La caccia in Francia sarà consentita anche di domenica, nonostante i numerosi incidenti mortali che si sono verificati negli ultimi anni e un’inchiesta del Senato sollecitata dopo la morte di Morgan Keane, un giovane di 25 anni ucciso a colpi d’arma da fuoco nel dicembre del 2020 mentre tagliava la legna nel suo terreno. A ucciderlo un cacciatore che lo aveva scambiato per un cinghiale, l’ennesima tragedia che ha spinto le associazioni a chiedere almeno un giorno di silenzio venatorio in un Paese in cui, a stagione aperta, è possibile sparare tutti i giorni.
Il tema dei rischi correlati alla stagione della caccia è esploso alla luce dei dati diffusi dall’Ufficio francese per la biodiversità (OFB), che rilascia i permessi di caccia e che ha evidenziato come nella stagione 2021-2022 si siano verificati 90 incidenti, sei in più rispetto all’anno precedente e 8 mortali. Gli attivisti anti-caccia avevano quindi chiesto al governo di istituire almeno un giorno “libero” dalla caccia a settimana, portando a sostegno delle loro richieste sia il report dell’OFB sia la fredda cronaca delle persone morte in incidenti di caccia, vittime collaterali (e dunque non cacciatori) che negli ultimi vent’anni sono salute dal 12 al 26% del totale.
Il governo francese non ha però ceduto alle pressioni degli attivisti, rifiutandosi di vietare la caccia di domenica e istituendo invece il divieto di bere alcolici e assumere droghe durante le battute: un provvedimento che per le associazioni non servirà a risolvere il problema, perché si basa sul rispetto volontario del divieto da parte dei cacciatori stessi. Bérangère Couillard, il ministro dell’Ecologia, ha sottolineato che chi organizzerà battute di caccia dovrà sottoporsi a una formazione specifica, e che verranno inasprite le pene per chi si rende responsabile di incidenti in questo ambito: misure insufficienti, ancora una volta, per le associazioni.
Il sondaggio: il 79% dei francesi chiede il silenzio venatorio la domenica
«Il governo decide a favore dei cacciatori e contro chi cammina nei boschi – ha detto Reha Hutin, presidente della 30 Million Friends Foundation – Non ci siamo mai fatti illusioni, favorisce una minoranza armata in questo paese». A farle eco Allain Bougrain-Dubourg, presidente della Lega per la Protezione degli Uccelli: «Emmanuel Macron è più dalla parte di un pugno di cacciatori che della maggioranza dei francesi».
Il riferimento è a un sondaggio condotto da Baromètre Ifop/Fondation 30 Millions d’Amis a gennaio, che ha evidenziato come il 79% dei francesi sia a favore di una domenica senza caccia, il 3% in più rispetto al 2022. E il 76% degli intervistati non risulta vivere in città, ma in zone rurali: «Il 77% dei nostri concittadini si spinge addirittura a essere favorevole all'estensione del divieto di caccia a tutto il fine settimana, le vacanze scolastiche e i giorni festivi», sottolineano le associazioni, dando voce alla percentuale di francesi che desidera vivere boschi e campagne senza il rischio di essere colpito da un cacciatore per errore.
Silenzio venatorio, la situazione in Europa e in Italia
In Francia, così come in Germania, durante la stagione di caccia è possibile cacciare tutti i giorni, mentre Paesi Bassi, Regno Unito e Galles l’hanno vietata di domenica. Le associazioni, puntando il dito contro il governo francese, hanno quindi portato come esempio, l'Italia, ricordando che «ha limitato il numero di giorni di caccia a tre a settimana».
La legge nazionale 157 del 1992 – che regola l'attività venatoria – stabilisce infatti all'articolo 18 che «il numero delle giornate di caccia settimanali non può essere superiore a tre», e che è consentita la libera scelta al cacciatore, escludendo i giorni di martedì e venerdì, nei quali l'esercizio dell'attività venatoria è in ogni caso sospeso. Sparare in quei giorni è quindi un reato punibile con «l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a lire 1 milione», valuta che dimostra come si tratti di una legge ormai datata, che mal si concilia con la rinnovata sensibilità della popolazione e le richieste sempre più pressanti che arrivano non solo dalle associazioni, ma anche dai cittadini, per vietare del tutto la caccia.