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16 Settembre 2021
12:11

La mamma ragno che protegge i suoi piccoli da 99 milioni di anni

In un frammento di ambra risalente a 99 milioni di anni fa è stata trovata una mamma ragno che stava proteggendo i suoi piccoli. Quando è rimasta intrappolata nella resina aveva ancora con se la sacca di seta contenente le sue uova. Si tratta della più antica testimonianza fossile di cure parentali in questo gruppo di aracnidi.

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Proteggere i propri figli a qualunque costo. È quello che stava facendo una mamma ragno trovata in un frammento di ambra risalente alla metà del Cretacico, circa 99 milioni di anni fa. Da allora è rimasta lì, bloccata nell'eternità insieme alle uova e ai piccoli che stava proteggendo con il proprio corpo. Questa istantanea che arriva direttamente dall'era dei dinosauri mostra la più antica testimonianza fossile mai documentata di cure parentali nei ragni. La scoperta è stata effettuata da un gruppo di ricercatori della Capital Normal University in Cina, che hanno analizzato diversi frammenti di ambra estratti da una miniera in Myanmar. La descrizione di questi eccezionali reperti è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B.

I ragni: premurosi genitori da almeno 100 milioni di anni

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Fotografie e ricostruzioni della mamma ragno e delle uova trovate nell’ambra. Xiangbo Guo et al., 2021

Le cure parentali sono l'insieme di tutti quei comportamenti che i genitori mettono in atto per prendersi cura dei propri figli e assicurargli maggiori chance di sopravvivenza. Nei ragni moderni esistono numerosi esempi di questo tipo: ci sono madri che accudiscono e trasportano sul proprio dorso i loro piccoli, oppure femmine che portano dietro con sé le uova racchiuse in una sacca di seta. Gli autori di questo studio hanno però dimostrato che si tratta di un comportamento molto antico e presente anche nei ragni estinti del Cretacico, da almeno 99 milioni di anni.

Nei quattro frammenti di ambra analizzati dagli scienziati sono stati trovati numerosi resti di ragni e altri artropodi, proprio come la famosa zanzara di Jurassic Park. In uno di questi era conservata una femmina adulta di ragno con il sacco ovigero contenente le uova ancora attaccato al suo ventre. Quando è rimasta intrappolata nella resina, la madre era esattamente nella stessa posizione che molti ragni di oggi assumono per proteggere col corpo le proprie uova. Analizzando più dettaglio le caratteristiche anatomiche dell'aracnide è stato anche scoperto che appartiene a una famiglia ormai estinta, quella dei Lagonomegopidae. Le uova erano tenute insieme dalla seta e secondo i ricercatori potrebbe essere proprio per questo scopo che si è evoluta originariamente la produzione di questa fibra nei ragni. Solo successivamente poi sarebbe stata utilizzata anche per costruire le ragnatele e catturare le prede.

Cos'altro era custodito nell'ambra

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Un ragno (Pisanura mirabilis) trasporta la sacca contenente le sue uova

Gli altri tre frammenti di ambra contenevano anche numerosi ragnetti, pezzi di seta, due zampe di artropode e altri piccoli insetti. Tutti resti di aracnidi appartenevano alla stessa famiglia e il fatto che fossero presenti anche ragni molto piccoli, fili di seta e altro materiale suggerisce che molto probabilmente i ragnetti rimanessero insieme alla madre anche dopo la nascita, un comportamento raro ma presente in diverse specie viventi. I ricercatori non escludono nemmeno la possibilità che potessero avere anche un qualche tipo di comportamento sociale.

Inoltre tutti i ragni trovati possedevano occhi laterali molto grandi, questo significa che molto probabilmente questi aracnidi erano predatori attivi, che non costruivano quindi ragnatele. Un po' come fanno oggi i ragni saltatori e le altre specie che cacciano in agguato o inseguendo le prede. Le prove fossili di cure parentali nei ragni e negli altri invertebrati sono piuttosto rare da trovare. La mamma che protegge i suoi piccoli da 99 milioni di anni aiuterà quindi a comprendere meglio quando, come e in che modo questi comportamenti si sono evoluti.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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