Come affronta una giornata di lavoro un Pastore Maremmano Abruzzese? Grazie a una collaborazione tra allevatori e studiosi di etologia canina, ora possiamo vederlo direttamente dalla prospettiva del cane, attraverso una action cam portata pazientemente sul dorso da Rezier che ci regala una visione del tutta nuova sulla strada della convivenza tra attività umane, animali domestici e grandi predatori.
È Lorenzo Niccolini, presidente di Stray Dogs International Project, a raccontarci in che modo educatori, istruttori cinofili e veterinari stanno collaborando con alcuni giovani allevatori per condurre una serie di studi comportamentali innovativi tra i pascoli, fianco a fianco ai cani, alle capre e, ovviamente, agli esseri umani. «Sulla scia di altri progetti che stiamo già portando avanti in collaborazione con il Parco d'Abruzzo, stiamo seguendo le dinamiche sociali di un gruppo di undici cani da guardiania e due Lupetti Abruzzesi, un'antica razza da conduzione poco conosciuta. E grazie al supporto di numerosi studenti e all'utilizzo di droni, GPS e GoPro, stiamo già raccogliendo tantissimi dati molto interessanti che ci offriranno una visione molto interessante dal punto di vista di tutti i soggetti coinvolti, uomini e animali».
Rezier e gli altri cani vivono nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo, a Barrea, dove Pietro D'Annessa e Italia Romano hanno avviato un allevamento che propone metodi di pastorizia più moderni, ecosostenibili e rispettosi del benessere animale e che sono diventati anche un'opportunità per lo studio sul comportamento dei cani finalizzato anche al miglioramento della convivenza con i gradi predatori.
Droni, action cam, GPS e collari colorati per entrare nella vita dei cani
Lo studio porta ad approfondire le dinamiche sociali, il "lavoro" e il benessere dei cani che vivono ogni giorno tra i pascoli assieme a oltre 250 Capre Maltesi, una razza poco conosciuta che prende il nome proprio dall'isola di Malta. Una delle particolarità di questa ricerca sta nel fatto che esperti e volontari che partecipano alle attività sul campo organizzate da Stray Dogs stanno seguendo e monitorando ogni singolo cane: «A ogni soggetto è associata una persona che lo segue per tutto il pascolo individuandone per esempio i comportamenti, la distanza dal pastore o dal gregge e tutte le interazioni che ha sia con gli altri cani che con gli umani e le capre – spiega Niccolini – Per farlo abbiamo applicato un collare colorato individuale su ogni cane e abbiamo iniziato a installare anche dei GPS per seguire i cani quando non sono a vista per capire meglio cosa fanno e dove vanno».
Capire quando e se un cane va in perlustrazione, dove si dirige e per quanto tempo lo fa e come si relazione con le capre sono solo alcune delle domande a cui gli esperti vogliono rispondere, sia per comprendere meglio personalità e dinamiche sociali che per approfondire i metodi di gestione o di lavoro e l'efficacia delle scelte e dei comportamenti protettivi dei singoli cani verso il gregge. E il punto di vista offerto da Rezier è perciò solo un primo test sperimentale per valutare le possibilità di procedere poi a una ricerca scientifica accurata.
«Il video che abbiamo realizzato è solo un primo passo ma insieme alle altre osservazioni raccolte possiamo già dire che tutti i cani sono perfettamente integrati, occupano le posizioni sociali nel gruppo che avevamo ipotizzato e ci fa capire che lavorano in maniera corretta e con estrema serenità che è una delle cose che ci interessa maggiormente – sottolinea il fondatore di Stray Dogs – Grazie alla GoPro, stiamo anche approfondendo ulteriormente la prospettiva del cane, e possiamo già vedere in prima persona come lui sappia relazionarsi in maniera sana ed equilibrata con le persone, con le capre e con gli altri cani. E lo fanno anche gli altri soggetti con una pacatezza che non è per nulla scontata. Tutto ciò, probabilmente, li aiuta anche a essere molto più attenti ed efficaci nel lavoro».
Non bisogna dimenticare, infatti, che l'obiettivo principale dei Pastori Maremmani Abruzzesi è proprio quello di difendere le greggi dai predatori e se vivono in un contesto sociale e familiare sereno ed equilibrato il loro lavoro diventa molto più efficace. «Siamo all'inizio, ma speriamo che questo progetto diventi un modello per la corretta gestione delle greggi e per la prevenzione dalle predazioni, qualcosa da proporre anche ad altre aziende», conclude Niccolini.
Un modello per la convivenza tra umani, animali e grandi predatori
Il miglior riscontro che si possa avere a testimonianza di tutto ciò sta nel fatto che in due anni di lavoro l'azienda ZooRiSTur (che sta per "Zootecnia, Ricerca, Studio, Turismo") non ha subito alcuna predazione da parte dei lupi, un'eventualità che Pietro D'Annessa e Italia Romano conoscono bene e sono disposti anche ad affrontare. «Abbiamo fondato da zero la nostra attività acquistando e rivalutando terreni completamente abbondanti – spiega D'Annessa – Stiamo lavorando sia per conservare la tradizione, come il pascolo all'aperto costante, sia puntando all'innovazione con numerosi progetti di ricerca e attività come il turismo, aprendo presto le porte della vita tra i pascoli al ritmo della natura anche alle altre persone. La cura per gli animali è continua, siamo allevatori e dobbiamo stare sempre con loro imparando a convivere e ad accettare anche il lupo, che conosciamo bene».
Avendo vissuto queste terre e questo lavoro per molti anni, D'Annessa sa bene che per portare avanti le attività zootecniche mettendo al centro di tutto gli animali non c'è miglior alleato dei cani da guardiania ma sa altrettanto bene che questi pascoli e queste montagne sono anche la casa del lupo. «Abbiamo subito tanti attacchi da parte del lupo, ma non abbiamo avuto nessuna perdita fino a oggi – continua il pastore – E il merito va soprattutto ai nostri cani. Con il lupo bisogna conviverci e la soluzione non è di certo ucciderlo. Se dovesse capitare di perdere un'animale, siamo noi che dobbiamo stare più attenti e capire come migliorare il nostro lavoro, magari aggiungendo un altro cane o cercando altre soluzioni. Il lupo preda se gli dai spazio e modo: bisogna lavorare per ridurre queste possibilità, non prendendosela con un predatore che fa il suo lavoro».
Naturalmente, la ricerca di una pacifica convivenza tra attività umane e predatori non può e non deve ricadere esclusivamente sui pastori e sugli allevatori o su iniziative condotte da singole realtà e associazioni. Tutto ciò non può infatti prescindere dal supporto delle istituzioni che devono aiutare nella protezione delle greggi con recinti elettrificati, favorendo l'adozione di cani da guardiania e anche aumentando e facilitando l'accesso ai rimborsi per gli animali perduti per colpa di lupi o orsi.