È arrivata l’era di un'Europa senza pellicce! I cittadini europei hanno le idee chiare e le esprimono tramite un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE). La ICE Fur Free Europe chiude prima della sua scadenza ufficiale grazie al numero record di firme raccolte. In meno di dieci mesi, più di 1,7 milioni di cittadini hanno firmato l’iniziativa per porre fine a questa pratica crudele, inviando un messaggio forte alla Commissione europea.
La ICE Fur Free Europe e il suo successo
Ricordiamo che una ICE è lo strumento che permette ai cittadini europei, tramite una raccolta di firme, di suggerire delle modifiche legislative alla Commissione Europea. L’obiettivo è di un milione di firme valide raccolte entro 12 mesi in almeno sette Stati membri. Fur Free Europe è stata lanciato nel maggio 2022 dalla ONG Eurogroup for Animals e ha ricevuto il sostegno di oltre ottanta organizzazioni di tutta Europa.
L'iniziativa chiede alla Commissione Europea di:
- Vietare gli allevamenti di pellicce;
- Vietare i prodotti derivanti dall’allevamento di pellicce sul mercato europeo.
Che questa ICE fosse molto sentita dai cittadini europei lo dimostrano i numeri. L’iniziativa, il primo giorno del lancio aveva raccolto già 50.000 firme e al suo termine conta il record di 1.701.892 firme. L’iniziativa, ha superato tutte le aspettative: sia il numero di firme raccolte che la sua durata sono state da record. È durata infatti meno di dieci mesi grazie ad una chiusura anticipata rispetto alla sua scadenza ufficiale.
Il milione di firme convalidate utile alla validità dell’Iniziativa è stato garantito e la ICE ha inoltre raggiunto con successo la soglia delle firme in ventuno Stati membri, il triplo del requisito minimo di sette Stati membri. L’Italia ha dimostrato una grande partecipazione ed è stato uno dei Paesi che ha raggiunto il quorum, con 85.000 firme.
Gli altri Paesi che invece che non hanno raggiunto la soglia hanno però potuto sommare il loro contributo numerico. La Spagna, ad esempio, non ha raggiunto le sue 41.000 firme necessarie ma ne ha sommate 39.000 al totale.
A sostegno dell’ICE si sono mossi non solo tante ONG e comuni cittadini, ma anche numerosi testimonial ed esponenti del mondo scientifico. Lo stesso mondo della moda ha dato il proprio contributo, con un numero sempre maggiore di stilisti e case di moda che hanno deciso di rinunciare alle pellicce nelle proprie collezioni. Alcune di loro si sono anche impegnate in prima persona nel promuovere l’iniziativa chiedendo ai propri clienti di sostenerla.
La sua importanza e la chiusura anticipata
Per affermare ulteriormente quello che di per sé è già un record e per dare all’Iniziativa un peso ancora maggiore, sarebbe stato possibile andare ancora avanti con la raccolta firme. Ma le 80 organizzazioni che fanno parte della coalizione hanno ritenuto che fosse giusto chiudere in anticipo, per consentire l’avvio immediato dell’iter di discussione. Entro la fine del 2023, infatti, la Commissione pubblicherà una proposta volta a migliorare la legislazione dell'UE sul benessere degli animali per adeguarla alle più recenti prove scientifiche e alle crescenti esigenze sociali e morali dei cittadini.
Mentre, da un lato, è possibile migliorare gli standard di benessere degli animali domestici, la scienza ha chiaramente dimostrato che questo non è possibile per gli animali selvatici che sono sfruttati negli allevamenti di pellicce. Inoltre, poiché le importazioni di prodotti di origine animale dovrebbero seguire gli standard dell'UE, con questa ICE si chiede anche di vietare la commercializzazione di pellicce d’allevamento sul mercato europeo.
I cittadini stanno inviando un messaggio molto chiaro alla CE che ora, con la nuova legislazione sul benessere degli animali, ha l'opportunità di porre fine a tali sofferenze una volta per tutte.
Il mercato delle pellicce
Porre fine all’allevamento di animali da pelliccia e il commercio derivante da questa atroce produzione è una dimostrazione etica che l’Europa dovrebbe portare a termine. Questi allevamenti intensivi si compongono di lunghe file di minuscole gabbie metalliche spoglie, senza neppure un piano d’appoggio, in cui gli animali, spesso in sovrannumero, restano confinati senza mai uscirne. Gli animali patiscono una sofferenza tale da provocarsi gravi ferite e automutilazioni, fino a giungere al cannibalismo. Quella della pelliccia è un’industria ormai del tutto fuori moda, un’inutile crudeltà che non tiene minimamente conto del benessere animale e, come abbiamo potuto constatare dalla recente pandemia, neppure del benessere dell’uomo.
Dopo la pandemia, infatti, a causa dei casi di contagio di, e da, visoni, gli allevamenti finalizzati alla produzione di pellicce sono stati vietati, o fortemente scoraggiati, in gran parte del territorio europeo. L'industria delle pellicce sta già affrontando un’importante crisi economica e di salute animale. I contagi hanno infatti portato all’abbattimento di milioni di capi e a interventi legislativi di emergenza per la sospensione delle attività d’allevamento.
In Italia il divieto è diventato definitivo all’inizio dello scorso anno. Ma l’allevamento per le pellicce sopravvive in alcune nazioni. Grazie alla ICE il divieto potrebbe riguardare tutti gli Stati membri e potrebbe essere esteso anche al commercio e all’importazione di prodotta da Paesi Terzi. Un’Europa senza pellicce e senza allevamenti è possibile!