L'amministrazione di Taiwan si trova nel pieno della bufera. Dopo aver infatti braccato per circa due settimane un esemplare di babbuino che era scappato da uno zoo, la polizia locale ha ricevuto l'ordine di sparare all'animale un tranquillante che è risultato fatale. La popolazione locale si è indignata e accusa ora le autorità di aver voluto uccidere volontariamente l'animale che aveva dimostrato di essere inoffensivo.
Scappato dal suo recinto, il babbuino era stato avvistato per la prima volta nella città di Taoyuan ad inizio mese. E da allora aveva cominciato a vagare, cercando di scappare dalle squadre di cattura che gli erano state sguinzagliate contro. Ad acuire ulteriormente le proteste è stato il comunicato stampa diramato dopo l'operazione che ha portato alla morte dell'animale in cui è stato asserito che la causa del decesso non è dipeso dalle modalità poiché sul corpo sono state trovate delle ferite da arma da fuoco che non sono compatibili con le armi messe a disposizione per la cattura.
Secondo la ricostruzione ufficiale, l'animale presentava già delle lesioni quando è finito nella trappola adibita per la cattura, ma inizialmente le squadre non avevano notato quelle ferite. Il babbuino, secondo gli operatori, era già debilitato fisicamente e solo successivamente il tranquillante lo ha colpito.
La polizia ha comunque aperto un'indagine per determinare se il soggetto fosse davvero già in precarie condizioni e per capire quale tipologia di proiettile lo ha ferito. A contrastare però le dichiarazioni rese dalle autorità competenti, la testimonianza di uno degli operatori che era sul posto che ha ammesso di fronte ai media locali di aver sparato personalmente con il suo fucile, ricevendo chiare istruzioni su come abbatterlo.
A seguito di queste dichiarazioni, la protesta pubblica ha raggiunto ulteriori livelli di indignazione, tanto che Simon Chang, il Sindaco di Taoyuan, è stato costretto a rilasciare una dichiarazione il giorno successivo, dicendo che i responsabili dall'abbattimento dovrebbero essere perseguiti dal punto di vista legale. «Alcuni dei nostri colleghi amministratori non hanno gestito la situazione in modo prudente e professionale – ha ribadito sulla sua pagina Facebook – Inoltre non sono riusciti ad essere adeguati alla forma di rispetto che il nostro popolo dimostra di possedere naturalmente nei confronti degli animali. Qualità che ci si aspetta di osservare da parte delle autorità agricole».
La cosa più grave, secondo gli animalisti intervenuti in queste settimane per tutelare la vita del babbuino, è che questo incidente dimostra la mancanza di regolamenti sugli zoo a Taiwan, in quanto non vengono gestiti da biologi o da esperti di animali ma solo da tecnici provenienti dal dipartimento dell'Istruzione, come ad esempio è possibile leggere sul sito dello zoo di Taipei. Un problema che non fa che peggiorare ulteriormente la condizione degli animali.
Non sono note le condizioni dell'animale precedentemente la fuga, aggiungono gli animalisti ma «dopo due settimane le autorità non hanno ancora spiegato come sia riuscito a scappare».