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9 Marzo 2023
15:09

La legge siciliana sul randagismo è ancora ferma. L’esperto: «Ora tocca al Governo regionale»

La legge regionale siciliana sul randagismo si è arenata in attesa dell'emanazione da parte del nuovo Governo regionale dei Regolamenti di attuazione. L'appello di Giacobbe Giacobbe, consulente dell'Ars che ha realizzato la legge: «Voglio sperare nella Sicilia».

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cane randagio

Le legge per la tutela degli animali e la prevenzione del randagismo in Sicilia è ufficialmente in Gazzetta Ufficiale, tuttavia per rendere le disposizioni attive serve ancora un'ultima azione: l'emanazione da parte del Governo regionale del Regolamento di attuazione. Senza questo passaggio fondamentale, la legge siciliana rischia di restare ferma e non fare mai sentire i suoi effetti, nonostante sulla carta sia tra le più avanzate in Italia in tema di gestione degli animali domestici.

«Senza il Regolamento di attuazione è come se la legge non avesse gambe su cui muoversi. Esperti e deputati regionali hanno lavorato per costruire il corpo, ora sta al nuovo Governo siciliano dargli le gambe per correre». È il commento di Giovanni Giacobbe Giacobbe, che ha lavorato al testo in qualità di consulente dell'Assemblea siciliana.

Giacobbe si occupa da oltre trent'anni della relazione uomo-cane e nel corso della sua carriera è stato consigliere di collegamento tra l’Enci e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Ha presenziato in qualità di esperto al tavolo tecnico sul randagismo del Ministero della Salute, e per lavorare sul medesimo tema è tornato nella sua Sicilia in qualità di consulente dell'Assemblea regionale siciliana (Ars). L'incarico di Giacobbe è ufficialmente terminato con il licenziamento del testo di legge, ma in realtà il percorso di attuazione è accidentato e appare ancora lontano dal compiersi.

L'iter della normativa aveva già subito uno stop a causa di un problema di competenze che ha portato allo stralcio di alcuni articoli, come ricorda Giacobbe: «Abbiamo cassato alcune parti relative in particolare ai divieti e alle sanzioni perché dopo l'approvazione della riforma costituzionale sulla tutela degli animali non rientravano più nelle facoltà del legislatore regionale, ma solo di quello nazionale».

Ad ottobre 2022 la legge era stata impugnata dal Governo Draghi perché violava la competenza statale sui reati di omessa custodia e malgoverno di animali. Secondo la nota diffusa da Palazzo Chigi «talune disposizioni eccedendo dalle competenze attribuite alla Regione siciliana dallo Statuto speciale e ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di ordinamento penale».

L'Assemblea siciliana dopo il richiamo si è adeguata, e ha stralciato i punti sanzionati dal Ministero per gli Affari regionali, all'epoca retto da Mariastella Gelmini. «Confidiamo quindi che anche l'impugnativa verrà presto meno», conferma il consulente dell'Ars.

La questione però, resta ancora aperta sul tavolo siciliano: «Il problema vero – sottolinea Giacobbe Giacobbe – è che dovrebbe essere proprio lo Stato nazionale a decidersi a intervenire in materia penale, quindi disciplinando con maggiore rigore le pene per chi compie reati in danno degli animali come il maltrattamento o l'abbandono. Azioni come queste vengono sanzionate in quanto "reati contro il sentimento per gli animali", mentre ad essere punito dovrebbe essere l'atto stesso e non la lesione di un sentimento umano. Se non cambia questa prospettiva, e ciò può avvenire solo a livello nazionale, si potrà continuare ad abbandonare e uccidere i cani senza timore di ricevere di pene severe, magari detentive».

I diritti degli animali in Italia sono ancora soggetti a una visione antropocentrica, soprattutto per quanto riguarda il Codice Penale. In particolare, la legge n. 189 del 20 luglio 2004 al titolo IXbis si occupa "dei delitti contro il sentimento per gli animali", che se da una parte è stato rivoluzionario perché si colloca subito prima del capitolo dedicato alla famiglia, una posizione significativa perché accosta gli animali all'ambito familiare, dall'altro però si conferma che il bene giuridico realmente tutelato è l'affetto che l'uomo prova per gli animali.

In attesa di intervenire a livello nazionale, e nell'impossibilità di agire in maniera autonoma con nuovi divieti e sanzioni, la Sicilia ha puntato sulla realizzazione di una Banca dati regionale del Dna. La struttura pensata dalla commissione speciale di cui faceva parte Giacobbe si occuperà di campionare i profili genetici delle cagne non sterilizzate al fine di limitare gli abbandoni e le cucciolate casalinghe: «Nel caso si rinvenisse una cucciolata abbandonata, grazie ai profili memorizzati in Banca dati sarebbe immediatamente possibile risalire alla madre, e quindi alla persona che aveva scelto di liberarsi dei cuccioli».

La realizzazione della Banca dati è però estremamente complessa ed è inserita all'interno di un progetto quinquennale che partirà nel 2024. La Banca dati sarà infatti finanziata attraverso un contributo di solidarietà da versare al momento dell'iscrizione del cane all'anagrafe canina. Il contributo sarà variabile a seconda del numero di cani iscritti e arriverà direttamente nelle tasse dei Comuni isolani.

Il finanziamento del contributo di solidarietà varrà però solo dal 3 agosto 2023. Questo sposta in avanti l'applicazione di tutte le misure della legge che dipendono da queste risorse: «Serve a coprire molti interventi, ma era necessario per fare fronte a questo cambio strutturale della gestione dei domestici sul territorio».

La copertura finanziaria  è stata per ciò che concerne la creazione di nuovi rifugi sanitari e dei Pronto soccorso per animali. «Bisogna adesso che la Giunta regionale riprogrammi l'utilizzo del Fondo di sviluppo e coesione per reperire le risorse necessarie; si parla di tre milioni e mezzo di euro per la realizzazione di queste strutture in tutte le Province della Sicilia. È un progetto ambizioso, certo, ma si realizzerà, bisogna valutare attentamente come».

La legge era stata voluta dalla precedente Assemblea regionale, guidata da Gianfranco Micciché. Con le elezioni dell'ottobre 2022 i vertici dell'amministrazione regionale e l'attuazione della legge sono però passati al presidente Renato Schifani. L'appello finale di Giacobbe è quindi rivolto al Governo regionale nella sua nuova composizione: «Voglio sperare nella Sicilia, e nella volontà di proseguire nel solco che abbiamo tracciato con queste legge».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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