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Va deserta la gara per l’assegnazione della gestione dell’oasi felina di Porta Portese, l'unico gattile comunale presente a Roma. E si accende la polemica (anche politica) sull’esito, visto che sin da subito si erano levate voci contrarie ai parametri imposti dal Dipartimento Ambiente per la realtà associativa che decidesse di assumere l’incarico: garantire il funzionamento del gattile di fatto solo con il volontariato, dando solo rimborsi per le spese effettivamente sostenute e senza la possibilità di assumere personale.
«Come avevamo denunciato, nessuna odv ha manifestato la disponibilità a gestire il gattile comunale di Roma esclusivamente con il volontariato, dovendo garantire la presenza di almeno 9 volontari al giorno, 24 ore su 24, con turnazioni di 4 ore cadauno per l’accudimento, la sorveglianza e le adozioni dei 250 gatti presenti», ha detto Simonetta Novi, consigliere per la lista Calenda Sindaco nel VIII Municipio, esprimendo le stesse perplessità già esposte da Flavia De Gregorio, la capogruppo capitolina della Lista Calenda: «Il bando è inadeguato, nessuna concertazione con le associazioni: il primo passo della nuova amministrazione sulla gestione delle strutture per gli animali di Roma non ci trova d’accordo».
Gattile di Porta Portese, una gestione difficoltosa da anni
Il bando per la gestione del gattile comunale era stato pubblicato dal Dipartimento Ambiente lo scorso 6 dicembre con l’obiettivo di individuare una realtà pronta a garantire il servizio, ed è scaduto il 15. Nessuna associazione si è fatta avanti per ottenere l'incarico, e a pesare sul risultato, secondo le opposizioni, è il fatto che il Comune abbia messo a disposizione 210.134 euro per 18 mesi di attività, chiedendo di tenere aperta la struttura al pubblico 8 ore al giorno, tutti i giorni, e di garantire la sorveglianza durante l’orario di chiusura.
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Parametri troppo stringenti, evidentemente, che hanno disincentivato l’adesione: tenendo conto del fatto che i gatti dell’oasi felina sono 250, il Comune metterebbe a disposizione poco più di 1 euro e 50 per gatto, e il servizio dovrebbe essere garantito esclusivamente da volontari, senza la possibilità da parte dell’associazione di impiegare personale dipendente: «63 volontari a settimana e nessun operatore assunto. Esclusivamente il rimborso della tessera Atac e di una scheda telefonica prepagata, come se si trattasse di un rifugio privato e non di una struttura comunale – attacca la Lista Calenda – In assenza di no profit disponibili, si andrà a proroga tecnica per l’attuale gestore, come confermato anche nella Commissione Trasparenza Capitolina di lunedì 20 dicembre».
Alla luce del risultato della gara e delle proteste, il tema è approdato in commissione capitolina, dove i rappresentanti dell’assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi e dell’ufficio Tutela Animali hanno annunciato l’intenzione di rivedere il bando andando incontro alle richieste delle associazioni. Nel frattempo verrà accordata una proroga agli attuali gestori, l’Associazione Salute e Tutela degli Animali, che nel dicembre del 2019 si era aggiudicata la gara per gestire il gattile per 24 mesi con una spesa di 207.400 euro. Il rischio, in caso di mancata proroga, è che dal 31 dicembre 2021 l’oasi felina di Porta Portese sia senza operatori.
