È stata appena presentata la nuova Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani, il più completo inventario sul rischio di estinzione delle specie di vertebrati terrestri e acquatici che vivono in Italia. L'aggiornamento arriva a distanza di quasi dieci anni dalle ultime valutazioni pubblicate nel 2013 e restituisce da un lato un quadro piuttosto incoraggiante per alcuni animali, che grazie ai progetti di tutela si sono ripresi e hanno migliorato il loro status di conservazione, ma dall'altro mostra una situazione a dir poco drammatica per numerose specie, ancora seriamente minacciate di estinzione.
Complessivamente, sono 700 le specie di vertebrati valutate secondo le metodologie dell'International Union for the Conservation of Nature, la più autorevole organizzazione mondiale per la salvaguardia e la conservazione della natura. Oltre 100 specie rischiano seriamente di scomparire nel giro di pochi anni e purtroppo alcune di queste hanno visto peggiorare il loro status di conservazione. Sono infatti 40 le specie In pericolo critico (CR), la categoria immediatamente precedente all'estinzione, tra cui compaiono per la prima volta anche lo squalo volpe, la trota mediterranea, il falco pescatore, il voltolino e la schiribilla, due uccelli acquatici della famiglia dei rallidi.
Per trovare quelle che purtroppo rischiano più di tutte bisogna guardare, come accade ormai da tempo, a quei gruppi che purtroppo stanno subendo un declino drammatico un po' ovunque: pesci d'acqua dolce, pipistrelli e anfibi. Tra le specie a maggiore rischio troviamo infatti la savetta, il carpione del Garda, il temolo adriatico, il geotritone del Sarrabus e l'orecchione sardo, animali per cui poco o nulla è stato fatto per scongiurarne l'estinzione.
Particolarmente disperato è stato di alcuni pipistrelli e dei pesci d'acqua dolce italiani, di cui nessuna specie è riuscita a migliorare anche solo leggermente il suo status di conservazione. I pesci di fiumi, laghi e torrenti se la passano purtroppo molto male in tutto il mondo. Le cause sono molteplici, ma tutte riconducibili a un comune denominatore identificabile nelle conseguenze dello sviluppo antropico e dello sfruttamento dell'ambiente naturale senza regole. Completano il quadro degli animali più a rischio 65 specie inserite "solamente" all'interno della categoria In pericolo (EN).
C'è però anche qualche buona notizia per la fauna vertebrata italiana: in questi ultimi dieci anni alcune specie sono cresciute numericamente e sono riuscite a migliorare il loro status di conservazione. Prima su tutte il lupo, che ha visto espandere il suo areale in maniera estremamente rapida, come dimostrano anche i risultati del primo monitoraggio nazionale della specie pubblicati recentemente.
Ma ad essersi riprese troviamo anche la lontra, il gatto selvatico, il tursiope, la nottola gigante, il grifone e diverse altre specie di uccelli, come il gracchio corallino, il culbianco e il gabbiano corso. Per molte di queste il merito di questo trend positivo è da ricercare soprattutto in una più accurata indagine rispetto agli anni precedenti o una naturale espansione legata al miglioramento delle condizioni ambientali. Per altre però, come per esempio il lupo e soprattutto il grifone, la ripresa è in buona parte merito dei progetti di conservazione.
L'aggiornamento della Lista Rossa dei vertebrati italiani dimostra infatti che la conservazione – quando è fatta bene – funziona e aiuta le specie a riprendersi. Ma dimostra anche che la maggior parte degli animali a rischio sono soprattutto quelli meno carismatici, che ricevono purtroppo scarsa o nulla attenzione mediatica e pochissimi fondi per la loro tutela. Pesci, anfibi, rettili, pipistrelli e piccoli mammiferi, sono perlopiù sconosciuti al grande pubblico e poco o nulla studiati se paragonati ai grandi carnivori o agli uccelli rapaci.
Questo specie rischiano quindi di sparire nell'indifferenza generale nel giro di pochissimo tempo, rendendo così il nostro mondo infinitamente più povero. L'Italia custodisce un enorme patrimonio di biodiversità in termini di ricchezza di specie. Gli ambienti italiani ospitano una fauna estremamente diversificata e tra le più ricche di tutta l'Europa. Circa il 10% delle specie è endemica, significa che vivono solo qui e in nessuna altra parte del mondo. Questa ricchezza inestimabile è però concretamente minacciata dalle attività umane e dall'indifferenza generale e il tempo a nostra disposizione sta per scadere.