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22 Dicembre 2023
13:02

La motivazione comunicativa

La motivazione comunicativa nel cane è il desiderio e il bisogno di far sapere le proprie intenzioni e di comprendere l'altro. Caratterizza ogni cane, ma in maniera fortemente individuale.

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La motivazione comunicativa nel cane è il desiderio e il bisogno di far sapere le proprie intenzioni e di comprendere l'altro. Si tratta di una motivazione che caratterizza ogni cane ma in maniera fortemente individuale.

Essendo una specie sociale, i cani hanno sviluppato le loro doti comunicative in modo da rendere più funzionale il dialogo tra conspecifici e, negli ultimi anni, la ricerca ha dimostrato che la motivazione comunicativa viene utilizzata anche per favorire proprio la comunicazione con noi umani che da almeno 30 mila anni abbiamo condiviso con loro un vero e proprio processo di co evoluzione.

Come riconoscere la motivazione comunicativa

La motivazione comunicativa è fatta di espressioni del muso, ma non solo. È molto facile immaginare che il cane stia cercando di dirci qualcosa quando vediamo la sua fronte corrugata, oppure quando riconosciamo il suo sguardo triste. Meno immediata, invece, è l'interpretazione di movimenti come lo spostamento del baricentro, l'irrigidimento muscolare o il leggero movimento di una zampa.

Eppure il mondo comunicativo dei cani è davvero infinito e per riuscire a percepirlo nel profondo è importante pensare che la comunicazione può riguardare anche le posture e la disposizione nello spazio. Ma non è tutto perché questa motivazione la si riconosce anche nell'abbaio, nel brontolio, nell'ululato, nel ringhio e negli sbuffi.

I cani hanno a disposizione anche un ultimo strumento comunicativo che a noi umani è completamente precluso ed è quello che riguarda i feromoni, ovvero segnali biochimici utili per la comunicazione tra individui della stessa specie.

Le razze "esperte" di motivazione comunicativa

Come abbiamo visto, ogni cane sfrutta alcuni elementi legati alla sua motivazione comunicativa, eppure vi sono alcune razze (e anche i meticci, non dimentichiamolo), che sono particolarmente interessati a questi aspetti e decisamente abili nel farsi capire e nel comprendere i messaggi altrui.

I Labrador Retriever e i Golden Retriever, ad esempio, attraverso la loro espressività del muso sembrano passare il tempo a cercare di dirci qualcosa o provando a intuire ciò che intendiamo fare. Anche per questo motivo al giorno d'oggi sono tra i cani più adottati dalle famiglie di tutto il mondo.

La comunicazione è però espressa anche attraverso l'abbaio e per quanto riguarda questa abilità i più noti sono certamente i piccoli cani da compagnia. Alcune razze di questa categoria, infatti, in passato svolgevano l'importante ruolo dei guardiani ed ecco svelato il motivo per cui i Volpini di Pomerania, i Pinscher i Chihuahua sembrano avere la passione per avvisarci dell'arrivo di qualcuno.

Anche i cani da muta, ovvero i segugi abituati a collaborare con i propri simili e con i cacciatori nell'individuazione delle prede, utilizzano volentieri l'abbaio anche per comunicare il proprio stato d'animo. È il caso, ad esempio, dei Beagle che emettono un suono particolarmente prolungato, il quale ricorda un abbaio abbinato a un ululato.

Anche i cani da slitta, infine, e soprattutto i Siberian Husky, sfruttano spesso la motivazione comunicativa e lo fanno in particolar modo attraverso l'ululato. Secondo uno studio condotto dal Dipartimento di Etologia della Eötvös Loránd University, infatti, le razze che, in generale, tendono ad ululare di più sono proprio quelle che geneticamente sono più simili ai lupi, come  gli Husky ed altri cani nordici come i Malamute e i Samoiedo.

Nella loro mente

Il cane che sta mettendo in atto la motivazione comunicativa è interessato al dialogo con chi ha davanti, indipendentemente dalla specie di appartenenza.

Vuole comprendere ciò che l'altro sta provando a dire e desidera a sua volta far capire il suo messaggio. Lo fa attraverso il tatto e la vista, ma anche con il movimento. I cani comunicano molto spesso in questo modo anche se noi, generalmente, non prestiamo attenzione ai loro spostamenti. Quando si interfacciano con un loro simile, ad esempio, la scelta di allontanarsi o avvicinarsi è presa anche con intenti comunicativi.

Questa motivazione, inoltre, è strettamente correlata a quella collaborativa e a quella affiliativa perché la comunicazione aiuta a sentirsi parte di un gruppo con cui si condivide non solo il tempo ma anche i segnali, i ruoli e i compromessi. Affinché ciò sia possibile è indispensabile comprendere la comunicazione altrui.

Come giocare con la motivazione comunicativa

Non esiste un modo vero e proprio per giocare con questa motivazione ma ciò non significa che non possa tornare utile durante le interazioni con i nostri cani.

Il riconoscimento della motivazione comunicativa e la capacità di intuire il significato di ciò che il cane sta cercando di dirci, infatti, è importante in ogni frangente della convivenza. Dimostrare a un cane che viene capito è uno dei tasselli più importanti per creare una relazione profonda e solida, basata sulla fiducia reciproca.

Il consiglio è quindi quello di osservare molto i comportamenti del cane con cui si vive, siano essi legati alla comunicazione verbale o non verbale e imparare con pazienza ed empatia a intuirne l'intenzione.

Noi stessi possiamo inoltre scegliere di avere una comunicazione chiara nei suoi confronti, che sia coerente e basata su stili verbali e non verbali che possa riconoscere. In questo modo la comunicazione reciproca trascenderà dal mondo delle motivazioni e permetterà di conoscersi sempre meglio e sentirsi parte integrante dello stesso gruppo.

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Le motivazioni sono un elenco di bisogni e desideri tipici della specie e permettono di intuire gli interessi che un soggetto svilupperà nell'arco della vita. Non vi è però mai la certezza di prevedere lo sviluppo della sua personalità, che è unica e irripetibile. 

Proprio attraverso la conoscenza delle motivazioni possiamo riuscire a comprendere quale potrebbe essere il cane adatto alla convivenza con noi e con le nostre routine, realizzando quindi davvero un'adozione consapevole. Anche gli operatori dei canili, i volontari e gli educatori cinofili possono sfruttare questi aspetti della personalità per scoprire come interfacciarsi con i singoli.

Attraverso la selezione abbiamo fatto sì che alcune razze si specializzassero in determinati ambiti e per questo vi sono cani che propongono comportamenti più prevedibili, ma anche i meticci hanno le proprie motivazioni. 

Inoltre, è bene ricordare che non si tratta solo di azioni che si desidera svolgere e di target da raggiungere, ma anche di strategie che si utilizza per uscire dai momenti di frustrazione e di difficoltà. 

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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