L'ex calciatore Luca Toni ha postato sul suo profilo Instagram delle storie in cui si è lamentato duramente del trattamento riservato alla sua Golden Retrivier Stella da parte di una struttura sportiva, dopo che gli hanno negato l'accesso proprio perché in compagnia della cagna.
«Ragazzi follia! Sono al circolo Onde Chiare di Reggio Emilia per poter assistere all'allenamento di mio figlio, ma non posso entrare, perché sono con Stella – ha detto il calciatore in un reel – In questo circolo entra chiunque ma i cani non possono entrare».
In una seconda parte del video, in cui appare visibilmente amareggiato, Luca Toni ha riferito anche di aver avuto un diverbio con il direttore della struttura: «Il direttore dice che l'ingresso è vietato agli animali per ragioni igieniche, visto che all'interno della struttura c'è una piscina con terrazzo». Ma questa spiegazione non solo non ha convinto l'ex attaccante della Fiorentina ma lo ha appunto fatto indignare, tanto da voler condividere con i suoi follower il suo rammarico per quanto accaduto.
L'avvocato Salvatore Cappai, civilista esperto in diritto degli animali, chiarisce a Kodami che: «se parliamo di impianti sportivi, si tratta di luoghi privati ma aperti al pubblico. Quindi non c'è una legge che stabilisca un divieto di accesso, ma l'ultima parola spetta sempre al gestore».
Spesso ci si chiede dove è possibile entrare con il cane a seguito e sono tante le discussioni in merito. Prima di tutto è importante capire se siamo di fronte a spazi che afferiscono direttamente allo Stato o a strutture aperte al pubblico che possono essere però gestite da un privato. Ad ogni modo, nel caso specifico la struttura è privata e quindi chiunque abbia un cane deve attenersi alla regole imposte dal direttore o gestore della struttura.
«In questi casi, in cui tra l'altro la notizia fa maggior scalpore per l'importanza mediatica della persona che ne parla, si potrebbe discutere, e quindi eventualmente creare "il caso", sulle motivazioni che molti gestori adducono per selezionare la propria clientela, ma fino a quando è il gestore a decidere non ci sono leggi che vietano il contrario», conclude Cappai.