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17 Luglio 2022
17:00

La medusa luminosa (Pelagia noctiluca)

La medusa luminosa (Pelagia noctiluca) appartiene alla famiglia delle Pelagiide. Il suo colore va dal rosa al viola, fino al marrone. Si tratta di una specie pelagica, in grado di emettere una bioluminescenza di colore verde. I suoi tentacoli possono raggiungere i 2 metri di lunghezza ed è dotata di un veleno urticante.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La medusa luminosa (Pelagia noctiluca) è una medusa appartenente alla famiglia delle pelagiide. Si tratta di una specie pelagica, ovvero un insieme di organismi che vivono in maniera indipendente rispetto al fondo e alle rive degli oceani, dei mari e dei laghi, in balia di onde e correnti, in una regione posta oltre il margine esterno della zona litorale.

Il nome con cui vengono definite queste specie deriva dal termine greco "pelago", ovvero "mare", a sottolineare che questi animali vivono lontani dalla costa per la maggior parte delle loro vite.

Come è fatta Pelagia noctiluca

La medusa luminosa è formata da un ombrello a forma di campana o semisferico, traslucido e di colore variabile dal rosa, al viola, al marrone.  Il bordo dell'ombrello mostra delle balze ed è suddiviso in numerosi lobi, dove si trovano gli organi di senso, come i recettori della luce e degli odori. I suoi tentacoli sono sottili, molto elastici e retrattili e, sebbene raramente superino gli 80 centimetri, possono raggiungere anche i 2 metri di lunghezza.

Il nome scientifico noctiluca deriva dal fatto che la medusa luminosa emette una bioluminescenza di colore verde. Questa particolare abilità è in realtà molto diffusa tra le specie pelagiche e, secondo una stima pubblicata su Frontiers in Marine Science, si tratta di un fattore condiviso con il 75% degli organismi viventi che si muovono tra i 160 e i 4.000 metri di profondità.

Habitat e distribuzione

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La medusa luminosa è diffusa soprattutto in mare aperto, ma il suo areale geografico è attualmente ancora poco definito, sebbene sia chiaro che tolleri temperature tra i 10°C e i  27°C. Questa specie è ampiamente distribuita soprattutto nelle acque subtropicali e, a condizionarne la densità è proprio la temperatura dell'acqua. La medusa luminosa, infatti, è più frequente nelle acque più calde dell'Oceano Altantico, del Pacifico, del Mar Mediterraneo e del Mar Nero.

Sebbene viva per la maggior parte del tempo in mare aperto, appare ciclicamente in maniera massiccia anche nelle zone costiere, soprattutto durante la primavera e l'autunno. Questi fenomeni si chiamano "bloom" e sono correlati a fattori meteorologici, alla presenza di correnti in grado di spingere gli animali fino a riva, al grado di salinità dell'acqua e alla presenza di prede.

La vita della medusa luminosa

Gli individui adulti si riproducono depositando nell'ambiente i propri gameti, ovvero le cellule sessuali o gametiche prodotte dalle gonadi. Questo processo fa in modo che la fecondazione avvenga al di fuori del corpo degli animali.

Ogni uovo fecondato genera una planula, la forma larvale degli animali appartenenti al phylum degli cnidari. Rispetto ad altre meduse, questa specie ha un'evoluzione meno complessa e, una volta terminato lo stato larvale, si trasforma direttamente in efire, prima di assumere la forma dell'individuo adulto.

Questi animali si muovono contraendo ritmicamente un anello muscolare posto sul fondo dell'ombrello. L'anello è formato da molte cellule epiteliali in grado di  contrarsi anche singolarmente.

Si tratta di una specie di invertebrati carnivori che predano principalmente zooplancton, piccoli pesci, crostacei, altre meduse e uova. La caccia avviene grazie alle nematocisti, gli organi urticanti racchiusi in alcune cellule del loro corpo. Si tratta di filamenti spinati, in grado di intrappolare le prede ed emettere tossine che possono stordirle. Grazie a questa particolare abilità, la medusa luminosa può addirittura perforare il guscio di un granchio.

La medusa luminosa e l'uomo

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La medusa luminosa viene considerata una specie invasiva. Oltre alle variabili legate al clima, ad influire sui bloom ,  secondo uno studio condotto da ISPRA, è anche la sovrappesca, che porta ad una diminuzione dei competitori naturali delle meduse e dei loro predatori, facilitandone la diffusione.

Per monitorare questi fenomeni, è nato il progetto JellyWatch Program, finalizzato alla rilevazione delle diverse specie di meduse nel Mar Mediterraneo, con mappatura dei siti di bloom. Grazie a questo progetto, chiunque si trovi di fronte ad avvenimenti di questo tipo, può inviare le immagini e segnalare ai ricercatori e agli utilizzatori dell'apposita applicazione il luogo preciso.

Quanto è urticante la medusa luminosa?

La medusa luminosa è dotata di un veleno urticante per gli esseri umani, la cui composizione, secondo uno studio pubblicato nel 2015 sul Journal of Biological Research, non è ancora conosciuta in maniera sufficientemente approfondita da permettere di comprendere gli effetti sulla nostra pelle.

L'Istituto Superiore di Sanità la considera una specie molto urticante. Gli effetti del contatto, però, tendono ad essere solo superficiali, sebbene causino eritemi, edemi e vescicole. Il dolore locale può durare anche 2 settimane, ma sono molto rare le complicazioni legate agli organi interni. Ciò nonostante possono verificarsi casi di allergie in grado di portare a broncospasmi, pruriti forti e infiammazioni. La cicatrice lasciata sul punto di contatto, inoltre, può durare anche alcuni anni.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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