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23 Maggio 2024
15:08

La personalità del cane dipende dalla razza?

La personalità del cane non dipende solo dalla razza, ma ci sono altri fattori importanti come il contesto e la relazione che influiscono sulla crescita e la formazione del carattere.

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La personalità del cane non dipende solo dalla razza ma ci sono altri fattori importanti che influiscono sulla crescita e la formazione del carattere. Il presupposto dal quale partire, infatti, è che ogni cane è unico e irripetibile: è un soggetto dotato di cognizioni ed emozioni che oltre ad avere caratteristiche legate alla genetica e dunque all'appartenenza a una determinata tipologia di razza ha sue preferenze, vive in un determinato contesto e in relazione con persone (e eventualmente conspecifici) che contribuiranno alla formazione del carattere.

Sicuramente è importante conoscere le motivazioni di razza, ovvero quei tratti distintivi che caratterizzano i soggetti che fanno parte di una determinata "categoria" di cani per avere ben chiaro quello che può essere definito come un punto di partenza nella scoperta del mondo dell'etologia canina. Approfondire le motivazioni, infatti, che su Kodami più volte abbiamo definito come "i desideri e i bisogni" che un cane ha, aiuta anche a fare una scelta consapevole nel momento in cui si decide di adottare un animale e anche in caso di meticci, in cui si intravedono caratteristiche morfologiche che richiamano alla mente una determinata genealogia.

Ma rimanere solo sull'attribuire poi al cane un carattere perché fa parte di una certa tipologia vuol dire non tenere in considerazione che, come accade per noi umani, il contesto in cui si cresce e le relazioni che si vengono a creare incidono sullo sviluppo e la formazione della personalità attraverso le esperienze che si faranno durante la vita.

Solo la razza non determina il carattere del cane

Uno studio recente ha messo in evidenza proprio questo aspetto: non è la razza che necessariamente determina il comportamento di un cane. Nell'articolo, pubblicato su Science, i ricercatori fanno una premessa importante: «Le moderne razze di cani domestici hanno solo circa 160 anni e sono il risultato della selezione di specifici tratti estetici. Per studiare come la genetica si allinea con le caratteristiche della razza, Morrill et al. ha sequenziato il DNA di più di 2000 cani di razza pura e mista. Questi dati, insieme alle indagini sulle persone di riferimento, sono stati utilizzati per mappare i geni associati ai tratti comportamentali e fisici. Sebbene molti tratti fisici fossero associati alle razze, il comportamento era molto più variabile nei singoli cani. In generale, l'ereditarietà dei tratti fisici era un maggiore predittore della razza, ma non era necessariamente un predittore dell'ascendenza della razza nei meticci. Tra i tratti comportamentali, l’educazione – ovvero quanto bene i cani rispondono alle indicazioni umane – era il più ereditabile per razza, ma variava in modo significativo tra i singoli cani. Pertanto, la razza del cane è generalmente un cattivo predittore del comportamento individuale e non dovrebbe essere utilizzata per orientare le decisioni relative alla selezione di un cane da compagnia».

«Abbiamo dimostrato che le caratteristiche comportamentali attribuite alle razze moderne sono poligeniche, influenzate dall’ambiente e riscontrate, con prevalenza variabile, in tutte le razze – concludono infatti gli studiosi – Proponiamo che i comportamenti percepiti come caratteristici delle razze moderne derivino da migliaia di anni di adattamento poligenico che precede la formazione della razza, con le razze moderne caratterizzate principalmente da tratti estetici».

Cosa determina la personalità del cane

La personalità di un cane, così, è un insieme che viene fuori da tre elementi principali: la razza (o il mix di razze), il contesto e le relazioni. Avendo già chiarito l'aspetto delle motivazioni, puntiamo l'attenzione sugli altri due fattori.

Come ha scritto Elena Garoni, veterinaria esperta in comportamento su Kodami: «Tutto comincia da cuccioli, e anche prima di nascere: sappiamo che alcuni aspetti, legati al temperamento, sono ereditati dai genitori. Dunque, insieme alla morfologia, i cuccioli possono assomigliare ai genitori anche per la vivacità, per la socievolezza, per la diffidenza o per la timidezza».

Poi il piccolo cresce e troverà in una persona (chiaramente stiamo parlando di cani di famiglia non del cane in generale, ovvero in natura) il suo punto di riferimento, in una fase che viene definita di "attaccamento secondario". La relazione che si instaura diventa così importante e fondamentale nella formazione del carattere, senza perdere di vista il dato di fatto che quel cane ha sue opinioni sul mondo e desideri che vuole esaudire indipendentemente dall'altro da sé, come del resto accade anche nelle relazioni tra noi umani. Il rispetto dunque della sua individualità sarà fondamentale per capire chi è e come si sta presentando al mondo, guidandolo nella crescita evolutiva come farebbe un "buon genitore".

Ancora, nel viaggio della vita che stiamo immaginando di questo soggetto, c'è da considerare il contesto nel quale si trova e cosa appunto gli accade intorno. L'ipotesi precedente, per esempio, di un cane adottato da una sola persona descrive una situazione in cui l'ambiente potrebbe variare a seconda, ad esempio, se i due convivono in un appartamento in città o in una zona di campagna. Ancora differente sarebbe invece l'esperienza che potrebbe fare un cane che condivide la vita con un altro suo simile o anche con un gatto. Insomma, il contesto e le relazioni sociali che Fido ha modificano la sua personalità e fanno sì che ognuno abbia le sue proprie caratteristiche.

Inoltre, come ha sottolineato Luca Spennacchio, istruttore e membro del comitato scientifico di Kodami: «Ogni cane ha un bagaglio esperenziale depositato nella sua straordinaria memoria che agisce sulla sua disposizione, su come si sente e su come si prepara ad agire o rispondere a ciò che gli accade attorno. È indubbio però che i cani cambiano nel tempo e la "personalità" è un po’ l’insieme di tutte queste cose, aggiungendo l’ingrediente "vocazioni" ossia quegli orientamenti individuali che spingono verse particolari espressioni comportamentali: magari una forte propensione al comportamento predatorio oppure all’accudimento degli altri o alla protezione degli affiliati o del territorio occupato dal proprio gruppo familiare e così via».

Esistono razze di cani più aggressive?

La domanda, posta in questi termini, necessita di una risposta che tenga conto di una considerazione preliminare: bisogna parlare di comportamento aggressivo e non di "cane aggressivo". Sembra una finezza ma di fronte alle costanti polemiche che si scatenano quando la cronaca nera (che non approfondisce sulle dinamiche e il contesto) rimanda a episodi terribili in cui un essere umano è morto a causa del comportamento di un cane è importante dare delle definizioni etologicamente corrette. Lo abbiamo spiegato su Kodami in altre occasioni e con un articolo specifico dedicato all'argomento in cui abbiamo sottolineato che «l'aggressività dei cani … non è un "difetto" del comportamento, come talvolta si è portati a credere, ma piuttosto una risorsa fondamentale, la cui totale assenza è invece da considerarsi una vera e propria patologia. L'aggressività infatti è uno strumento che il cane utilizza per esprimere chi è e cosa vuole in un preciso momento».

Il comportamento aggressivo nei cani può verificarsi per una serie di motivi ed è vero che può essere più frequente in alcune tipologie di cani, ma non bisogna generalizzare. La chiave per comprendere perché un cane diventa aggressivo sta nel riconoscere i segnali di comunicazione e nell'adottare misure per prevenire questi comportamenti. Diversi studi sottolineano che non è possibile nemmeno attribuire definitivamente solo a determinate tipologie un tratto di pericolosità maggiore. Come ha spiegato la veterinaria esperta in benessere animale Laura Arena su Kodami: «Gli studi epidemiologici sulle morsicature da parte di cani elencano tra le razze principalmente responsabili di aggressioni a persone, in primis, il Pastore Tedesco e suoi incroci, i meticci, il Cocker e lo Spring Spaniel, specialmente per le aggressioni dirette a familiari, il Labrador e Golden Retriever e i Terrier».

I risultati anche dello studio che abbiamo citato a inizio articolo, del resto, danno una risposta netta al dibattito che va avanti da tempo, ovvero se sia giusto o meno associare la pericolosità di un cane solo all'appartenenza a una determinata razza o sue derivazioni (si pensi ai Terrier di tipo Bull o ai molossoidi).

Come ha scritto Spennacchio, dunque: «sebbene la ricerca non abbia collegato in modo definitivo nessuna razza particolare all’aggressività, ci sono alcune razze che sono più inclini di altre a reagire in questo modo a causa (o grazie) alle caratteristiche genetiche impresse dalla selezione umana. Alcune di queste razze includono Pitbull terrier, Pastori tedeschi, Rottweiler e Doberman, solo per citare quelle che statisticamente sono più frequentemente coinvolte in incidenti legati al comportamento aggressivo sia nei confronti delle persone che di altri animali. Conoscere le peculiarità delle varie razze potrebbe dare una importante indicazione su quale possa essere il miglior contesto di vita e far comprendere se vi siano particolari esigenze per una miglior convivenza».

Ciò che dovremmo dunque chiederci è perché un cane, a prescindere dalla razza, diventi aggressivo. Domanda alla quale abbiamo provato a rispondere in questo video:

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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