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18 Gennaio 2024
11:34

La motivazione predatoria

La motivazione predatoria è il piacere e il bisogno di inseguire gli oggetti o i soggetti in movimento. La riconosciamo nella tendenza ad inseguire la pallina, ma anche nei cani che amano inseguire i runner.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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La motivazione predatoria è il piacere, il bisogno e l'abilità nell'inseguire oggetti o soggetti in movimento. Come ogni motivazione è legata a doppio filo con l'etologia della specie e la manifestazione di questo bisogno fa parte dei comportamenti che contraddistinguono i cani, anche se non tutti la manifestano in egual misura.

La riconosciamo soprattutto nel gioco del lancio della pallina, quando il nostro cane è felice di poterla inseguire ed acciuffare, ma anche nell'attitudine a inseguire i propri simili o i runner e i monopattini che passano veloci in città. Per questo motivo, è importante conoscerla e riconoscerla, in modo da evitare che da talento, bisogno e desiderio si trasformi in ossessione, complicando l'intera vita insieme, soprattutto negli ambienti urbani, dove tutto è in costante movimento.

Non dobbiamo però pensare che sia un aspetto negativo della personalità del cane con cui viviamo, perché esattamente come tutte le altre motivazioni, se esiste è per un motivo legato all'evoluzione della specie e anche alla selezione avvenuta nei secoli per mano dell'uomo. 

Come riconoscere la motivazione predatoria

La motivazione predatoria è racchiusa nei comportamenti legati all'inseguimento e al desiderio di rincorrere. La vediamo nel semplice lancio della pallina o del legnetto (dove è abbinata alla motivazione sillegica, se il cane riporta l'oggetto al pet mate o in un luogo sicuro), ma la si distingue anche in altri comportamenti che non hanno a che fare con momenti ludici. Sempre la motivazione predatoria (abbinata a quella competitiva) spinge i cani anche a giocare inseguendosi tra loro.

È il caso (anche se non sempre) dei numerosissimi cani che inseguono le biciclette o le automobili e può quindi portare a vivere momenti complessi durante la quotidianità. Proprio per questo motivo è importante conoscere e riconoscere i comportamenti tipici della specie, aiutando il proprio cane a direzionarli verso target adeguati e a proporli in contesti in cui questa tendenza non rappresenti un rischio.

Talvolta si tende a credere che le motivazioni siano solo talenti e interessi dei cani, ma non dobbiamo scordare che proprio attraverso la proposta di un'azione legata a una motivazione il cane cerca anche di rifuggire la frustrazione e lo stress. Un soggetto che si trova in difficoltà, magari perché non ha l'opportunità di vivere una vita soddisfacente, perché non può mettere in atto le sue motivazioni più forti, è possibile che mostri il proprio disagio con la motivazione predatoria, la quale può essere diretta verso target inadeguati (come appunto le biciclette, i runner e le auto).

Infine, è bene specificare anche che questa motivazione non è messa in atto solo con l'azione vera e propria dell'inseguimento, ma si può notare anche nell'intenzione del cane, dimostrata dallo sguardo fisso sul target, o dall'abbaio nella sua direzione, anche se il soggetto rimane immobile, magari perché impedito dal guinzaglio.

I cani esperti di motivazione predatoria

I primi cani a cui verrebbe da pensare quando si parla di motivazione predatoria sono i cani da caccia (o mix di queste razze), selezionati proprio per inseguire gli animali in movimento. Bisogna però specificare che non vale per tutte le categorie di cani abituati ad accompagnarci nelle attività venatorie. I segugi, ad esempio, hanno una motivazione predatoria che si manifesta soprattutto (e quasi unicamente) nel contesto della caccia, mentre non attingono con particolare piacere a questa spinta se si trovano a dover inseguire una pallina o un rametto. Attraverso la selezione, insomma, abbiamo favorito la nascita di soggetti che sanno verso quale target direzionare la motivazione e di solito non la usano nel gioco, ma in contesti più legati all'inseguimento del selvatico.

Ciò nonostante, vi sono anche alcuni cani da caccia che la motivazione predatoria la propongono invece spesso e volentieri anche in queste situazioni ed è il caso dei Terrier (Jack Russel Terrier e Fox Terrier tra i molti cani di questa categoria) ovvero un gruppo di razze selezionate per inseguire le piccole prede (come i roditori o le volpi) con coraggio e ostinazione fino alle loro tane.

Lo stesso vale anche per i Pinscher e gli Schnauzer (selezionati invece per proteggere dai roditori le scuderie) e per i cani da compagnia nati da antiche razze da caccia. Non dimentichiamo che possono manifestarla anche i meticci, i quali hanno un patrimonio motivazionale forse più imprevedibile ma altrettanto interessante.

Vi sono poi anche i Terrieri di Tipo Bull, ovvero le razze nate dall'incrocio tra i Bulldog di selezione inglese e i Terrier. La loro storia è legata a doppio filo ai combattimenti (oggi fortunatamente illegali) e questa vocazione è ancora oggi evidente proprio per via della grande reattività che mostrano nei confronti degli improvvisi movimenti altrui.

La motivazione predatoria, infine, è indispensabile anche per i cani da conduzione delle greggi, come i Border Collie, i quali devono essere capaci di inseguire le pecore intenzionate ad allontanarsi. In questo caso, però, la selezione operata dall'uomo ha fatto in modo di modificare l'intento dei cani: dopo aver raggiunto l'animale in questione, il conduttore si limita a fermarlo (magari anche con una pinzata), ma senza una vera intenzione venatoria, che porterebbe al ferimento o alla morte degli animali.

Una motivazione predatoria simile è anche quella dei Pastori Tedeschi e dei Pastori Belgi, sebbene i loro compiti siano sempre stati più eterogenei e in passato abbiano lavorato sia come conduttori che come guardiani, pronti ad inseguire ciò che si muove anche per proteggere i propri spazi (motivazione territoriale) e i propri umani (protettiva).

Nella loro mente

Il cane con una forte motivazione predatoria tende ad essere spesso in allerta e a tenere alto il livello di attenzione, sia da un punto di vista visivo che uditivo. È pronto allo scatto e prova vero e proprio piacere nell'inseguire.

Si tratta di una motivazione abbinata a livelli di attivazione emozionale (arousal) piuttosto alti e può essere paragonata a ciò che proviamo noi umani durante una partita a tennis, quando abbiamo l'attenzione focalizzata sull'arrivo della pallina e sulla risposta che dobbiamo dare una volta che essa ha raggiunto la nostra racchetta. Un altro esempio è quello dell'attaccante nel calcio, che segue con attenzione l'arrivo del pallone, pronto a scattare per riceverlo e correre in porta. Grazie a questi paragoni sportivi, seppur azzardati, viene spontaneo abbinare la motivazione predatoria a quella competitiva e si può quindi intuire ciò che accade nella mente del cane che, con intenzioni legate anche all'agonismo, insegue un conspecifico durante i momenti ludici.

Vi sono però alcuni casi in cui (soprattutto alcune razze, come ad esempio i levrieri) il cane supera il livello di eccitazione tipico del gioco ed entra in un agonismo che potremmo definire "fuori scala", il quale potrebbe portare ad acciuffare a tutti gli effetti l'altro come se fosse una preda. D'altronde abbiamo selezionato i levrieri proprio per inseguire le specie che amiamo cacciare, quindi non dovremmo stupirci.

Il consiglio in questo caso (e ogniqualvolta il cane mostri una motivazione predatoria troppo spiccata) è ancora una volta quello di contattare un educatore cinofilo che lavori con approccio cognitivo e vi aiuti a favorire un equilibrio motivazionale, in modo che il cane possa conoscere quante più strategie di gioco possibili, senza dover ricorrere ogni volta alla motivazione predatoria, che è forse la prima a venire offerta, perché è un talento forte e radicato profondamente nell'etologia della specie.

Come giocare con la motivazione predatoria

La  motivazione predatoria è forse una tra le più sfruttate e valorizzate dai pet mate durante i momenti ludici trascorsi insieme al proprio cane. Rimanda infatti a questa motivazione il gioco del rincorrere la pallina, ad esempio, in quanto il cane è spinto a seguirla proprio per il desiderio di inseguire un oggetto in movimento (abbinato, come abbiamo visto anche ad altre spinte motivazionali).

Attenzione, però, perché se il cane è abituato a giocare spesso a questo gioco e alla base ha già una forte motivazione predatoria, è possibile che l'abitudine a inseguire si generalizzi anche al di fuori dei momenti ludici, portandolo a comportarsi allo stesso modo anche nei confronti dei bambini che corrono, delle biciclette e dei monopattini che gli sfrecciano accanto. È indispensabile, quindi, sottolineare la necessita di evitare la generalizzazione, che in questo caso può diventare davvero problematica e addirittura pericolosa. Per farlo bisognerà (magari in compagnia di un educatore cinofilo) "incorniciare" la motivazione, portando il soggetto a metterla in atto in un determinato luogo, in un determinato modo e solo sui referenti appropriati. 

Infine è importante offrire ai cani anche l'opportunità di giocare anche in altri modi, magari provando a sviluppare la riflessività attraverso la motivazione esplorativa, con un problem solving o con una ricerca olfattiva, che porti ad utilizzare anche strumenti legati alla concentrazione e non solo abilità collegate alla reattività e allo sprint improvviso.

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Le motivazioni racchiudono i  desideri e i bisogni individuali di ciascun soggetto, attraverso i quali il singolo cerca soddisfazione ed evita la frustrazione. Conoscere le motivazioni tipiche di una specie permette di comprendere a fondo i comportamenti che la contraddistinguono.

Scoprire questi tratti della personalità del cane è fondamentale a partire dall'importante momento dell'adozione, quando si riflette sulla compatibilità della propria vita e dei propri interessi con il cane che si pensa di accogliere in famiglia. 

Non esistono motivazioni intrinsecamente "positive" o "negative", ciò che conta è invece l'equilibrio, ovvero la capacità di attingere a ciascuna di esse a seconda delle circostanze.

Se riconoscere le motivazioni di alcune razze è molto semplice, diventa invece più complesso nel caso dei meticci, che, con la loro varietà di incroci, talvolta nascondono sorprese motivazionali affascinanti. Identificare le motivazioni dei meticci richiede l'osservazione dei loro comportamenti, con l'aiuto della morfologia. 

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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