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25 Ottobre 2022
12:33

“La pantera delle nevi”: pazienza e silenzio per essere ammessi al grande spettacolo della natura

Vincent Munier e Sylvain Tesson, un fotografo naturalista e uno scrittore ambientalista, sono i protagonisti del film "La pantera delle nevi". Un viaggio in Tibet alla ricerca di un felino solitario e sfuggente, in un lungo confronto con la natura.

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Giornalista
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Struggente e indimenticabile, è arrivato nelle sale cinematografiche La pantera delle nevi, il docu-film diretto da Marie Amiguet & Vincent Munier e narrato dallo scrittore Sylvain Tesson, che ha vinto come Miglior Documentario ai Premi César 2022 e Miglior Documentario di Esplorazione e Avventura al Trento Film Festival 2022, ma ha soprattutto aperto cuori e menti su cosa può e deve essere il rapporto degli uomini con la natura e gli animali.

Emozionante, bellissimo e appassionante come un film d’azione a movimento lento e lunga degustazione, La pantera delle nevi è stato girato in due soggiorni di tre settimane nel Tibet orientale, su altipiani alti in media 4.572 metri, con picchi a 6.096 metri, con una troupe molto ristretta di quattro persone: i due personaggi, Sylvain e Vincent, il regista, Marie, e il procuratore distrettuale, Léo-Pol.

La storia, lenta e avvolgente, ci trasporta in uno scenario lunare e apocalittico nello stesso tempo: silenziosi altipiani scoscesi e mute montagne congelate pullulanti di vita animale che due uomini affrontano armati di macchine fotografiche e tanta, infinita, pazienza.

L’obiettivo è il sacro Graal di ogni naturalista appassionato di fauna selvatica: la pantera delle nevi, il felino solitario più elusivo e difficile da incontrare che esista, originario delle catene montuose dell'Asia centrale e meridionale, elencato come vulnerabile nella Lista Rossa IUCN, perché si stima che la popolazione globale residua sia composta da poche migliaia di individui (meno di 10 mila), e si prevede che diminuirà ancora di circa il 10% entro il 2040.

Alla ricerca della pantera delle nevi, a meno 25° in completa solitudine

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Uno Yak tibetano immortalato dal fotografo naturalista Vincent Munier (frame del docu film La pantera delle nevi)

La ricerca della pantera delle nevi, per un incontro e una fotografia che vale una vita, conduce il fotografo naturalista Vincent Munier, per tre anni consecutivi, dal 2000 al 2002, vincitore del prestigioso BBC Wildlife Photographer of the Year,  e il suo compagno di avventura, lo scrittore Sylvain Tesson (voce narrante della storia, nella versione italiana doppiata dallo scrittore Premio Strega Paolo Cognetti), nei passaggi impervi del viaggio interiore e della scoperta dei propri limiti e delle proprie debolezze e resistenze.

Alla ricerca della pantera delle nevi (Panthera uncia) che abita le zone alpine e subalpine, tra i 3.000 e i 4.500 m di altezza, che vanno dall'Afghanistan orientale, dall'Himalaya e dall'altopiano tibetano, passando per la Siberia meridionale, la Mongolia e soprattutto per la Cina occidentale, i due assaporeranno albe e tramonti in un lungo e persistente confronto con la natura e le sue sfide, affrontando temperature fino ai 25 gradi sotto lo zero, il lavoro e l’attesa sotto una neve fitta e persistente, cibo in scatola e pesanti attrezzature da portare a spalla, la diminuzione dell’ossigeno e la conseguente diminuzione delle capacità di reazione.

Troveranno un mondo incantato e inesplorato, abitato da animali che sembrano usciti da una foresta ideale. Accompagnati dalle musiche originali di Warren Ellis e Nick Cave, ci stordiranno con lo sguardo accigliato di uno Yak, il vagabondare senza meta di tre orsi, il movimento a scatti di un gatto di Pallas che adocchia e insegue la preda. Effetti speciali di sguardi completamente a loro agio nel loro habitat vergine e mai violato dagli uomini, dominatori di un territorio che è ancora proprietà esclusiva e mai condivisa con gli esseri umani.

«Per condividere il nostro amore per la natura e perché non siamo da soli come dice Nick Cave alla fine del film – spiega Vincent Munier. – Dobbiamo sintonizzarci con tutti gli altri animali per poterci salvare». Gli appostamenti vissuti «come un’estetica e una filosofia» raccontano la scelta di non invadere, non profanare, non distruggere un territorio e l’equilibrio immortale che lo abita, permettendoci solo azioni che lo rispettino e lo preservino.

«Monier mi aveva permesso di sollevare un lembo del velo, per contemplare il vagabondare dei principi della terra» racconta Sylvain Tesson. Entrambi ci lasciano, emozionati e storditi, con un monito. «Godi per ciò che ti si offre. Abbia fede nella sua poesia. Sii contento del mondo. Battiti per la sua salvezza».

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Il fotografo naturalista pluripremiato Vincent Munier in un frame del docu film "La pantera delle nevi"
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L’avvistamento notturno della pantera delle nevi (dal film "La pantera delle nevi")
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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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