L'isola di Norfolk, un piccolo scrigno di biodiversità situato tra Australia e Nuova Zelanda, ha vissuto un'avventura ecologica degna di un romanzo. Al centro di questa storia c'è la minuscola lumaca terrestre Advena campbelli, un mollusco che, come un fantasma, è riemerso dall'oblio. Per anni, infatti, questa piccola chiocciola è stata considerata ormai estinta e sembrava destinata a rimanere un ricordo sbiadito tra le pagine dei libri di biologia. Ma nel 2020, un gruppo di scienziati ha fatto una scoperta sorprendente: un piccolo gruppo di circa 40 individui era sopravvissuto.
Nascondendosi abilmente nelle zone più remote e inaccessibili dell'isola, questi gasteropodi erano sfuggiti alla vista umana per anni, tant'è che ancora oggi la specie è considerata estinta dalla IUCN. Ma come ha raccontato recentemente Guardian Australia in esclusiva, la riscoperta di Advena campbelli, conosciuta in inglese come "lumaca di vetro di Campbell", ha acceso una scintilla di speranza, ma anche una grande sfida. Salvare una specie sull'orlo dell'estinzione richiede non solo competenze scientifiche, ma soprattutto una dedizione incondizionata.
E qui sono entrati in scena gli scienziati e i conservazionisti dell'Australian Museum e del Zoo Taronga di Sydney, dove la scorsa settimana le lumache hanno "partorito" più di 20 piccoli. Questi molluschi si riproducono infatti "partorendo" lumachine completamente formate, con tanto di minuscolo guscio e sono tornate a farlo grazie agli esperti che hanno messo in atto un ambizioso programma di riproduzione in cattività che sta finalmente dando i suoi frutti. Ricreando minuziosamente l'habitat naturale delle chiocciole, sono riusciti a farle riprodurre in un ambiente protetto.
Questo ha permesso di aumentare la popolazione e garantire che la specie non scomparisse nuovamente, questa volta per sempre. E dopo il successo del programma di riproduzione, è ora arrivato il momento di reintrodurre le lumache nel loro habitat naturale, cosa che avverrà probabilmente entro la fine dell'anno. Non sarà però un compito semplice: le sfide per la sopravvivenza in natura di Advena campbelli non soni ancora finita. Le minacce alla sua esistenza sono ancora molte, dai predatori invasivi come i ratti, fino agli effetti dei cambiamenti climatici e l'alterazione dell'habitat.
Tuttavia, la storia di questo piccolo mollusco è un potente promemoria di ciò che è possibile realizzare con i progetti di conservazione e la collaborazione tra scienziati, istituzioni e giardini zoologici. Questa vicenda a lieto fine è un inno alla resilienza della natura e alla capacità umana di fare la differenza per contrastare il declino della biodiversità. E mentre la piccola Advena campbelli striscerà di nuovo tra le foreste dell'isola di Norfolk, ci ricorda che ogni specie ha un ruolo insostituibile nel grande mosaico della vita e che siam ancora in tempo per salvarne tante altre.
Advena campbelli è infatti solo una delle tante battaglie ecologiche in corso. Ogni giorno, scienziati e conservazionisti lavorano instancabilmente per proteggere le specie più vulnerabili del nostro pianeta. È un lavoro che spesso passa inosservato, ma che può avere un impatto enorme sulla biodiversità. Continuare a sostenere queste iniziative è fondamentale. Solo così potremo sperare di preservare la bellezza e la diversità del nostro pianeta per le generazioni future. E forse, un giorno, quella di Advena campbelli sarà solo una delle tante storie di successo nella lunga lotta per la conservazione della biodiversità.