La Lav ha trovato un luogo sicuro dove portare l'orsa JJ4 ed evitarne così l’uccisione. L'associazione ha fatto sapere di avere già ufficializzato la proposta con una lettera inviata al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
La Lega anti vivisezione ha chiesto di sospendere con urgenza l’ordine di ucciderla, poiché il rifugio si è reso disponibile ad accogliere l'orsa immediatamente. «L’ordinanza del presidente Fugatti che ne dispone l’uccisione è quindi inutile ed eseguirla comunque, essendoci un’alternativa concreta che la Provincia ha il dovere di vagliare, può integrare il reato di uccisione di animale “non necessitata”», ha sottolineato l'associazione guidata da Gianluca Felicetti.
La notizia arriva oggi, poco dopo la conferma ufficiale sull'identità dell'animale che il 5 aprile, nei boschi della Val di Sole ha ucciso il 26enne Andrea Papi. Le indagini genetiche attribuiscono l'aggressione all'orsa 17enne JJ4. E adesso, come aveva già annunciato Fugatti, sarà quindi catturata e abbattuta. A questo scopo circa 40 Forestali si trovano già schierati nei dintorni di Caldes.
Già nel 2020 JJ4 si era resa protagonista di un'aggressione, non mortale, ai danni di due persone. Dopo quell'episodio Fugatti aveva emanato un'ordinanza di rimozione, sospesa poi dal Tar dopo il ricorso proprio della Lav. In coerenza con la posizione di allora, la Lega antivivisezione torna a ribadire la sua contrarietà all'uccisione di un essere vivente. «Il nostro Ufficio Legale è già a lavoro per impugnare questa ordinanza, che ha più il sapore di una vendetta nei confronti dell’orso, che non la ricerca di sicurezza attraverso la convivenza pacifica, nel rispetto della vita dei cittadini e degli animali. Ci opporremo al provvedimento e faremo ricorso al Tar», ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Lav per l’Area Animali Selvatici.
Fin dal suo annuncio, la decisione della Provincia che ha trasformato l’animale orso in un nemico pubblico, dividendo cittadini e istituzioni tra coloro che chiedono di dimezzarne l'intera popolazione, e coloro che fanno notare come simili azioni non siano utili a risolvere il conflitto con le comunità umane.
Federparchi: «L'orsa va rimossa»
Sul versante opposto rispetto alla Lav c'è Federparchi, che invece approva l'uccisione di JJ4, così come previsto dal "Pacobace", il Piano d'Azione per la conservazione dell'Orso bruno sulle Alpi centro-orientali. Secondo la Federazione che riunisce i Parchi nazionali italiani, «il Piano traccia precise linee guida per la gestione dell’orso, tra cui la rimozione degli esemplari problematici proprio per salvaguardare la specie e garantire l’incolumità delle persone e delle attività umane».
Federparchi nel dibattito sugli orsi del Trentino vuole porsi in posizione mediana: «Serve equilibrio fra tutela della biodiversità ed esigenze delle comunità». Quello del primo attacco mortale di orso registrato in Italia è anche il primo dossier di peso a finire sulla scrivania di Luca Santini, eletto presidente della Federazione a marzo di quest'anno. «Riteniamo che sulla vicenda il dibattito vada riportato nella sua corretta dimensione – ha detto – Occorre tener conto della necessità di trovare sempre il giusto equilibrio fra le esigenze di conservazione della natura e di tutela della biodiversità con quelle di sicurezza e sviluppo sostenibile delle comunità e dei territori che racchiudono i nostri meravigliosi scrigni di capitale naturale. Ricordiamo sempre che l’Italia in Europa è il Paese con la più ricca biodiversità, un patrimonio prezioso da preservare e valorizzare».
Alla rimozione dell'orsa che ha ucciso il 26 enne hanno già dato parere favorevole sia l'Ispra che il Ministero dell'Ambiente, come ha annunciato Fugatti al termine dell'ultimo tavolo di confronto. Durante il vertice istituzionale a Trento è emersa anche l'ipotesi di trasferire gli orsi in un altro territorio, opzione caldeggiata proprio dal dicastero retto da Pichetto. Davanti a questa ipotesi Santini si è dimostrato scettico: «La ricerca dell’equilibrio fra uomo e grandi carnivori va fatta mettendo insieme e confrontando esperienze e buone pratiche diffuse a livello europeo al fine di migliorare ed integrare le strategie di gestione. Va fatta anche attenzione a non limitarsi al mero spostamento del problema da un territorio ad altri, con il rischio di moltiplicare le criticità anziché di risolverle».
Dalla politica reazioni scomposte
Oltre all'abbattimento e al trasferimento, è stata vagliata anche l'ipotesi di dotare la popolazione di spray anti orso, già in uso nelle comunità del Nord America. Su questa ipotesi si è soffermata la politica. lo spray ha registrato consensi trasversali dalla Lega a Europa Verde. In particolare, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ne ha discusso durante l'ultimo Consiglio dei ministri. Oltre al leader del Carroccio, anche il capogruppo di Fratelli d'Italia in Commissione Affari Costituzionali della Camera, Alessandro Urzì, ha fatto sapere di avere già presentato un'interrogazione parlamentare sull'introduzione dello spray.
In controtendenza il deputato ex leghista oggi Forza Italia, Flavio Tosi: «Sono un cacciatore ma gli orsi non vanno abbattuti. L’orso fa l’orso e il lupo fa il lupo, i grandi predatori sono appunto grandi predatori. Non si possono fare ricadere su queste specie gli errori dell’uomo, che ha deciso di accogliere e portare avanti progetti di ripopolamento dove non si sarebbe dovuto».
Mentre Europa Verde, attraverso Aurora Floridia, membro della commissione ambiente di Palazzo Madama Europa, oltre a legalizzare lo spray per l'autodifesa, chiede di «monitorare attentamente gli orsi attraverso il radiocollare. Pretendiamo trasparenza nella gestione dei plantigradi e invitiamo tutte le parti in causa a impiegare subito le energie in campagne informative sul comportamento da adottare in montagna nel caso di un incontro con un orso, così da evitare queste tragedie e garantire la sicurezza dei cittadini».
Il modello di gestione degli orsi però è ancora da scrivere e non può essere la politica ad occuparsene, come ha ricordato a Kodami Luciano Sammarone, il direttore del Parco nazionale d'Abruzzo. «Si torna sempre allo stesso nodo – aveva detto Sammarone – trovare un equilibrio tra le ragioni della scienza e le necessità della politica».
Anche la Federparchi ha chiesto di essere coinvolta nella discussione sulla convivenza tra persone e orsi nel medesimo habitat attraverso un tavolo gestito dagli esperti, e non dalla politica: «Riteniamo possa essere utile mettere a disposizione le conoscenze e le esperienze della rete Europarc federation, di cui Federparchi è la sezione italiana, e quelle della IUCN, l’Unione Internazionale per Conservazione della Natura, di cui Federparchi cura il segretariato del Comitato italiano».
È chiaro che con la cattura e l'abbattimento dell'orsa JJ4 non si chiuderà il capitolo degli orsi del Trentino, ma se ne aprirà uno nuovo, che si preannuncia molto lungo e complesso.