La lepre comune (Lepus europaeus), anche detta lepre europea, è un mammifero appartenente all'Ordine dei lagomorfi (lo stesso dei conigli), che raggruppa gli animali caratterizzati da una forte dentatura adatta a tagliare e triturare i vegetali di cui si nutrono. Le lepri comuni nel nostro paese vivono dalle zone di pianura fino a circa 1500 m di quota, ma talvolta raggiungono anche i 2000 metri di altezza sulle Alpi e sull'Appennino.
Come è fatta la lepre comune?
La lepre comune è un animale dalla forma piuttosto slanciata che può raggiungere al massimo i 70 centimetri e i 5 chilogrammi di peso. Questa specie è caratterizzata da lunghi arti posteriori che le permettono di raggiungere rapidamente una velocità sufficiente a fuggire dai predatori, grazie anche ad una grande abilità nei salti. Sul muso sono presenti grandi occhi gialli e lunghe vibrisse bianche. L’udito, come si può immaginare dalle lunghe orecchie, che raggiungono anche 10 centimetri, è particolarmente sviluppato: la mobilità degli ampi padiglioni auricolari permette di percepire e localizzare rumori anche minimi. Il pelo è di colore fulvo, marrone o grigio sul dorso, mentre il ventre è più chiaro tendente al bianco-grigiastro. La coda a batuffolo è bianca e termina con una parte nera all’estremità. D’inverno la colorazione del pelo tende ad assumere tonalità più vicine al grigio in modo da migliorare le abilità mimetiche e sfuggire così alle aquile, alle volpi e ai lupi. Secondo quanto riportato in uno studio pubblicato dalla Regione Emilia Romagna, è difficile determinare il sesso di una lepre da lontano, perché non vi è un evidente dimorfismo sessuale se non durante il periodo della gravidanza o dell'allattamento, quando le femmine sono evidentemente meno longilinee.
La vita della lepre comune
La lepre comune è un animale caratterizzato da abitudini crepuscolari o addirittura notturne, ma può essere avvistata anche di giorno se vive in luoghi particolarmente isolati e senza disturbo antropico, oppure nei giorni in cui la luminosità è ridotta per via delle nubi. A differenza dei conigli, le lepri non scavano tane in profondità, ma si rifugiano in anfratti naturali tra i cespugli o in piccole buche del terreno che non superano i 20 centimetri, affidandosi soprattutto alle abilità mimetiche. Inoltre, si tratta di una specie estremamente cauta, che non sempre scappa appena incontra un potenziale predatore, perché è consapevole del fatto che, in questo modo, potrebbe attirare l'attenzione su di sé. In caso di necessità, potrà comunque fare affidamento sulle sue grandi abilità di fuga grazie alle quali può raggiungere anche i 60 chilometri all'ora. La vita di questa specie generalmente non supera i 10 anni di vita, anche se la maggior parte degli individui non supera nemmeno i 7 anni.
La riproduzione della lepre comune
Le lepri si riproducono maggiormente nei mesi primaverili, anche se in base alle temperature, la stagione può essere anticipata o posticipata e, inoltre, in alcune popolazioni, i primi parti avvengono anche in gennaio, secondo quanto riportato in uno studio condotto in pianura padana e pubblicato nel 2015. Durante il periodo degli accoppiamenti, i maschi mettono in atto combattimenti, colpendo i propri simili con le zampe, mordendo e compiendo spettacolari balzi. Solo i vincitori avranno la possibilità di accoppiarsi con le femmine, le quali si accoppiano con più individui. In questa fase purtroppo, le lepri si dedicano con determinazione alla riproduzione e di conseguenza abbassano la guardia e diventando meno caute, diventando così prede facili sia per i predatori naturali che per i cacciatori.
La femmina della lepre può portare a termine anche 3 gravidanze l'anno, in base alle condizioni dell'ambiente circostante. La gestazione dura 6 settimane, al termine delle quali può dare alla luce da 1 a 6piccoli. A differenza del coniglio, i piccoli di lepre hanno già gli occhi aperti e il corpo è ricoperto di peli. Dopo un mese dalla nascita, le lepri sono svezzate e si allontanano definitivamente dalla madre, la quale può venire nuovamente fecondata ancora prima del parto.
Habitat e distribuzione
In Italia era originariamente distribuita a partire dalla Toscana (più precisamente dalla provincia di Grosseto) a Foggia, in Puglia. Secondo quanto riportato dalla IUCN, a partire dagli anni 20 del secolo scorso la specie è stata poi introdotta artificialmente a scopo venatorio anche in Calabria, in Sicilia e in Sardegna. Attualmente popolazioni localizzate sono presenti in tutte le regioni meridionali, fatta esclusione delle isole. Quasi ovunque, però, in linea con quanto osservato negli altri paesi europei, la sua presenza è stata caratterizzata negli ultimi anni da una graduale diminuzione, soprattutto laddove non vi è un' attenta gestione dell'attività venatoria (M. Spagnesi in Spagnesi & Toso 1999). Il numero di lepri presenti nel nostro paese è comunque difficile da determinare per via delle continue reimmissioni.
Cosa mangia la lepre comune?
La lepre comune è un erbivoro che si nutre prevalentemente di funghi e erbe eliofite ed emicritiptofite (ovvero piante perenni con gemme situate alla superficie del suolo e protette da squame o bulbi). Durante l'autunno, quando queste piante sono più difficili da reperire, la dieta è maggiormente a base di arbusti appartenenti alla famiglia delle Rosaceae. Nelle aree ad altitudine maggiore, dove dominano le specie vegetali da pascolo, le lepri comuni scelgono anche l'aspraggine (Picris hieracioides) e Allium subhirsutum, ovvero l'aglio selvatico. Secondo uno studio condotto dall'Università degli Studi della Basilicata, la biodiversità dello strato erboso dell‘habitat è di fondamentale importanza perché rappresenta una maggiore possibilità di varietà nutrizionale. Inoltre, la presenza di molti piccoli arbusti permette anche alle lepri di ottenere un numero più elevato di rifugi inaccessibili per i predatori.
L'alimentazione della lepre comune è piuttosto povera dal punto di vista nutrizionale, quindi ha sviluppato la capacità di svolgere una doppia digestione del cibo, adatta ad estrarre il maggior quantitativo possibile di valori energetici.
La lepre comune e l'uomo
La specie è stata inserita nell'Appendice III della Convenzione di Berna Conservation of EuropeanWildlife and Natural Habitats. Inoltre alcuni paesi europei hanno attuato specifici piani d’azione per la sua conservazione. La lepre europea è strettamente legata alle zone agricole in cui vi è la rotazione di coltivazioni, mentre è meno abbondante nelle zone dedicate al pascolo e nelle aree forestali. Secondo quanto riportato in uno studio condotto dal Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pavia e pubblicato nel 2015, dove l’agricoltura diviene particolarmente intensiva, le popolazioni di lepre europea vanno incontro a un evidente declino.
La specie necessita dell'applicazione di corretti modelli di gestione venatoria affinché il prelievo venga rapportato alla produttività naturale. Sarà quindi indispensabile interrompere la pratica del ripopolamento, che negli ultimi cinquant' anni è stata attuata principalmente con animali importati da altri paesi causando così la diffusione di nuovi agenti patogeni e l' introduzione di forme alloctone con la conseguente ibridazione della specie.