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27 Dicembre 2020
9:26

La laguna di Venezia: il ristorante per volatili che rischia di scomparire

La Laguna di Venezia rappresenta un luogo di importanza fondamentale per le migrazioni dell’avifauna dell’emisfero settentrionale. Questo ricco ecosistema, però, è vittima del cambiamento climatico e rischia di portare gli uccelli a cambiare rotta a causa della scomparsa delle barene.

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La laguna di Venezia è un luogo magico, dove milioni di turisti si riversano ogni anno per le calli della città provando a respirare l’atmosfera di questo luogo fatto di storia e tradizione. Ma la laguna è molto più di quello che vediamo visitando Venezia, le sue strade e i suoi musei. Oltre alla città ci sono centinaia di isolette, zone paludose e luoghi nascosti agli occhi degli umani. La laguna è un ecosistema ricco e in continuo mutamento dove l’innalzamento del livello del mare potrebbe cambiare le abitudini di molte specie, soprattutto dei volatili abituati a venire qui per passare l’inverno.

Le migrazioni

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Codone (Anas acuta) in volo

Ogni anno la laguna di Venezia diventa teatro di un evento eccezionale: decine di migliaia di uccelli scelgono questo luogo per trovare ristoro durante i mesi più freddi dell’anno. L’enorme movimento nei cieli della laguna è un paradiso della biodiversità dove durante questa stagione passa il 55% delle specie di volatili presenti in Italia. Si possono avvistare uccelli che si fermeranno solo per una pausa prima di proseguire il viaggio verso l’Africa e altri che passeranno l’intero inverno in questo luogo così speciale.

Alcune specie arrivano addirittura dalla Siberia, 5 mila chilometri di distanza, attraversando deserti, catene montuose e mari per giungere proprio qui in questo posto unico nel mondo.

La marea, il segreto delle lagune

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Barene

Alessandro Sartori, ornitologo e Guida Ambientale Escursionistica, spiega cosa accade ogni giorno lungo le coste di Venezia: «In laguna abbiamo un detto dialettale “la marea fa contento il pesse, sei ore éa caa e sei ore ea crexe” (“la marea fa contento il pesce, sei ore cala e sei ore cresce”, ndr)».

Durante l’alta marea infatti, le cosiddette barene (terreni soggetti a immersioni regolari) si coprono per tornare a riemergere qualche ora dopo lasciando sul fango i coleotteri, i vermi e i crostacei di cui si nutrono gli uccelli.

«Questo fenomeno – spiega Sartori – ha un’importanza enorme. Provate ad immaginare di sentire ogni sei ore un segnale che indica che il tuo frigo è pieno zeppo di cibo». Ed è proprio così per questi animali che arrivano alla ricerca di risorse alimentari e trovano ristoro in un luogo che, come un ristorante, apre i battenti a intervalli regolari.

La tutela delle acque lagunari e il futuro della laguna

Fin dal Medioevo, la laguna di Venezia veniva tutelata dal cosiddetto Magistrato delle Acque, il quale concedeva permessi per intervenire sull’ambiente. Gli interventi di deviazione dei corsi fluviali venivano seguiti con precisione ed attenzione ai più piccoli dettagli perché si rischiava di perdere per sempre le potenzialità del territorio. Sartori racconta: «“Un palo fa palù” (“un palo crea una palude”, ndr)  è un altro detto dei lagunari che sottolinea come anche un piccolo intervento può far perdere per sempre territori di laguna, rendendoli paludosi».

Oggi il Magistrato delle Acque non esiste più e le cose stanno cambiando rapidamente in questo ambiente a metà tra città e mare aperto. L’innalzamento del mare è un problema che mette in difficoltà la vita degli esseri umani, raggiungendo livelli più alti sempre più spesso durante l’anno e obbligandoci a intraprendere grandi opere per la protezione dell’ambiente umano, come nel caso del Mose.

Questo fenomeno però, non ha ricadute solo sulla vita della nostra specie ma anche su quella dei volatili. «Il futuro della laguna di Venezia è pieno di punti di domanda – sostiene l’ornitologo – Un dato di fatto è che dall’inizio del ‘900 abbiamo perso quasi il 75% delle barene, ormai quasi completamente sommerse».

Senza le maree a scandire gli orari dei pasti, la laguna perde una delle maggiori attrattive per gli uccelli migratori che potrebbero scegliere presto nuove destinazioni per i loro inverni, adattandosi alle conseguenze del cambiamento climatico. La fauna della laguna troverà quindi soluzioni alternative di fronte al fenomeno dell’innalzamento dei mari. Ma saremo così abili anche noi?

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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