicura l’applicazione del microchip a differenza del collarino con medaglia e nome inciso che in alcune situazioni può addirittura mettere in pericolo il micio facendolo rimanere incastrato per esempio nella vegetazione.