I numeri legati al randagismo in Sicilia purtroppo non si arrestano e non è una novità: spesso Kodami ha analizzato e raccontato la situazione, attraverso proprie inchieste e articoli e la voce di associazioni animaliste e delle stesse istituzioni che hanno lamentato l’esiguità dei fondi e degli aiuti a loro disposizione per poter intervenire e poter gestire il fenomeno.
Di recente, anche Chiara Calasanzio, fondatrice dell’”Oasi Ohana” di Santa Margherita di Belice, struttura che ad oggi ospita più di cento cani, aveva indirizzato una lettera al neo presidente della regione Sicilia Schifani, il cui contenuto è una preghiera affinché le istituzioni possano conoscere di persona le realtà come quella del rifugio della volontaria che ogni giorno si spende per la causa.
A neppure un mese di distanza dall’invito di Chiara, ad indirizzare una lettera al presidente della regione Sicilia è stato stavolta un sindaco, Gianfilippo Bancheri, primo cittadino di Delia, un Comune di circa 4.000 abitanti del libero consorzio comunale di Caltanissetta.
Il Sindaco, intervistato da Kodami, spiega che «quella del randagismo in Sicilia è una realtà che riguarda non solo Delia ma tutti gli altri comuni della regione, dai paesini alle grandi città e che preoccupa da sempre e ora più che mai associazioni di volontariato, cittadini e istituzioni».
Non solo volontari che operano attivamente sul territorio con il recupero e il monitoraggio dei cani vaganti, ma il randagismo è percepito come preoccupante dai cittadini, perché sempre più numerosi branchi dalle campagne si spostano verso i centri abitati. La mancanza di una informazione adeguata, di controlli finalizzati al benessere degli animali (che non vuol dire rinchiuderli nei canili) e a quello delle persone secondo regole di sana e equilibrata convivenza continuano a essere il punto nodale della questione.
«Ho scritto una lettera al Presidente con l’obiettivo di sollecitare la Regione ad intervenire con un programma che preveda l’istituzione di un Micro Fondo a destinazione vincolata, in proporzione agli abitanti di ogni Comune, che possa consentire a noi sindaci di avere a disposizione degli strumenti da poter utilizzare concretamente per il controllo dei cani del territorio, con la previsione di sterilizzazioni, microchippature e reimmissioni in territorio», spiega il sindaco Bancheri.
Una lettera che, seppur in modo diverso, ha lo stesso contenuto di quella già inviata da Chiara Calasanzio: la necessità di essere ascoltati per poter lavorare in sinergia al solo scopo di tutelare i cani della regione, spesso vittima di abbandoni, maltrattamenti e, più semplicemente, indifferenza.
Questo il contenuto della lettera:
«Il fenomeno del randagismo in Sicilia è come Lei sa una questione molto dibattuta ma, ad oggi, senza soluzioni adeguate e realmente efficaci. La situazione nei Comuni è diventata molto critica e spesso ingestibile a causa del perdurare del fenomeno, alimentato principalmente dalla proliferazione indiscriminata degli animali randagi. Sono di tutta evidenza le tantissime foto pubblicate sui social che riprendono branchi di cani che vagano per le città, che testimoniano il timore dei cittadini di subire possibili aggressioni e, allo stesso tempo, ci fanno vedere la condizione di abbandono di questi poveri animali che vivono in una condizione di difficoltà per la mancanza di cibo e che corrono rischi continui di malattie, di avvelenamenti e di maltrattamenti.
Senza entrare nel merito delle cause, possiamo dire che il fenomeno presenta diversi problemi degni di attenzione. Da quello della sicurezza urbana che va necessariamente affrontato a quello sanitario che riguarda gli animali, che devono ricevere assistenza e cure mediche, se e quando necessarie. Ed infine c’è il nodo burocratico che va sciolto con delle leggi più semplici e procedure più snelle. È necessario, però, andare alla radice del problema, che consiste nella sostenibilità economica degli interventi.
Altrimenti non si comprende come i Comuni in tempi di spending review e con mezzi finanziari insufficienti possano affrontare e risolvere concretamente il problema, il cui processo comprende la sterilizzazione, la microchippatura, la creazione di canili, l’attivazione di convenzioni, la valorizzazione del ruolo delle associazioni e del terzo settore, piani di comunicazione e di sensibilizzazione civica.
La questione economica è fondamentale, perché non tutti sono in grado di accedere ed utilizzare le risorse necessarie, essendoci il rischio di intaccare le già esigue casse comunali e ledere così il bilancio comunale.
Signor Presidente, chiedo pertanto il suo autorevole intervento, perché venga istituito un Micro Fondo a destinazione vincolata per i comuni siciliani, magari in proporzione agli abitanti degli stessi, per permettere di affrontare concretamente questa emergenza continua.
Una decisione che, intercettando le istanze della società civile, dimostrerebbe responsabilità istituzionale e sensibilità verso il benessere degli animali e porrebbe la Regione Siciliana in prima fila nell’affrontare realmente questa difficile materia».
Il sindaco Bancheri ha illustrato a Kodami le difficoltà del proprio Comune – che sono le stesse che riguardano in toto l’intera regione. Al Comune di Delia, ad oggi, non è pervenuta ancora alcuna risposta ma il Primo cittadino chiede un immediato riscontro a cui possa seguire un incontro tra istituzioni.