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30 Marzo 2022
10:33

La Grotta degli animali di Firenze sarà restaurata

Sarà recuperata la Grotta degli Animali della Villa Medicea di Castello, a Firenze. Tornerà lo splendido gioco d'acqua che venne realizzato nel Cinquecento.

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Nelle tre nicchie ci sono animali scolpiti in marmo e bronzo, raffigurati per dimostrare la forza dei Medici attraverso la meraviglia della biodiversità. È la Grotta degli animali della Villa Medicea di Castello, a Firenze. Grazie all’iniziativa dell’Art Bonus, Publiacqua ha finanziato per 300 mila euro il suo restauro messo a punto dalla Direzione regionale dei musei della Toscana.

Il restauro permetterà il recupero di tutte le sculture che popolano le vasche interne, ornate da decorazioni composte da spugne e conchiglie, e di tutta l’architettura che si affaccia sul giardino e sul parco degli agrumi. La realtà della Villa Medicea è da tempo al centro di un programma di restauro. Dal 2019, infatti, è aperto il cantiere per il recupero dell’impianto di alimentazione delle acque del sistema delle fontane e della grotta, grazie a un progetto cofinanziato dalla Regione e dal Ministero dei Beni Culturali.

L’opera venne progettata nel 1540 da Niccolò Tribolo e poi conclusa da Giorgio Vasari fra il 1554 e il 1574. Anche Michel de Montaigne entro lì, qualche anno dopo la conclusione dei lavori. Tra il 1580 e il 1581 sul suo Journal de Voyage en Italie, racconta di «una bella grotta dove, raffigurati al naturale, si vedono animali di ogni specie che spruzzano l’acqua di fontane, chi dal becco, chi dalle ali, chi dagli artigli o dalle orecchie o dal naso». Un’opera particolarmente sorprendente proprio perché voleva dare l’immagine di un luogo dove i giochi d’acqua avrebbero colpito i visitatori.

La Grotta degli animali o del Diluvio aveva uno scopo: esaltare il ruolo del Granducato di Toscana nel mondo, con il suo ruolo di pacificatore ma anche di "superpotenza" di allora. Nella grotta, oltre ad animali fantastici (c’è una fontana con l’unicorno), anche quelli esotici, come la giraffa, un rinoceronte grigio, un leopardo, una scimmia, un dromedario e un elefante. Ma non mancano anche gli esemplari più nostrani: il capriolo, la capra e il lupo che sta per sbranare una pecora, per esempio.

Una parte del loro significato è ancora oscuro. Lo studioso Chatelet Lange interpreta la presenza dell’unicorno come protagonista del risanamento delle acque grazie al suo corno a tutto vantaggio degli animali del bosco. Nel corso degli anni la struttura si è degradata anche a causa della caduta di spugne, ciottoli e conchiglie per la forte umidità oltre che per la deperibilità dei materiali che vennero utilizzati allora.

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