La campionessa olimpica Federica Pellegrini si commuove di fronte alle immagini mostrate da Animal Equality, organizzazione internazionale per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare. Nel video diffuso dall'associazione la nuotatrice dialoga con la responsabile campagne di Animal Equality Italia, Ombretta Alessandrini, scoprendo il trattamento crudele riservato a madri e cuccioli negli allevamenti intensivi.
Nel corso dell'attività investigativa che da anni Animal Equality conduce sul campo, gli attivisti hanno documentato ciò che accade agli animali negli allevamenti di tutto il mondo. Federica Pellegrini ha deciso di incontrare e di immergersi nella realtà aumentata per osservare le condizioni disumane in cui versano gli animali negli allevamenti intensivi.
Nell’industria della carne, le scrofe sono confinate in gabbie così piccole da impedire loro di muoversi liberamente, privandole della possibilità di prendersi cura dei propri cuccioli. Nell’industria lattiero-casearia, le mucche vengono separate dai loro vitelli poco dopo la nascita, condannate a ripetuti cicli di gravidanze forzate per soddisfare la domanda di latte destinato al consumo umano.
Nella sola Unione Europea ci sono ben 142 milioni di suini, 76 milioni di bovini, 60 milioni di pecore e 11 milioni di capre, senza contare polli e altri animali che hanno il macello come unico orizzonte possibile.
Dopo aver indossato il visore iAnimal (un progetto di realtà virtuale che crea un’esperienza immersiva a 360 gradi in cui lo spettatore viene trasportato all’interno degli allevamenti intensivi), Federica Pellegrini è rimasta profondamente colpita da ciò che ha visto e ha dichiarato: «Sono video talmente scioccanti… Noi viviamo la nostra bella vita e a volte non abbiamo neanche voglia di capire da dove viene, che percorso ha fatto la carne che abbiamo davanti, però sono immagini che potrebbero davvero cambiare le scelte quotidiane delle persone».
«Nell’industria alimentare gli animali più vulnerabili sono spesso i più dimenticati. Non possiamo più ignorare il loro dolore. Ogni bicchiere di latte o fetta di carne ha un costo nascosto fatto di sofferenza e sfruttamento. È giunto il momento di compiere scelte più compassionevoli», ha affermato Alessandrini.