C'è una tradizione che non va mai persa durante le campagne elettorali, che siano tornate che riguardano l'intero Paese o le rincorse ai seggi a livello comunale o regionale. La Liguria non smentisce la regola e ora che siamo al rush finale (si volta il 27 e il 28 ottobre), ecco che spunta la carta "animali" da giocarsi per convincere una bella fetta di elettori. Nella regione infatti, secondo una ricerca Ipsos del maggio 2024, quasi il 70% delle persone intervistate ha un cane (40%) o un gatto (46%).
A farlo per primo è stato Marco Bucci, attuale Sindaco di Genova e candidato per la presidenza regionale del centrodestra. Il Primo Cittadino ha lanciato la sfida su chi tutela di più le persone che vivono con animali domestici contro il suo principale antagonista Andrea Orlando, candidato del cosiddetto "campo largo" che comprende centrosinistra, Movimento Cinque Stelle e alcuni "moderati".
Prima di andare a vedere esattamente quali sono i «nove punti precisi» che Bucci ha voluto sottolineare che sono contenuti nel suo programma – ma poi ricordandosene solo alcuni e non tutti in conferenza stampa – è bene fare un passaggio proprio su un aspetto fondamentale che permea tutte le parti dedicate a questo tema: la tutela è rivolta in primis nei confronti di chi "possiede" quell'animale ma non all'animale in quanto tale.
Ciò emerge chiaramente se si va appunto seriamente ad analizzare quali sono le promesse del centrodestra in un programma in cui emerge ancora una volta, come già avevamo visto a livello nazionale nel nostro speciale intitolato "La giungla delle elezioni", non solo una chiara separazione tra "animali di serie a" (i domestici che vivono nelle nostre case) e "serie b" (i selvatici) ma anche pochissima attenzione al benessere del cane o del gatto nella totale assenza di un elemento sopra tutti per quanto riguarda gli animali familiari: percorsi di adozione consapevole.
E' questo il primo punto da cui dovrebbe partire, infatti, qualsiasi politico che davvero voglia fare un'azione seria e mirata nei confronti della tutela degli animali e delle stesse famiglie: andare alla base dell'esperienza di vita e fornire supporto effettivo per preparare le persone a comprendere che prima di includere un animale nel proprio quotidiano è necessaria una conoscenza approfondita delle sue caratteristiche specie specifiche e della propria reale disponibilità a seguirlo come individuo dotato di esigenze che non sono solo "pratiche" ma che vengono espresse attraverso cognizioni ed emozioni.
Andiamo con ordine, dunque, provando a uscire dal botta e risposta in cui è caduta adesso la narrazione sui giornali con le istanze del Pd e di altri partiti che riesumano dal lontano 2019 le parole "rubate" a Bucci – e da parte sua sempre smentite – in cui su Repubblica veniva riportato sostanzialmente che per lui i gatti erano da torturare, al massimo.
Bucci ha citato in particolare la sua intenzione di «sviluppare l'Anagrafe degli animali d'affezione, aggiornare la normativa sulla protezione e i diritti degli animali, dare sostegno alle famiglie per le spese per l'acquisto dei microchip, il potenziamento della Guardia Medica Veterinaria e realizzare campagne contro l'abbandono».
Andando a leggere il programma, partendo dal dato di fatto che la sua "grande attenzione" ai domestici è solo nell'ultima slide e non vi è alcun riferimento agli animali nei macro temi, si legge anche la promessa di promuovere le spiagge per cani nei vari comuni liguri, sostenere le attività "pet friendly", realizzare campagne contro l'abbandono e modificare le leggi per agevolare la sepoltura degli animali domestici.
Limitandoci per ora dunque a valutare quanto il centrodestra dice di voler fare per le persone che hanno scelto di vivere con dei compagni a quattro zampe, sinceramente non ci vediamo nulla di particolarmente rivoluzionario o innovativo. E andando a leggere il programma di Orlando il commento è praticamente lo stesso.
Bisogna però dire con chiarezza che quanto Bucci ha eccepito al contendente non è vero, ovvero che «per Orlando evidentemente gli animali non sono così importanti tanto che l’unica mezza riga in cui, incidentalmente li nomina, è per dire che intende dare centralità alle associazioni per la tutela e il benessere degli animali che operano sul territorio».
Nel programma del "campo largo", infatti, ci sono più o meno gli stessi elementi messi in luce da Bucci, come la "lotta" al randagismo che è messa proprio in chiaro, mentre al posto di fare un elenco poi è stato inserito tutto sotto il cappello della «promozione di assistenza materiale» per le persone di riferimento mettendo in luce però, cosa che manca nel programma di centrodestra ad esempio, la problematica del traffico di animali.
Finito dunque questo paragone tra i due programmi relativamente agli animali domestici, ciò che emerge è che da una parte e dall'altra tutta questa attenzione al tema semplicemente non c'è.
E' del tutto inutile, dunque e andrebbe detto chiaramente, continuare a "incensare le folle" con promesse trite e ritrite che non puntano prima di tutto e essenzialmente all'educazione delle persone, piuttosto che a blande promesse che mai sono state mantenute e che puntano su elementi di turismo e promozione lato Bucci e generici riferimenti a "essere solidali con gli animali" di Orlando.
Ciò non significa che non sia corretto implementare una politica di sostegno alle famiglie dal punto di vista economico però che sia fatto magari per le spese veterinarie, piuttosto che parlare di soldi da elargire per l'inserimento del microchip. Cosa oltretutto che può essere pure una buona idea, per carità, ma se fosse presentato come un vantaggio per chi adotta da un canile.
Poi c'è un'altra questione, ed ecco che ritorniamo a quanto già emerso nelle elezioni politiche del 2022: gli animali selvatici per il centrodestra esistono solo in funzione dei vantaggi da garantire alla lobby dei cacciatori. Per il campo largo, invece e almeno, le attività venatorie non sono proprio citate quindi c'è la speranza che in quel "benessere degli animali" genericamente indicato che si intende tutelare rientrino anche le specie non domestiche.
Insomma, in conclusione, non c'è nulla di nuovo sotto al sole della Liguria che possa splendere per un futuro in cui una regione meravigliosa conservi e preservi quello che è il suo patrimonio faunistico.
E, anzi, se dovesse vincere l'attuale Sindaco di Genova bisogna solo sperare che quel "valorizzazione e tutela dell'attività venatoria" non voglia dire che poi per "biosicurezza" non si arrivi a sparare anche ai lupi, visto che ai cinghiali già lo si fa, considerando pure che siamo quasi al sì definitivo per il declassamento a livello europeo come specie protetta.