La Gran Bretagna ha vietato l’esportazione di animali vivi. Un disegno di legge ha messo al bando questa pratica crudele superando la fase finale in Parlamento: presto sarà legge. Un traguardo festeggiato dagli attivisti per i diritti degli animali del Paese e non solo.
Prima del divieto, fino a 1,6 milioni di animali venivano esportati ogni anno dal Regno Unito, andando incontro a viaggi lunghissimi caratterizzati da fame, disidratazione, e in alcuni casi anche alla morte.
«Oggi è un grande giorno di festa, atteso da tempo – ha commentato Philip Lymbery, direttore generale di Compassion in World Farming (CIWF), una delle organizzazioni che si battono di pù per il benessere degli animali sfruttati dall'industria alimentare – Per decenni, gli animali hanno sopportato queste insensate e faticose esportazioni verso il continente, ma ora non più! Sono molto orgoglioso dei nostri sostenitori, la cui dedizione e persistenza hanno contribuito a ottenere questa ardua vittoria».
Il caso inglese potrebbe avere un'eco importante anche al di fuori dei confini nazionali. Un’inchiesta del Parlamento Europeo sul trasporto degli animali, diffusa nel 2022, ha dimostrato che le regole vengono eluse in maniera sistematica. Si tratta di una pratica che riguarda oltre un miliardo e mezzo di animali che ogni anno devono viaggiare per interminabili ore ammassati a bordo di mezzi di trasporto inadeguati, per essere trasportati dentro e fuori dall’Europa diretti verso il macello.
A questi si aggiungono poi quelli tutti quelli sfruttati dall'industria alimentare all'interno degli allevamenti intensivi: solamente all’interno dell’Unione Europea, nel 2021, erano ben 142 milioni di suini, 76 milioni di bovini, 60 milioni di pecore e 11 milioni di capre, senza contare polli, pesci e altri animali.
Una recente inchiesta di Animal Equality, l'organizzazione internazionale si occupa proprio di svelare la crudeltà l'industria zootecnica, ha mostrato in quali condizioni avviene il viaggio degli animali dalla Spagna, passando per i porti di Tarragona e Cartagena, dove questi vengono caricati sulle navi che li trasportano nei macelli dei Paesi del Medio Oriente. Si tratta di immagini estremamente crude il cui sfondo cambia a seconda del paese, ma l'essenza, secondo gli attivisti, resta la medesima.
«Dopo il Regno Unito – hanno dichiarato gli attivisti di Animal Equality – è importante che sempre più stati in Europa vietino il trasporto di animali vivi. Noi stiamo lottando da tempo perché ciò avvenga anche in Italia».