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23 Maggio 2023
17:55

La peste suina africana arriva in Campania: primi casi accertati nel Salernitano

Le carcasse di diversi cinghiali in avanzato stato di decomposizione sono state trovate sabato 20 maggio nella provincia di Salerno. Le analisi hanno confermato che si tratta dei primi casi accertati di Peste suina africana.

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cinghiali

Le carcasse di diversi cinghiali in avanzato stato di decomposizione sono state trovate sabato 20 maggio nella provincia di Salerno. Le indagini biomolecolari condotte dall'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno di Portici (Napoli) hanno dato esito positivo per il virus della peste suina africana (Psa).

Si tratta di una malattia virale, innocua per gli esseri umani, letale per tutti i suidi, domestici e selvatici. È particolarmente insidiosa per gli operatori della zootecnia perché al momento non esistono cure e una volta entrata all'interno di un allevamento è capace di decimare in pochissimo tempo tutti gli individui. Il primo caso italiano è stato registrato in Piemonte nel gennaio 2022, probabilmente attraverso le vie di comunicazione con il Nord-Europa.

Il virus ha da subito iniziato a scendere lungo lo stivale, nonostante i lockdown dei boschi e le concessioni fatte ai cacciatori dai Governi Draghi e Meloni, fino ad arrivare nel Lazio a maggio dello scorso anno, e oggi in Campania.

Kodami ha seguito la vicenda della peste suina africana sin dal suo esordio, raccontando il dramma vissuto dai santuari che accolgono suidi, come la Sfattoria degli Ultimi, il rifugio alle porte di Roma che grazie al Tar ha evitato l'abbattimento di centinaia di individui perfettamente sani.

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La positività dei cinghiali ritrovati nel Vallo di Diano è stata confermata anche dal Centro di referenza nazionale di Perugia per le pesti suine dell'Istituto zooprofilattico sperimentale Umbria e Marche e, immediatamente, è stata convocata l'Unità di crisi alla presenza del Commissario straordinario per la Psa, del Centro di referenza nazionale e della Direzione generale della sanità animale del ministero della Salute.

Peste suina africana: emergenza europea

L'espansione a Sud della Peste suina africana coincide con la diffusione del nuovo studio della Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, che attesta il calo di casi in tutta Europa, e la conseguente regressione dell'emergenza.

Secondo l'Efsa nel 2022 i focolai di peste suina africana tra i suini domestici nei paesi dell'Unione sono diminuiti del 79% rispetto al 2021, mentre per quanto riguarda i cinghiali sono stati segnalati il 40% di casi in meno. Si tratta di dati che, soprattutto dopo il caso campano, non devono fare abbassare la guardia. È lo stesso direttore esecutivo dell'Autorità, Bernhard Url, a invitare i Governi a restare cauti: «Negli ultimi dieci anni – ha spiegato Url – la peste suina africana ha avuto un impatto drammatico sul settore dell'allevamento dei suini nell'Ue e continua a perturbare le economie locali e regionali. Sebbene la nostra ultima relazione mostri segni incoraggianti che gli sforzi per fermare la diffusione del virus possano entrare in vigore, il quadro in tutta l'Ue non è affatto universalmente positivo e dobbiamo rimanere vigili. Agricoltori, cacciatori e veterinari hanno un ruolo particolarmente importante da svolgere nella segnalazione di casi sospetti».

L'emergenza è ben lontana dalla fine, e il quadro europeo ed extrauropeo molto diversificato. La diminuzione dei casi tra i suidi domestici, infatti, è stata particolarmente marcata in Romania, Polonia e Bulgaria. Altrove, come in Lituania, ha registrato invece un lieve aumento. L'Italia figura tra gli 8 paesi citati nel rapporto ad aver segnalato focolai di suini domestici.

La gestione della crisi, quindi, è molto più ampia e complessa rispetto alla dimensione italiana, e starà ai Governi di tutti i Paesi mettere in atto delle strategie per contenere un problema comune, e comunitario.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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