In questo periodo storico, i funghi sono al centro di sempre nuove e interessanti ricerche e scoperte. Forse sarà anche merito del successo della serie HBO di "The last of Us", tratta dall'omonimo videogioco e che ha come tema proprio una pandemia causata dal fungo Cordyceps. Tuttavia, è anche vero che il complesso rapporto dei funghi con gli altri esseri viventi ha sempre affascinato gli scienziati, anche perché col tempo la scienza ha imparato ad apprezzare sempre più questi organismi per le molteplici e interessanti funzioni ecosistemiche che svolgono.
Una nuova scoperta è stata infatti pubblicata dalla rivista Science, riprendendo direttamente un articolo recentemente apparso su Nature: sarebbe in atto una vera e propria corsa agli armamenti tra i funghi patogeni e un suo ospite, una comune formica argentina dal nome Linepithema humile. Questa specie, infatti, reagisce all'attacco di un fungo parassita che cresce sulla superficie degli animali con una risposta di tipo sociale.
Le formiche sono infatti tra gli insetti sociali per eccellenza e i ricercatori dell‘Istituto di Scienza e Tecnologia dell"Austria hanno condotto uno studio dove hanno registrato tutti i comportamenti messi in atto dagli insetti per soccorrere e aiutare le loro sorelle dopo l'aggressione del parassita. Incredibilmente, gli scienziati hanno anche scoperto che il fungo – che non è lo stesso visto all'interno della serie TV – reagisce in risposta all'aiuto offerto dalle formiche alle proprie compagne. Secondo gli autori dello studio, tale battaglia potrebbero quindi mostrare l'evoluzione di alcuni patogeni che sono stati trovati in un gran numero di specie, compresi gli esseri umani.
Come si comportano però le formiche tanto da indurre il fungo ad una risposta così repentina?
Le formiche sono abituate a prendersi cura l'una dell'altra, nel tentativo di scongiurare la proliferazione dei parassiti. Perciò strappano via il fungo dalla superficie delle sorelle, facendo bene attenzione a tranciare con precisione l'attaccatura del fungo sull'esoscheletro dell'altra formica. Inoltre, qualora la compagna fosse gravemente infestata, in maniera simile ad altri animali – come gli scimpanzé durante infestazioni di pulci e zecche – le formiche collocano gli infetti in una sala apposita del formicaio, dove insieme tentano di eradicare l'infestazione fornendo anche un minimo di sussistenza alimentare.
Gli scienziati austriaci hanno deciso però di approfondire la questione, studiando l'effetto combinato di sei diversi ceppi di patogeni fungini nel tentativo di analizzare nel dettaglio lo sviluppo del parassita e l'interazione con la colonia. Di solito, quando gli insetti non avevano l'opportunità di usufruire dell'aiuto delle loro compagne, dei sei ceppi fungini soltanto uno riusciva a proliferare. Gli altri cinque ceppi di funghi, invece, morivano, a causa della competizione con quello dominante. Quando però le formiche ricevevano soccorso, la risposta dei funghi era molto diversa.
Come afferma Science, «l'equilibrio di potere nella comunità fungina in questo caso si è spostato», dando maggiori chance agli altri funghi di poter proliferare. Mentre gli insetti si pulivano l'un l'altro, infatti, gli altri ceppi hanno iniziato a sfidarsi tra loro, tentando così di spodestare il ceppo dominante e sfruttando l'opportunità data dalle formiche che tentavano di tenere pulita dal parassita la propria compagna.
Gli scienziati hanno così osservato che questo comportamento incrementava paradossalmente il numero di parassiti che si sviluppavano sulla superficie dell'animale, visto che il ceppo prima dominante non riusciva più a tenere a bada gli altri. E sebbene nessun fungo riuscisse a prendere il sopravvento sugli altri, tutti e sei erano in grado in questo caso di prosperare, mentre la condizione generale della formica si aggravava.
Occorre però precisare che questi funghi patogeni non sono simili al Cordyceps. Il loro compito non è uccidere l'ospite affinché diffonda le spore… o almeno, non è questo il loro obiettivo nel breve termine. A questi funghi conviene che l'animale sopravviva il più a lungo possibile, affinché possa maturare e diffondere un numero maggiore di spore all'interno della sua colonia al momento della morte.
Le interazioni troppo burrascose tra i diversi ceppi di funghi e le formiche, dunque, potevano mettere a rischio sia la sopravvivenza degli insetti che la garanzia dei funghi di vedersi diffondere nella colonia, poiché un animale sottoposto a ben sei attacchi fungini non è in grado di sopravvivere a lungo e di garantire così la riproduzione ai suoi patogeni.
Di conseguenza, i funghi hanno trovato una sorta di equilibrio nella loro risposta evolutiva contro il comportamento sociale delle formiche, abbassando anche il livello della competizione tra i ceppi. «Sembravano evolversi per diventare meno letali – ha dichiarato Silvia Cremer, l'autrice principale dello studio – seppur non abbiano mai completamente rinunciato alla lotta».
Ulteriori esperimenti hanno poi rivelato che i funghi sono in grado di modulare il rilascio di una molecola dal nome ergosterolo, che ha la proprietà di rendere visibili alle formiche la loro struttura. Meno ergosterolo veniva prodotto dai i funghi, meno gli insetti si pulivano a vicenda, poiché bassi livelli di questa sostanza impedisce agli insetti di distinguere i funghi come parassiti. La modulazione di questa sostanza nasconde dunque i parassiti agli organi sensoriali delle formiche, permettendo così ai diversi ceppi di funghi di sfuggire dal pericolo di vedersi strappare dal corpo dei loro ospiti e di prosperare in una sorta di equilibrio.
Queste scoperte hanno permesso di comprendere come i funghi riescano a proporre diverse soluzioni per affrontare le difese dei loro ospiti, ma ci permette anche di capire come mai alcune infestazioni fungine umane, dalle più banali come quelli della forfora a quelli più gravi, siano così difficili da eradicare. Potrebbe essere tutta colpa della storia evolutiva di questi organismi, che sono in grado di rispondere a molteplici minacce celando la loro presenza pur di vedersi garantita la sopravvivenza.