La parvovirosi canina è una grave patologia intestinale e/o del cuore, causata dal parvovirus canino di tipo 2 (CPV-2), uno dei più importanti patogeni dei cani. È estremamente contagiosa, infatti si riscontra con maggiore frequenza nei rifugi, negozi di animali e negli allevamenti. La malattia è caratterizzata da un rapido decorso clinico che può portare alla morte dei soggetti 2-3 giorni dopo la comparsa della sintomatologia.
La parvovirosi può colpire cani di qualsiasi età, ma è più frequente e grave nei cuccioli tra le 6 settimane e i 6 mesi. Tutte le razze sono suscettibili alla malattia, sebbene gli incroci siano meno sensibili dei cani di razza pura. Rottweiler, Springer spaniel, Pitbull e Pastore tedesco sono le razze che più frequentemente possono ammalarsi di parvovirosi.
Cause della parvovirosi nel cane
La fonte principale d’infezione è costituita dagli animali ammalati che eliminano il virus sia con le feci che, in presenza di viremia, con la saliva, urine e vomito. Esiste anche la possibilità che animali che hanno superato la malattia, dunque senza più sintomi, eliminano il virus nell’ambiente esterno. La via di contaminazione più frequente è oro-fecale attraverso il contatto con le feci di cani infetti o superfici contaminate. Il CPV ha un’elevata capacità di resistere nell’ambiente esterno e non si può escludere una possibile via di infezione rappresentata da animali di altre specie, insetti o personale addetto ai canili.
Sintomi della parvovirosi canina
Gli organi bersaglio del CPV-2 sono principalmente l’intestino, i tessuti linfoidi, il midollo osseo e il cuore. Il periodo di incubazione dura dai 3 ai 7 giorni, poi si manifestano i segni della malattia che è caratterizzata da due forme cliniche, quella enterica e/o quella miocardica. La prima, più frequente, è caratterizzata da vomito, diarrea emorragica, depressione, perdita di appetito, febbre e disidratazione che può portare a morte l’animale.
L’infiammazione del cuore (miocardite) può essere osservata indipendentemente dalla forma enterica oppure essere conseguente a questa. La mortalità è molto alta ed il decesso è rapido preceduto da segni di difficoltà respiratorie. La forma miocardica insorge più frequentemente nei cuccioli in età perinatale e si accompagna anche a congestione epatica, ascite e tachicardia.
L'infezione da parvovirus canino è anche caratterizzata da una riduzione dei globuli bianchi (linfopenia) per l’interessamento del midollo osseo e degli organi linfoidi.
Trattamento della parvovirosi canina
Non esiste una cura specifica per la parvovirosi. È importante una diagnosi tempestiva da parte del veterinario, che deciderà eventuali terapie, come la fluidoterapia per limitare la disidratazione.
L’importanza della vaccinazione
La vaccinazione dei cuccioli previene l’insorgenza della malattia. I vaccini contro CPV sono sicuri e conferiscono un'immunità protettiva che consente di controllare efficacemente l’insorgenza della malattia. Tuttavia, il virus è ancora ampiamente distribuito in natura, per cui se i cuccioli non sono vaccinati o se la vaccinazione viene effettuata quando i cuccioli hanno ancora gli anticorpi protettivi materni gli animali non risultano protetti rischiando facilmente di ammalarsi.
Infine, questo virus, come tutti i virus, è soggetto a mutazioni. Varianti mutate di CPV (CPV-2 b, c), presenti anche in Italia, possono dar luogo ad infezione singole o associate al virus naive difficilmente distinguibili clinicamente.