Marea, la giovane tartaruga della specie Caretta caretta soccorsa lo scorso 2 aprile a Imperia e ricoverata all’Acquario di Genova, è tornata in mare davanti allo sguardo incuriosito di un nutrito gruppo di bimbi di asili nido e scuole d’infanzia che hanno potuto assistere all'evento.
Un’occasione per raccontare ai più piccoli la sua storia i problemi che molto spesso l’attività antropica causa alle tartarughe marine, l’attività che l’Acquario di Genova in collaborazione con Guardia Costiera e nucleo Cites dei Carabinieri porta avanti da 30 anni per la loro salvaguardia e per dare ai piccoli alcune informazioni base sui corretti comportamenti da tenere in mare per tutelare la biodiversità, soprattutto in vista del periodo estivo.
«Questo è un appuntamento importante – ha detto in una nota l’assessora alle Politiche scolastiche Marta Brusoni – sia per il rilascio di Marea ma anche per la presenza dei bambini delle nostre scuole comunali. Per loro, infatti, si tratta di un’occasione unica per poter imparare come rispettare il nostro mare, risorsa fondamentale della nostra città. Con l’avvicinarsi di “The Ocean Race – The Grand Finale”, poi, avviare i più piccoli alla cultura del rispetto delle nostre acque diventa ancora più importante. L’educazione al rispetto e all’acquaticità è uno dei punti cardine della nostra politica per l’infanzia e si colloca nell’alveo delle iniziative che abbiamo messo in campo insieme ad Acquario e Capitaneria di Porto».
Marea, un giovane esemplare di Caretta caretta di 7,2 kg e 37 cm di lunghezza, è stata individuata in difficoltà nei pressi del campo della regata MFI Eurocup Waszp 2023 a Imperia lo scorso 2 aprile dallo staff e dagli istruttori dello Yacht Club Imperia, organizzatore dell’evento. L’associazione Delfini del Ponente APS, autorizzata in deroga nel 2022 dal Ministero della transizione ecologica al prelievo, la manipolazione e al trasporto finalizzati al soccorso e cura degli esemplari di tartarughe marine, coordinata da Capitaneria di Porto e Acquario di Genova ha soccorso, messo in sicurezza e trasportato l’animale a Genova dove ha ricevuto tutte le cure necessarie.
Dalle visite veterinarie e dagli gli esami di controllo è emersa un’infezione batterica che aveva causato una debilitazione tale da manifestarsi, come al momento del ritrovamento, con i sintomi di una sindrome nota come cold stunning, comunemente detta ipotermia. Già dopo un giorno di ricovero l’esemplare era molto più reattivo e grazie alla terapia antibiotica somministrata, in poco meno di due mesi l’infezione è stata curata e risolta e Marea è oggi in un buono stato di salute pronta per tornare nel suo ambiente naturale.
L’Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per il recupero delle Caretta caretta (accordo Stato-Regioni). Nel 2017 è stato riconosciuto ufficialmente come centro di recupero e lunga degenza delle tartarughe marine dal Ministero della transizione ecologica. Una struttura di recupero come il Turtle Point della Stazione Zoologica di Napoli, che vi abbiamo mostrato in occasione della liberazione dell'esemplare da record ribattezzato Osimhen, come il calciatore del Napoli.
Questa attività è svolta in accordo con i Carabinieri Servizio Cites, che coordinano a livello nazionale l’applicazione della Convenzione di Washington che tutela questi animali, e in collaborazione con la Guardia Costiera, nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa vigente tra la Direzione Marittima e l'Acquario che ha l’obiettivo di definire e gestire i principi di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà, oltre che nel comune intento di rilanciare, in ogni favorevole occasione, un messaggio di massima sensibilità ambientale per stimolare l’utente del mare ad un radicale cambiamento culturale proteso al massimo rispetto dell’ambiente marino.
Diverse sono le cause che portano al ricovero degli animali. Tra le principali: interferenze con le attività di pesca, reti fantasma in cui rimangono imprigionate, ami di palamiti nella cavità boccale o nel tratto digerente, reti a strascico e da posta, ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo, a volte letali; patologie debilitanti che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.