Il primo gesto amorevole che riceve dopo decenni di solitudine è quel cucchiaio di miele che le arriva attraverso le sbarre. Ma gli occhi, come gli occhi di tutti gli orsi della luna in cattività, continuano ad essere i più tristi del mondo. Eppure per questo esemplare dal mantello eccezionalmente così chiaro da sembrare color oro, è arrivato il momento della libertà, anche se ancora non ne è consapevole.
Gold, così viene voglia di chiamarla per quel suo pelo tanto fulvo da sembrare dorata, è uno dei sette orsi appena liberati da un’orribile fattoria della bile vietnamita. Uno di quei lager dove questi animali, splendidi e maestosi, vengono segregati spesso per tutta la vita in gabbie piccole e fatiscenti. Sbarre arrugginite li separano dal resto del mondo e impediscono loro anche i movimenti più banali: molti non smettono di rosicchiarle, fino a farsi sanguinare le gengive e spezzarsi i denti, pur di combattere la noia della prigionia. La loro vita, infatti, è scandita dall’estrazione quotidiana della bile che produce la loro cistifellea. Un’estrazione lenta e dolorosa, attraverso una cannula di metallo conficcata nella pancia da dove la bile gocciola per venire poi raccolta e rivenduta. Ad acquistarla sono i produttori di alcuni medicinali molto diffusi in Asia. Sciroppi, digestivi, ma anche shampoo e liquori vengono prodotti utilizzando la bile di questi poveri orsi, in nome di una tradizione obsoleta e ormai superata. Da tempo infatti esiste ed è sul mercato una bile sintetica ed erboristica.
Il salvataggio organizzato da Four Paws: sette orsi liberati dalla tortura dell’estrazione della bile
Tra Cina e Vietnam sono ancora migliaia le fattorie della bile che sopravvivono. Rimangono aperte, malgrado l’intensa attività di associazioni animaliste che, da anni, si battono con i governi locali affinché questa pratica venga interrotta definitivamente. Gli orsi, o quel che resta di loro, potrebbero finalmente trovare pace in una seconda, meritatissima, vita. Per Gold, il momento è arrivato grazie a Four Paws, l’associazione internazionale che si occupa di benessere animale ed è attiva dal 2017 in Vietnam. L’orsa è stata salvata assieme ad altri sei esemplari da due fattorie della bile nella provincia di Binh Duong, nel Vietnam meridionale. Per loro si sono aperte le porte del santuario di Ninh Binh, nel nord del paese, dove verranno curati e protetti per il resto della loro vita. Ma migliaia e migliaia di orsi della luna continuano a vivere in pietose condizioni, prigionieri a vita senza aver commesso alcun reato. Per questo associazioni come Four Paws non smettono di lavorare, anche dopo successi come questo.
L’orsa dorata è una vera rarità: gli orsi della luna sono neri e caratterizzati da una macchia bianca sul collo
Gold, a causa del suo mantello fulvo, è un esemplare molto raro. Perché gli orsi della luna, il modo “gentile” con cui viene chiamato l’Ursus thibetanus, sono tipici per la loro pelliccia folta, lucida e scurissima, macchiata da quella mezza luna bianca sotto il collo che ha dato loro quel soprannome che li caratterizza. Ma la sua bellezza ed eccezionalità non sono riusciti a salvarla dalla cattura, ancora cucciola, e da una vita di soprusi. «Sono disponibili poche ricerche scientifiche su questi rari orsi color oro. Tuttavia, le analisi genetiche effettuate mostrano che non si tratta di nuove specie o sottospecie ma di una varietà di colore del tradizionale mantello nero. Questo è un fenomeno simile a quello delle tigri bianche che sono una varietà di colori delle tigri del Bengala», afferma Barbara van Genne, responsabile Wild Animal Rescue & Advocacy di Four Paws.
Gold è stata tanto abusata da essere stata ritrovata soltanto con tre zampe e gli orsi con zampe mancanti sono, sfortunatamente, uno spettacolo comune. «Secondo il suo ex proprietario, l'ha persa quando è stata catturata in natura con una trappola. Non solo vengono fatti prigionieri con metodi crudeli e maltrattati per la loro bile, ma anche mutilati per il vino della zampa d'orso e prodotti simili derivati dalla fauna selvatica. La bile è utilizzata per la medicina tradizionale, sebbene ci siano molte alternative a base di erbe sintetiche prontamente disponibili con le stesse proprietà medicinali», conclude van Genne.
Nel santuario li attende la rinascita
Nel santuario di Ninh Binh i sette orsi salvati, quattro maschi e tre femmine tra i diciotto e i vent’anni, verranno accolti dai veterinari di Four Paws per riservare loro le cure migliori e riportarli ad uno stato di benessere dimenticato da tempo. «Gli orsi riceveranno controlli sanitari completi – afferma Emily Lloyd, Animal manager del santuario – ci aspettiamo infiammazioni e infezioni croniche della cistifellea dovute agli anni di estrazione biliare antigienica, e malattie dentali, ma conosceremo la piena estensione o gravità delle loro condizioni soltanto nelle prossime settimane. Per ora sono già stati predisposti piani di trattamento individuali e daremo loro alcuni giorni per ambientarsi». Il santuario, nel Vietnam del nord, è predisposto per accogliere nel migliore dei modi 44 orsi. Ma sono già iniziati i lavori per il suo ampliamento. C’è lo spazio per la quarantena a cui devono sottoporsi i nuovi arrivati, c’è l’infermeria e, soprattutto, ci sono gli ampi spazi verdi dove gli orsi possono liberamente giocare, fare il bagno, prendere il sole. E riposare, dopo aver attraversato tante disavventure.
Animals Asia: oltre 20 mila gli orsi ancora detenuti nelle fattorie asiatiche per sottrargli la bile
«Sono ancora oltre 20.000 gli orsi, per la maggior parte orsi della luna, ma anche orsi del sole ed orsi bruni, detenuti nelle fattorie asiatiche per consentire la regolare estrazione della loro bile a scopi commerciali», spiega Animals Asia, altra associazione animalista presente in Cina e in Vietnam con i suoi santuari e da quasi un ventennio attiva nelle politiche di confronto con le autorità locali per mettere fine alle fattorie della bile. «La gran parte di questi orsi è rinchiusa all’interno di gabbie anguste, a volte talmente piccole da impedire agli animali di cambiare posizione o di stare su quattro zampe. Alcuni, vengono rinchiusi in gabbia da cuccioli, e non lasciano mai la loro prigione, sopravvivendo in queste condizioni anche per 30 anni. Spesso, diventano troppo grandi per poter essere liberati dalla gabbia attraverso l’apposita apertura, e i loro corpi portano i segni lasciati dalle sbarre. Questo, non ha conseguenze negative soltanto sulla loro salute fisica, ma crea seri problemi anche a livello psicologico».
I pericoli della bile che proviene da orsi malati: spesso contaminata e infetta
Ma il problema delle pessime condizioni di vita di questi esseri ricade direttamente anche sugli esseri umani. Chi compra i prodotti realizzati con la bile degli orsi pensa che siano in grado di produrre effetti benefici, ma non è consapevole delle malattie a cui si espone utilizzandoli. «Gli esami hanno dimostrato che la bile estratta da orsi malati è spesso contaminata con sangue, pus, feci, urina, batteri e cellule tumorali», spiegano i veterinari di Animals Asia. Nonostante ciò, l’allevamento di orsi prosegue, nonostante la disponibilità di alternative sintetiche ed erboristiche, efficaci ed economiche, e malgrado il pericolo di malattie derivato dall’utilizzo di bile proveniente da orsi malati. «La domanda di bile arriva perlopiù da Cina, Giappone, Corea, Vietnam, Malesia e Taiwan. Ma i prodotti a base di bile d’orso possono essere reperiti anche in Australia, Indonesia, Laos, Birmania, Singapore, Stati Uniti e Canada».
Il salvataggio degli orsi: un’operazione complessa dove tutto è organizzato alla perfezione
Il salvataggio di orsi di questa stazza non è mai uno scherzo. Le operazioni organizzative sono lunghe e meticolose, niente viene lasciato al caso. Dalle misure di sicurezza per gli animali e per gli addetti al trasporto, alle norme igieniche, rese ancora più rigorose in tempi di Covid-19. Quaranta le ore di viaggio che separano le due località, situate esattamente agli opposti del paese del sud asiatico, per portare in salvo i sette orsi recuperati da Four Paws in quest’ultima missione. Quando gli addetti di Four Paws arrivano nella fattoria della bile dove gli orsi sono prigionieri il panorama è tristemente consueto: accovacciati sul pavimento di metallo delle gabbie, gli orsi aspettano. Le zampe disidratate (gli orsi amano moltissimo l’acqua e, quando possono, ci trascorrono immersi ore e ore), gli sguardi spenti, le ferite aperte e le unghie lunghissime e affilate a causa della mancanza di attività di qualsiasi genere, sono lo spettacolo a cui i volontari sono abituati.
Il miele, l’acqua, le prime accortezze: gli orsi scoprono la meraviglia del benessere
Lentamente, con pazienza, vengono attirati nelle gabbie da trasporto, grazie a cucchiai di miele che sono una vera delizia per questi animali abituati a mangiare, da anni, poco e male. Trasferiti sul camion, il viaggio può partire. Loro non lo sanno, ma quando finalmente si apriranno le porte del santuario che li accoglierà, potranno, spesso per la prima volta, toccare l’erba e rotolarsi al sole, cosa che adorano. Prima della partenza, appena fatti uscire dalle gabbie sporche e maleodoranti dove sono stati inermi per anni e anni, li accoglie però la prima doccia ristoratrice con l’acqua che arriva da una pompa portata apposta. Gli orsi della luna gradiscono sempre. Ed è lì, sotto lo scroscio dell’acqua che li rinfresca e li rigenera, che iniziano a capire che una nuova vita sta per cominciare. Ed è lì, quando si strofinano le zampe sul muso finalmente bagnato, che iniziano a fidarsi di nuovo degli uomini e a capire che, forse, ce l’hanno fatta.