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25 Luglio 2023
12:59

La Macchia Mediterranea in Sicilia è devastata: bruciano centinaia di ettari

Una notte davvero difficile per colpa delle temperature elevate ha messo in difficoltà la regione posta al centro del Mediterraneo, che fra incendi provocati dall'uomo e i roghi naturali rischia di perdere buona parte della sua biodiversità come la salute dei suoi cittadini.

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La notte fra il 24 e il 25 luglio scorso è stata infernale per moltissimi siciliani. A Palermo tanti cittadini hanno tenuto lo sguardo all'insù, seguendo il cammino delle fiamme, che lambivano le loro case e distruggevano i promontori, mentre altri abitanti sono stati svegliati dal forte odore di fumo che ha invaso le strade e i quartieri, a seguito della discesa di una nube ricca di diossina da Bellolampo, il monte che ospita la discarica del capoluogo.

Con le prime luci del mattino, lo scenario non è cambiato: il fuoco sta devastando ancora diversi settori dell'isola e la cappa di cenere che di notte era celata dall'oscurità si è palesata in tutto il suo orrore nei cieli di Palermo, Enna, Caltanissetta e Monreale.  

La Protezione civile ha rilevato su tutta l’isola circa 43 incendi, la maggioranza dei quali sono localizzati nel palermitano e nella sezione centrale dell'isola. Ma questo numero è destinato a salire velocemente, viste le alte temperature dei prossimi giorni e i problemi collegati alla riaccensione dei roghi. L'incendio che si è sviluppato nelle montagne circostanti il capoluogo ha dimostrato già di riattivarsi più volte nel corso delle ultime ore e sta seriamente minacciando anche l'ospedale Cervello, che rischia di essere sgomberato.

Ad ora sono oltre 100 gli interventi del Corpo forestale effettuati in tutta la Regione nella sola notte fra il 24 e il 25 luglio, con 174 squadre al lavoro, 788 addetti e 35 velivoli, fra regionali e nazionali, che stanno cercando di spegnere le fiamme.

Innumerevoli le perdite naturalistiche: sono andati in fumo infatti centinaia di ettari di macchia mediterranea e di boschi, zone già duramente colpite negli anni scorsi come quella di San Martino delle Scale, dove è morta una donna di 88 anni. Per ora è difficile riuscire a individuare le vittime tra gli animali che muoiono a causa del fumo e del calore delle fiamme ma è indubbio che questi roghi hanno colpito anche la comunità selvatica. Diversi cinghiali sono stati visti fuggire lontani dalle fiamme sia nelle campagne di San Vito lo Capo, in provincia di Trapani, che a San Giuseppe Jato, Baida e a Partinico, nel palermitano.

Per quanto riguarda la provincia di Enna, è da segnalare il tragico incendio che per un'intera giornata ha devastato il Parco minerario di Floristella-Grottacalda, dove per ore la Protezione civile ha lavorato insieme a tre squadre specializzate giunte dalla Lombardia per spegnere gli incendi. Questo luogo è molto importante per la natura e la storia della Sicilia visto che è uno dei pochi luoghi disponibili in cui è possibile visitare una delle antiche miniere di zolfo che hanno accompagnato lo sviluppo economico e la storia letteraria dell'isola, facendo da scenario a moltissimi racconti scritti da Verga, Pirandello o Camilleri.   

La Protezione civile e il governo regionale, intanto, invitano tutti i cittadini dei Comuni coinvolti dagli incendi a restare a casa, anche a causa del rischio d'inalare tossine.

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Per capire i danni provocati alla Sicilia dagli incendi dell'ultima notte, basta andare sul sito della NASA (l'ente spaziale americano) nella sezione "FIRMS", la cui sigla indica un progetto di monitoraggio degli incendi tramite l'uso dei satelliti. Come è infatti possibile vedere dall'immagine qui in alto, sono numerosi gli incendi che hanno devastato completamente gli ambienti naturali (le macchie in rosso) come gli incendi di minore intensità (macchie viola), che hanno arrecato danni medi alle campagne o alle montagne dell'isola.

Il sistema geostazionario FIRMS però non riesce a catturare bene le emissioni di fumo e gli incendi inseriti all'interno dei contesti cittadini: pertanto alla mappa bisogna in realtà aggiungere i diversi roghi che hanno colpito le città sopra menzionate, come gli incendi delle isole minori che, essendo troppo piccoli, non sono rilevabili in questa scala.

Le associazioni ambientaliste hanno dichiarato che «la cosa più importante ora sarà quella di reagire a questa notte di terrore e iniziare ad attivarsi seriamente, per migliorare le difese dell'isola nei confronti degli incendi». Il futuro climatico della regione infatti minaccia di provocare ancora più roghi rispetto alla situazione odierna e tra piromani, ecomafie, sbadati e forti venti di scirocco i cittadini – come gli ambienti naturali – non possono più permettersi di risultare inermi nei confronti della devastazione del loro territorio, che con l'arrivo delle prime piogge rischia fra l'altro di franare.

La prevenzione degli incendi risulta quindi l'unica soluzione per migliorare le condizioni future dell'isola.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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