La Lega ha demolito i capisaldi della proposta di legge n. 30 per l'inasprimento delle pene per i reati contro gli animali. Con gli emendamenti firmati dal deputato Francesco Bruzzone la legge fa un significativo passo indietro, a cominciare dal restringimento delle tutele originariamente previste per tutti gli animali e che la Lega vorrebbe invece riservare ai soli cani e gatti.
«L’intendimento di questi emendamenti – ha spiegato Bruzzone in una noto – è quello di trattare in modo diverso il giusto benessere che deve essere garantito agli animali da affezione e da compagnia rispetto agli altri animali, siano essi animali da reddito, da allevamento, fauna selvatica, omeoterma o non omeoterma».
Un orientamento di Bruzzone che non sorprende alla luce della sua attività parlamentare, il deputato è infatti anche il proponente di una proposta di legge, la n. 1548, che mira a modificare la legge quadro sulla caccia, andando a intervenire su calendario venatorio, sanzioni, tracciabilità dei richiami vivi, esercizio dell’attività venatoria e molte altre materie. Una revisione che le associazioni animaliste e ambientaliste intervenute in audizione alla Camera hanno definito una «deregulation sulla caccia» che porterebbe all'apertura di una nuova procedura di infrazione da parte della Commissione Europea.
Ma a emergere è soprattutto il doppio standard che la Lega applica distinguendo gli animali familiari – come cani e gatti – da tutti gli altri. «Auspico che l’obiettivo che mi prefiggo, cioè quello di limitare l’effetto della legge agli animali da affezione e da compagnia, possa essere raggiunto e possano essere evitate forzature inaccettabili e prive di buon senso tese a parificare tutti gli animali», ha ribadito Bruzzone.
La pdl n.30 è il risultato dell'accorpamento di diversi testi, tutti accomunati dalla volontà di modificare le norme del Codice penale che riguardano gli animali e i crimini commessi contro di loro. Primi firmatari delle proposte, poi accorpate, sono la deputata Michela Vittoria Brambilla (Noi Moderati), presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell'ambiente; Walter Rizzetto (Fratelli d'Italia), presidente della Commissione lavoro della Camera; la deputata Eleonora Evi e Devis Dori (Europa Verde); Deborah Bergamini (Forza Italia), e altri. Si tratta di una proposta trasversale a tutte le forze politiche, esclusa la Lega.
Gli emendamenti che rischiano di affossare la riforma del Codice penale in tema di animali sono stati aspramente criticati anche dalle associazioni di tutela animale, prima fra tutte la Lav. Raggiunto da Kodami il presidente Gianluca Felicetti spiega: «È l'esempio del rapporto distorto tra la politica e l'opinione pubblica. La stragrande maggioranza degli italiani è infatti favorevole all'inasprimento delle pene per chi il maltratta gli animali, senza distinzioni tra domestici e selvatici. Eppure ci sono forze politiche, in particolare la Lega che vogliono confinare la norma attuale solo per gli animali d'affezione».
Questa tendenza era emersa anche in occasione della campagna elettorale dell'estate del 2023: dalla Lega erano arrivate tante proposte, ma non per tutti gli animali.
Operare una distinzione, secondo Felicetti andrebbe a creare «una netta discriminazione, un po' come avviene tra gli esseri umani che vengono discriminati in base a dove sono nati o per la religione che professano».
«Se approvati – conclude il presidente Lav – questi emendamenti ci porterebbero a fare un enorme passo indietro, dato che anche nei Codici precedenti all'Unità italiana che non facevano differenziazione tra gli animali. Aspetto ancora più grave: vanno contro la riforma della Costituzione, approvata nel 2022 anche con il voto favorevole della Lega».