L'orsa Amarena era su 4 zampe quando le hanno sparato un colpo di fucile con una carabina 7.62. Il proiettile calibro 12 le ha colpito una spalla, trapassandole il polmone e provocandone la morte per emorragia. La posizione in cui è stata raggiunta indica che in quel momento era innocua. Sono queste le prime conclusioni della necroscopia eseguita sul corpo dell'orsa dal veterinario forense Roberto Fico su disposizione del tribunale di Avezzano.
La notte del 31 agosto 2023 Amarena si trovava con i suoi due cuccioli a San Benedetto dei Marsi, in provincia dell'Aquila. L'orsa era entrata in un pollaio alla periferia cittadina quando il proprietario di casa, un 56enne del posto, è uscito imbracciando il fucile e facendo fuoco in direzione dell'animale. Le Guardieparco che monitoravano Amarena si sono subito attivate raggiungendo il luogo dello sparo, e lì hanno trovato l'orsa già in agonia, a due passi dal cancello del 56enne.
L'uomo ha ammesso di aver sparato, e di averlo fatto per paura. Una versione che aveva sin da subito destato la perplessità di chi conosce bene gli orsi bruni marsicani, come il direttore del Parco nazionale d'Abruzzo, Luciano Sammarone, il quale aveva spiegato a Kodami che «Amarena non aveva mai aggredito nessuno. Altri sono stati spaventati dalla sua presenza vicino alla loro casa, ma in questi casi ci si chiude dentro e si chiamano i Carabinieri, non si prende il fucile e si esce fuori».
Amarena era nota per essere un'orsa confidente che frequentava spesso i paesi, ma nei suoi quasi 10 anni di vita non aveva mai mostrato alcun segno di aggressività nei confronti delle persone. Un tratto comune alla sottospecie a cui apparteneva, quella dell'orso bruno marsicano, come chiarisce a Kodami anche lo zoologo Paolo Ciucci: «A livello genomico è diverso dall'orso bruno europeo. È molto più mansueto, e da tempo storico non vengono registrati casi di aggressione ma solo di "falsi attacchi" nei confronti dell'uomo. Tuttavia, se c'è una categoria potenzialmente pericolosa è proprio quella delle femmine con i piccoli. Perché vive per proteggerli, un meccanismo che accomuna molte specie animali, orso compreso – sottolinea l'esperto – Resta il dato di fatto che l'orso marsicano non è mai stato aggressivo nei confronti dell'uomo».
Anche la perizia eseguita da Fico sul corpo di Amarena sembra confermare che l'orsa non era in una posa d'attacco quando è stata uccisa. Un dato importante che non ha lasciato indifferente la politica. La capogruppo alla Camera di Alleanza Verdi-Sinistra, Luana Zanella, ha descritto l'episodio come «un'aggressione umana», e raggiunta da Kodami aggiunge: «Noi di AVS abbiamo proposto un aumento delle pene per chi si rende responsabilità di violenze contro le specie protette. In genere non amiamo proporre di risolvere i problemi attraverso soluzioni giudiziarie ma in questo caso ci pare indispensabile: la consapevolezza del ruolo delle specie protette, la loro preziosità per l’ecosistema, è una base della convivenza: se ne attenti l’integrità devi pagare».
L'orso bruno marsicano è la sottospecie di orso più rara al mondo, nel restano tra i 50 e i 60 esemplari nel solo Appennino Centrale. Si tratta di una popolazione fortemente a rischio sia a causa della scarsa variabilità genetica che per il conflitto con l'uomo. Come emerge dall'ultimo Rapporto Orso, stilato annualmente dal personale del Pnalm, la maggior parte degli orsi dal 1970 a 2022, è morta per cause legate a fenomeni di illegalità, pari al 41-49% del totale; il 28-32% a cause di natura antropica; e solo il 18-20% per cause naturali.
Guardando nel dettaglio della serie storica registrata dal Parco, le armi da fuoco e gli incidenti stradali sono tra le cause di morte più comuni per questi animali. Se nel 2022 l'Ente Parco ha esultato per il primo anno, dal 2005, senza registrare il rinvenimento di nessun marsicano senza vita, nel 2023 sono state invece registrate le morti dei due orsi più significativi della specie: Juan Carrito, morto in un incidente d'auto sulla strada provinciale 17, nota come "killer di orsi"; raggiunto pochi mesi sua madre Amarena, uccisa da un colpo di fucile.
Ora, il prossimo passo fondamentale per chiarire le esatte dinamiche della morte di Amarena, è rappresentato dalla perizia balistica eseguita dal maggiore dell'Esercito italiano, Paride Minervini che dovrà stabilire la distanza e la traiettoria del proiettile che ha colpito a more l'orsa, e quindi anche definire esattamente le responsabilità dell'indagato.