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1 Marzo 2021
11:25

La “lettera di Beethoven”, il cane avvelenato nel parco: “Ucciso da chi non sa amare”

Max Piro, cantautore di Fagnano a Varese, ha affisso sulla porta di casa una lettera scritta a nome del suo Labrador, morto dopo aver ingerito un topicida nel parchetto di fronte a casa. Ora, lui e i fagnanesi chiedono "giustizia per Beethoven" per aiutare le forze dell'ordine a trovare l'autore del reato.

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La lettera è ancora lì, sulla sua porta di casa dove Beethoven una settimana fa non ha più fatto ritorno. È stato ucciso da un boccone avvelenato a soli sette anni. Inutile la corsa dal veterinario, il Labrador è morto dopo sei giorni di sofferenze lasciando il suo compagno, il cantautore Max Piro, nella disperazione. «Non credo di aver mai dovuto subire così tanto dolore», ha scritto sul profilo Facebook rivolgendo un appello ai suoi concittadini di Fagnano Olona, in provincia di Varese: «Sono certo ormai, che c'è chi sa il nome del colpevole, ma forse per paura di ritorsioni preferisce stare in silenzio. Io mi rivolgo a queste persone, affinché rompano il muro di silenzio e possano aiutarmi a dare un volto all'assassino del mio Beethoven e riportare un po' di pace nella mia vita anche in maniera riservata ma vi prego, aiutatemi a trovarlo».

La "lettera di Beethoven"

L'addio al suo Labrador, una lettera scritta a nome di Beethoven, ha commosso tutto il paese: «Sono stato avvelenato da qualcuno che non sa amare, ma solo odiare noi cani. Ora riposo in pace ma nel mio nuovo mondo, corro felice perché so che un giorno rivedrò il mio papà e nessuno più ci dividerà». Il cane ha mangiato un boccone avvelenato nel parchetto di fronte a casa: «Chi lo ha ucciso, sapeva esattamente dove mettere le esche – dice Max Piro a Kodami – non esistono altre zone verdi nel centro storico dove abito». Un gesto apparentemente inspiegabile anche perchè, come si legge nella lettera, il cane non aveva mai dato fastidio a nessuno e riceveva sempre carezze e apprezzamenti da tutti: «È molto peggio di un assassino, ha tolto la vita a una creatura indifesa – continua Max – Beethoven era la mia anima e vivevamo noi due soli, ha subito l'odio di un pazzo».

La psicopatologia degli avvelenatori di cani

Quando si parla di avvelenatori di cani, l'attenzione si sposta effettivamente su un profilo psicopatologico; le interpretazioni possono essere differenti: dalla vendetta trasversale (colpire il cane per arrivare alla persona), a quella sociale (una rivendicazione contro la comunità che contribuirebbe alla sporcizia della città) passando per delle proiezioni profonde che vengono scaricate sul cane semplificato a oggetto: «Per un avvelenatore il cane può rappresentare i nostri aspetti affettivi più fragili, dipendenti e fiduciosi nei quali non è possibile riconoscersi», spiega Stefania Magnoni del Consultorio Centro studi per la terapia del singolo e della coppia di Genova. «Quindi si distrugge una parte ‘buona e primitiva" di se stessi (dopo aver proiettato nel cane queste nostre parti), viceversa – continua la psicoterapeuta – l'avvelenatore potrebbe anche proiettare aspetti aggressivi, pericolosi, mordaci "che sporcano" e poi eliminarli con l'uccisione del cane, nella falsa speranza di eliminarli anche da noi stessi. Siamo dentro una patologia grave perché il soggetto non riesce a riconoscere questo simbolismo».

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Il movimento #giustiziaperbeethoven

Qualche giorno fa, accanto alla lettera sulla porta di casa Piro è apparso un biglietto con su scritto: "Giustiziaperbeethoven". La frase è subito diventata un hashtag e ha dato il via a un movimento sul web per trovare l'autore del reato. «Chiunque sia stato, mi ha fatto il più bel regalo che potessi aspettarmi», ha commentato il proprietario. «Avevo già capito che tanti cittadini di Fagnano Olona, erano vicini al mio dolore per la perdita del mio piccolo amore Beethoven, ma questo gesto mi fa comprendere che il mio desiderio di giustizia, è anche il vostro!». La speranza per i fagnanesi e per Max Piro è che tutto questo dolore possa essere un incoraggiamento verso chi può aiutare le forze dell'ordine a individuare il colpevole e assicurarlo alla giustizia.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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